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Articolo 21 - Editoriali
Per chi abbiamo scritto e parlato?
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di Michele Mezza

Il risultato, anzi il non risultato, referendario non parla per caso anche a noi operatori dellâ??informazione? Lo chiedo al di fuori delle specifiche polemiche sul merito del confronto elettorale. Credo che la geografia del voto, anzi del non voto, autorizzi più dâ??uno a chiedere al mondo dellâ??informazione di quale paese abbiamo fino ad ora parlato.Lo schiaffo è davvero bruciante. Ancora qualche settimana fa raccontavamo, nelle frettolose annotazioni a margine di questa o quella dichiarazione di qualche aspirante governatore, di un Sud  in marcia e di un nord spaesato. O ancora ,di una provincia vitale e di città sfibrate.

E ancora di una  laicizzazione acquisita e di una cultura clericale in rotta. Non è così. Il 75 % del paese che neanche alza il sopracciglio di fronte alle battaglie  per la scienza della vita ci dice che ancora una volta   che tendiamo a parlare con i giornalisti e non con i giornalai. Un trauma non dissimile, riconosciamolo da quello che  ancora  paralizza  i liberal americani dopo la seconda vittoria di Bush. Eâ?? incredibile come le mappe dei due voti, con le bandierine rosse e blu, si assomiglino :iI centri storici   progressisti e le pancie del paese, dove vivono ceti  oggi   popolari, a destra. Una tendenza che  abbiamo poi  ritrovato anche nei grafici elettorali del voto anti europeo in Francia e in Olanda.Siamo di fronte ad un processo socio politico profondo, che  vede un fronte progressista non  radicarsi in una base sociale popolare. Un processo che non possiamo certo spiegare con la  autojettatoria spiegazione  secondo la quale abbiamo comunicato male e la gente non ci ha capito.

Câ??eâ?? qualcosa di   rilevante che  traspira  da tutte queste tabelle elettorali. Una sorta di sindrome giacobina  che vede   isolare in una posizione autoreferenziale le culture radicali.Il tutto appare ancora più allarmante se pensiamo che  avviene nel pieno di un gorgo  modernizzatore, dove  lâ??ondata tecnologica spinge  in avanti le frontiere della comunicazione e dei saperi. Non siamo nel buio della reazione vandeiana o della controrivoluzione di Cardinal Rufo,contro  i patrioti napoletani del 1799. Diciamo che questâ??ondata innovatrice,  lâ??ondata informazionale  dove si produce informazione per mezzo di informazione, come dice Manuel Castells,rispetto a quella  del secolo scorso, la fase del  vapore e  della manifattura meccanica, non  trova figure e culture progressive. Anzi  , scomponendo certezze, la moder4nità  sembra  schiacciare sui poli meno innovatori, aree di ceto medio  segnato da paure  e disagi indotti dalla globalizzazione. Sarebbe bene discuterne. Sarebbe  ancora più opportuno  per chi fa il nostro mestiere, documentarlo.

Eâ?? questo il punto che vorrei porre in questa sede: perché tendiamo ad esorcizzare questi processi  che ci paiono incongrui. Stampa ed remittenza radiotelevisiva, al di là di censure e di  grettezze che non sono mancate, non ha permesso  di capire cosa davvero  bolliva in pentola.Non lo ha fatto negli USA,  solo in ritardo  in Francia e Olanda. Niente di niente da noi.Certo câ??erano i sondaggi a supplire  alla carenza di sensori sociali. Ma lâ??informazione ha un altro ruolo: intercettare e dare calore al dato sociale. Non basta dire che il tot per cento voterà si o no. A noi serve capire dove e perché.Serve far capire quali siano le domande sottese a quei comportamenti.  E non risolviamo tutto con  la richiesta di più inchieste. Il problema non è il contenitore ma il contenuto.Il problema è la disponibilità a  vedere la complessità, ha scovare la contraddizione, a cogliere il segnale in contro tendenza.Non è un problema di suole di scarpe da consumare ma di  categorie sociali da rinnovare, di culture civili da  adeguare.

Pensiamo almeno che questo paese che vota al 25 % sui quesiti   di scienza e di vita è lo stesso che chiamiamo a testimone delle nostre buone ragioni nella battaglia per unâ??informazione trasparente, libera e competitiva. Se sbagliamo indirizzo nelle missive è difficile poi che ci arrivino puntuali le risposte.

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