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Articolo 21 - Editoriali
Irak: senza giornalisti è guerra. La protesta va in Parlamento
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di Stefano Bonciani

â??Ma allora anche a Nassiriya è guerra ! â??. Eâ?? Giuseppe Giulietti, giornalista, portavoce di articolo 21 e deputato ds a raccogliere le proteste e gli appelli lanciati dai sindacati e dalle associazioni dei giornalisti italiani contro lâ??estromissione operata dal Ministero degli Esteri degli inviati dalla scena irakena.

Usigrai, FNSI, Informazione Senza Frontiere e Reporters sans Frontieres hanno lanciato dalle colonne de Lâ??Unità una vera e propria offensiva contro il sostanziale divieto che, dal rapimento di Giuliana Sgrena in poi ,ha allontanato tutti gli inviati italiani non solo da Bagdad, ma anche dal  nostro contingente di stanza a Nassiriya. I giornalisti chiedono di tornare a fare il proprio mestiere e denunciano il rischio ( ma ormai è realtà ) che i cittadini italiani sappiano, sullâ??operato dei nostri militari, solo quello che viene dalle veline  e dalle telecamere dei militari.

â?? Chiederò in modo formale al Ministro degli Esteri- annuncia Giulietti - che siano immediatamente ripristinate le condizioni perché i giornalisti italiani possano svolgere il proprio lavoro a Nassiriyaâ?. Poi pone una pesante questione politica: â?? Noi di articolo 21 siamo sempre preoccupati da qualsiasi forma di limitazione del lavoro dei giornalisti. Ma questa vicenda irakena suscita un interrogativo inquietante: se a Nassiriya non esistono nemmeno le condizioni di base per garantire la sicurezza degli inviati, allora il nostro contingente non opera in una missione di pace, ma di guerra. E se è guerra, questo riguarda tutto il Parlamento che non ha mai autorizzato una missione di questo genereâ?.

Lâ??assenza dei giornalisti e il susseguirsi di â?? incidenti â?? anche mortali ( lontani da ogni forma di inchiesta e verifica) che riguardano nostri connazionali, aggiungono spessore e inquietudine allâ??interrogativo dellâ??on. Giulietti. Se si considera anche lâ??invio di elicotteri blindati e carriarmati di classe superiore al nostro contingente, la domanda, più che legittima, appare doverosa. Siamo in guerra senza averlo deciso ? Intanto câ??è già chi ( Berlusconi ) ha smesso di piangere e onorare i nostri caduti. Sono troppi e troppo scomodi.

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