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Articolo 21 - Editoriali
La Campania pensa alla Tv del dopo Auditel
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di Giulio Gargia

Quello che si terrà lunedì mattina nella sede del Consiglio Regionale della Campania, (Centro direzionale di Napoli isola F13, 1 piano) è un incontro molto ambizioso. Un seminario che può essere la piattaforma concreta per far scattare una riforma che viene dal basso, da una lotta che giornalisti e associazioni di utenti come Megachip e Articolo 21 hanno condotto per anni e che ha una posta altissima: il controllo sulla qualità dei programmi Tv. Una funzione finora delegata ai numeri dell'Auditel, all'equazione semplicistica che sostiene che se tieni accesa la tua Tv, vuol dire che ti piace quello che passa il convento. Un'affermazione senza controprove, se si pensa che per oltre un decennio il meter dell'Auditel è stato fabbricato con un pulsante per il voto ai programmi che aveva un piccolo difetto: non è mai stato attivato. E quando alla RAI hanno invece istituito il servizio IQS, per conoscere gli indici di gradimento dei programmi, i risultati di questa ricerca sono stati secretati, tranne che in una sola occasione. Per di più, anche in quell' unica volta vennero fuori tendenze del tutto diverse dalla vulgata dell'Auditel. Da anni chi scrive denuncia, insieme a pochi altri incoscienti, l'inattendibilità del sistema che governa di fatto le sorti della nostra Tv. Queste denunce hanno avuto autorevoli conferme: prima l'Authority delle Telecomunicazioni, poi l'Antitrust, e infine la Corte d'Appello di Milano, hanno avvalorato la sostanza delle nostre tesi: i numeri Auditel sono distorti. Da oggi, grazie al Corecom della Campania, facciamo un passo in più e cominciamo a pensare, come dice il titolo del convegno a "Cosa c'è dopo l'Auditel". Per individuare con Luigi Mazzocchi, amministratore delegato Audisat, Piero Zucchelli, consulente Consorzio Nettuno, Flavio Manieri, Ordinario di Psicologia dell'educazione, Università Roma 3, Marco Ferri, pubblicitario, quali possono essere i nuovi parametri per una rilevazione degli ascolti.


Il Programma del seminario
Dopo il saluto della presidente del Consiglio Regionale della Campania, Sandra Lonardo, e del vicepresidente del Corecom, Riccardo Plazza, ci sarà la relazione introduttiva del presidente del Corecom, Samuele Ciambriello.

I lavori, che saranno presieduti dal vice presidente del Consiglio regionale della Campania, Salvatore Ronghi, proseguiranno con gli interventi dei relatori: Giulio Gargia, giornalista, sul tema 'Perché l'Auditel non basta piu", Luigi Mazzocchi, amministratore delegato Audisat, Piero Zucchelli, consulente Consorzio Nettuno, sul tema 'Profili tecnici di una rilevazione differenté, Flavio Manieri, Ordinario di Psicologia dell'educazione, Università Roma 3, sul tema 'Il punto di vista del telespettatoré, Marco Ferri, pubblicitario, sul tema 'Il punto di vista del pubblicitariò.   Concluderà il seminario il Commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Roberto Napoli. Infine, si aprirà un dibattito, moderato dal componente del Corecom, Norberto Vitale, a cui parteciperanno forze politiche, operatori del settore e rappresentanti delle emittenti radiotelevisive


La sentenza di Milano che condanna Auditel
Il passato - Nella sua ordinanza, il giudice Lamanna fa propri molti dei dubbi che l'ormai ex presidente dell'Antitrust Tesauro ha espresso nella sua indagine conoscitiva sulla tv. Quando a novembre Tesauro scriveva che Auditel ha una "posizione dominante" nel settore del rilevemento degli ascolti, arrivava ad una conclusione che ora il giudice Lamanna considera "oggettiva e       incontestabile". Lo stesso giudice ricorda poi che il 60% di Auditel è ancora in mano a Rai e Mediaset, "una rilevante anomalia che non può smettere di stupire". Certo, il giudice non esclude che Auditel conduca la sua attività in modo "corretto", ma rilancia tutti i dubbi sulla sua "neutralità", a cascata sulla "attendibilità" dei dati che sforna. Il futuro - Auditel, ad esempio, potrebbe "sovrastimare" il numero di italiani che guarda la televisione gratuita, penalizzando le nuove reti via satellite.
Come mai - si chiede il giudice - la società Eurisko assegna alla televisione satellitare ascolti medi anche del 6 per cento, mentre Auditel si ferma (a volte) all'1,75? Il giudice si accorge, poi, che l'Auditel misura il successo delle reti satellitari presso le solite 5101 famiglie oggetto delle sue stime per la televisione tradizionale, gratuita. E questo è un errore: Auditel dovrebbe tenere d'occhio un campione di famiglie diverso, visto che la televisione satellitare e quella gratuita attecchiscono presso pubblici non coincidenti (anche per ricchezza e cultura). Non solo: Auditel ha avuto difficoltà a collegare le sue "macchinette" di rilevamento ai decoder di Sky. Se anche questo problema si fosse verificato solo per il 7% dei decoder (come Auditel ammette), la circostanza può compromettere l'attendibilità dei rilevamenti. II verdetto - L'ordinanza vieta ad Auditel di diffondere i dati sugli ascolti dei canali via satellite. Il divieto varrà fino a quando l'Autorità per le Comunicazioni avrà completato l'indagine che ha avviato sulla credibilità del sistema di misurazione degli ascolti.          
     
    
Quattro punti per cambiare l'Auditel
a) Bisogna applicare la legge 249 e far sì che sia l'Autorità delle Telecomunicazioni in prima persona a fare i rilevamenti degli ascolti.
b) L'Auditel deve consegnare i dati grezzi (cioè non trattati dai suoi software) ad esperti indipendenti per consentire elaborazioni alternative.
c) Bisogna che l'Autorithy avvi ricerche qualitative che integrino e correggano il dato Auditel nell'opinione pubblica. E devono essere diffusi in contemporanea.
In sostanza, chi dice quanti spettatori hanno visto Fede, ci deve anche dire a
quanti è piaciuto e a quanti no, di modo che il numero non diventi automaticamente indice di qualità.
d) Dev'essere reso pubblico l'IQS RAI, ovvero la ricerca sul gradimento dei programmi del servizio pubblico. Ricerca resa pubblica una sola volta, nell'ottobre dello scorso anno, che ha dato risultati "eversivi" per gli attuali vertici RAI e che da allora è stata nuovamente segretata. Nonostante la sua pubblicazione sia prevista , ogni trimestre, dall'accordo tra Stato e RAI.

Solo un uso accorto e combinato di queste misure garantirà la nostra battaglia contro lo strapotere del monopolio dell'Auditel.

*Cosa c'è dopo l'Auditel: parametri e proposte per una rilevazione degli ascolti radio-tv": è il tema del seminario, promosso dal Comitato Regionale per le Comunicazioni della Campania, che si terrà lunedì 30 maggio 2005 alle ore 10 nella sede del Consiglio Regionale della Campania, al Centro direzionale di Napoli isola F13, 1 piano (ex aula consiliare). Lo presenta uno dei relatori, Giulio Gargia, giornalista, autore del libro sull'Auditel "L'arbitro è il venduto", sui limiti dell'Auditel e degli altri sistemi di rilevazione dell'audience

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