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Caso Gasponi: "multato" pesantemente il diritto di critica
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di redazione

Caso Gasponi: "multato" pesantemente il diritto di critica Il caso del critico musicale Alfredo Gasponi, condannato in primo e secondo grado a pagare quasi 500mila euro per diffamazione, per aver riportato sul 'Messaggero' nel 1996 le critiche del direttore d'orchestra tedesco Wolfgang Sawallisch all'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, è stato ampiamente dibattuto durante un incontro tenutosi oggi presso la sede dell'Associazione Stampa romana. L'episodio potrebbe rappresentare, infatti, un grave precedente per la libertà di critica e la libertà di espressione. All'incontro hanno preso parte tra gli altri, oltre a Gasponi, il giornalista e scrittore Vittorio Emiliani, l'avvocato Martino Umberto Chiocci, Angelo Foletto, presidente dell'Associazione nazionale critici musicali, Paolo Butturini, segretario dell'Associazione Stampa Romana, Fabio Morabito, presidente dell'Asr.
La vertenza era iniziata a seguito di un'intervista di Gasponi a Sawallisch, uscita sul Messaggero il 9 marzo 1996 e richiamata in prima pagina con virgolettato redazionale. Il maestro esprimeva il proprio disappunto per il fatto che l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, durante le prove, non si era dimostrata all'altezza della sua tradizione.
In realta', come e' stato ricordato nel corso della conferenza stampa, il maestro aveva solo espresso disagio per la fatica di concertare il programma con una formazione rimaneggiata rispetto all'organico stabile, integrata di 'aggiunti' e allievi di conservatorio. 'Delle sentenze - come rilevato dall'associazione nazionale critici musicali - colpisce l'accoglimento senza riserve e acritico delle rimostranze dei musicisti e l'accondiscendenza nel riconoscere il loro 'diritto all'identita' professionale, all'immagine e alla complessiva reputazione sociale, civile e morale' ma non la lealta' del giornalista e la pertinenza tecnica dei rilievi'. I colleghi critici rilevano che ai verdetti s'e' giunti trascurando che le riserve, non lesive di nome e qualità dell'orchestra, furono confortate dal presidente dell'Accademia, da rappresentanti dell'orchestra e da direttori collaboratori abituali di Santa Cecilia. E senza tenere in conto la riconferma scritta del maestro Sawallisch che aveva ribadito la correttezza di Gasponi, peraltro estraneo, per norma giornalistica e contrattuale, alla titolazione di prima pagina da cui la querela era partita.
Insomma, come spiegato da Morabito, se la sentenza fosse ribadita anche dopo il ricorso in Cassazione i giornalisti verrebbero sempre piu' sviliti nella loro professione e i cittadini nel loro diritto di essere informati: questo, ha sottolineato, invaliderebbe la liberta' di stampa e di critica riconosciute dalla Costituzione. ( fonte Ansa)

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