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Articolo 21 - Editoriali
Sciopero Fnsi: una pagina nera sullâ??Edicola del Televideo Rai
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di Pino Finocchiaro*

* rappresentante nel Coordinamento nazionale precari Rai 


Una pagina nera, la 802, dedicata ai quotidiani regionali, sulla rubrica lâ??Edicola del Televideo Rai, questo lâ??unico segno tangibile del fatto che ieri il 95% dei giornalisti della carta stampata e delle agenzie di stampa abbia aderito allo sciopero della Fnsi.

Le pagine, in rotazione, dedicate ai quotidiani nazionali hanno mandato in onda come se nulla stesse accadendo i titoli dei quotidiani che non hanno aderito allo sciopero. Neppure una riga da parte della redazione di Televideo Rai per avvisare che gli altri non sarebbero stati in edicola a causa dello sciopero indetto dalla Fnsi.

E ciò, nonostante il redattore t.d. addetto allâ??Edicola avesse proposto già 24 ore prima di segnalarne lâ??assenza come si era fatto in precedenza per prassi, non solo in occasioni di scioperi dei giornalisti o dei poligrafici ma anche per le feste programmate in cui non escono i quotidiani. Lâ??ordine tassativo è venuto dal direttore Antonio Bagnardi e non è stato preceduto da alcun tipo di consultazione con i rappresentanti sindacali.

Il risultato è grottesco. I lettori delle pagine a rotazione che sfilano sulla 801 hanno ricevuto unâ??informazione parziale e fuorviante. Lâ??unica notizia sullo sciopero viene a pag. 801/5 grazie alla Padania che titola in prima pagina â??OGGI SCIOPERA LA STAMPA BUGIARDAâ?.

Sono tra i soci fondatori dellâ??associazione Art.21 che difende la libertà di stampa, quindi ritengo che il collega direttore della Padania, abbia il diritto di scrivere quel che vuol sul suo giornale. Non solo, ritengo che Televideo abbia il diritto-dovere di pubblicare integralmente il titolo dâ??apertura di un giornale a prescindere dalle valutazioni che ne possano derivare. Non è accettabile però che sulle stesse pagine della medesima rubrica non si informi che i colleghi di altri non meno prestigiosi quotidiani italiani non hanno scioperato per lasciar proliferare un mondo di bugie, bensì per difendere un confronto durissimo con gli editori dai quali ci dividono non rivendicazioni salariali ma il rischio di una sempre più forte precarizzazione della professione con lâ??abbattimento di diritti essenziali non solo nostri ma di tutti i lettori.

I giornalisti aderenti alla Fnsi non scioperiamo perché amiamo la menzogna come scrivono sulla Padania e riporta senza contraltare Televideo-Rai, ma perché vorremmo continuare a stare sì con la schiena dritta, e, preferibilmente, senza una pistola puntata alla nuca. Una pistola sì metaforica ma non meno angosciante: lâ??arma della precarizzazione, ormai non più puntata solo alla schiena dei redattori a tempo determinato.

Non basta che a pag. 149, in Cronaca, Televideo dia conto dello sciopero. Chi legge una rubrica non è tenuto a leggere il resto del giornale. Né, come sarebbe stato auspicabile, sulle pagine 801 e 802 vi è alcun rimando alle notizie dello sciopero in altra pagina. Lo si ignora e basta.

Una pagina nera per Televideo, come quella che è campeggiata per tutto il giorno, sulla 802.

Mi auguro che gli organismi della FNSI e dellâ??USIGRAI, intervengano sullâ??episodio. Mi auguro che in futuro simili episodi, oscuri e grotteschi, siano evitati anche da una migliore condizione delle relazioni industriali a Televideo. Eâ?? veramente imbarazzante dover dire questo di un collega come Bagnardi che pure in passato ha fatto parte di un Cdr. Ma resta il fatto che la decisione di non inserire il cartello in rubrica, rompendo una consuetudine, sia stata assunta dal direttore senza consultarsi con gli organismi di rappresentanza.

Peccato. 

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