di Nello Trocchia
“ Avevamo un governatore della Sicilia(Cuffaro) che in un retrobottega di un negozio di Bagheria trafficava sul tariffario regionale con un personaggio legato ai mafiosi di Bernardo Provenzano. Con questa nuova norma non avremmo scritto nulla e ci saremmo tenuti lo stesso governatore senza poterne scrivere”. Così Attilio Bolzoni spiega la nuova norma sulle intercettazioni in via di approvazione. Effetti devastanti sulle indagini di mafia, fermando le inchieste sui reati spia e bloccando, sul nascere, le indagini su potentati economici e politici. Bisognerebbe avvertire Roberto Maroni, solerte ministro quando deve inondare le agenzie con le sue dichiarazioni dopo la cattura di latitanti. E a proposito di latitanti, Bolzoni fa un altro esempio. “ Se ci fossero state queste nuove leggi, nel 2006 non si sarebbe potuto arrestare Bernardo Provenzano. Oggi sarebbe ancora latitante perché se non ci fosse stata una telecamera davanti a quel covo, i poliziotti non avrebbe capito che in quella casa c’era il capo dei capi di Cosa Nostra”. Bolzoni, che di recente ha firmato un’inchiesta sul fallito attentato ai danni di Falcone all’Addaura, guarda indietro alla sua esperienza di cronista. “ Se penso alla mia vita a Palermo, faccio una riflessione: non avrei potuto scrivere il 90% delle cose che ho scritto”. E i cittadini non avrebbero potuto saperle.