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Vera D: richiedenti asilo trasferiti a Brindisi. La denuncia: "Sono minorenni"
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di Bruna Iacopino

Vera D: richiedenti asilo trasferiti a Brindisi. La denuncia: "Sono minorenni" Nessun lieto fine per la storia dei 9 ragazzi trovati nascosti sulla Vera D al porto di Napoli. Dopo una lunga trattativa durata una settimana ( come racconta Pina Picierno) i 9 riescono finalmente a sbarcare, ma per poco. La sera stessa infatti, arriva perentorio l'ordine del Ministero: i 9 devono essere trasferiti al Cie di Brindisi, questo nonostante la richiesta avanzata da Pd e Idv locali affinchè si avviasse subito la pratica per la concessione del diritto d'asilo ai sei nigeriani e tre ghanesi presenti sulla nave e la disponibilità manifestata dal Comune di Napoli di accogliere immediatamente i richiedenti asilo. “ Il Servizio Centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ha appena autorizzato il Comune di Napoli ad accogliere i nove cittadini stranieri richiedenti asilo che si trovavano sulla nave Vera D”, aveva dichiarato l'assessore alle politiche sociali Giulio Riccio che si trovava ieri sera dinanzi all'Ufficio Immigrazione assieme ai rappresentanti delle associazioni umanitarie e del forum antirazzista di Napoli per impedire il trasferimento coatto verso il Cie di Brindisi. I manifestanti, una cinquantina in tutto, stando alla cronaca, circondati da un cordone di polizia in assetto anti-sommossa, sarebbero stati manganellati per consentire il passaggio della camionetta con a bordo i 9 migranti. Mentre, racconta Repubblica: “ Altri manifestanti, tra cui il padre comboniano Alex Zanotelli, vengono sollevati di peso o spostati con la forza."
Al di là della decisione che ha lasciato sgomenti associazioni, sindacati e rappresentanti istituzionali che, tutt'al più si aspettavano un trasferimento ai centri di accoglienza per i rifugiati di Napoli e Provincia, rimane controversa la questione della presenza di minorenni. Assenti, secondo la Questura.
“ ... protetti da una doppia squadra di polizia in tenuta antisommossa – denuncia la Uil con una nota diramata ieri- il cellulare con i 9 ragazzi, tra i quali 6 minorenni, e' partito di corsa per Brindisi. La Questura continua a negare che tra loro ci fossero dei minorenni, ma le numerose foto ormai da stamattina in rete e sul sito ANSA, dimostrano il contrario.” E sottolinea: “ Continuare a negare che tra loro ci fossero dei minorenni è cosa grave anche perche' i rilievi densiometrici esprimevano il dubbio sulla maggiore età di molti di loro.” Ulteriori rilievi vengono sollevati da  Cristian Valle avvocato del Centro Rifugiati,  che ha seguito a livello legale l'intera vicenda: “Senza dubbio – spiega sul sito http://napoli.xcitta.it – vi sono un sacco di incongruenze: oltre alla questione dei minorenni, che se dimostrata avrebbe impedito il trasferimento sulla base delle norme internazionali in materia di tutela dei minori, c’è poi la questione del decreto di respingimento della questura, decreto che nessuno ha visto e che neanche i clandestini avevano ricevuto. Oltretutto in questura nessuno sapeva che lingua parlassero i ragazzi quindi è difficile sapere come abbiano potuto notificare loro il respingimento senza nemmeno parlarci”.
“Un provvedimento grave e illeggitimo- ribatte, in un'altra nota, la rete antirazzista- a maggior ragione perchè tra i deportati ci sono sei minorenni, alcuni davvero piccoli e ridicolmente indicati come maggiorenni dal discutibilissimo test biometrico del polso che ormai sopravvive solo in Italia.”
Test che sarebbe stato effettuato, stando al racconto fatto durante la conferenza stampa tenutasi oggi, soltanto su due dei 9 ragazzi. "...dalle foto in nostro possesso - è stato detto anche- e' evidente che sono dei minori tra i 13 e i 17 anni".
Così una vicenda che sembrava a lieto fine grazie all'impegno degli attivisti della Rete Antirazzista, delle associazioni e dei sindacati ( Uil e Cgil), che martedì notte erano riusciti a salire sulla nave e a fare parlare i nove africani con i loro avvocati, ottenendo così l'avvio della pratica per la richiesta d'asilo, e il successivo sbarco dei migranti, inaugurando una sorta di nuovo corso rispetto alla pratica imperante, si è conclusa con l'ennesima “prova di forza” da parte del Governo: “... una scelta - scrivono ancora gli antirazzisti-  triste e violenta sul piano del diritto internazionale di ragazzi che vengono già da settimane nei containers e subiranno altra galera!”

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