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Sulla richiesta del Vaticano di inchiesta internazionale sulla vicenda Israele, vacilla la "fede" di Fede
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di DENTRO LE NOTIZIE

Sulla richiesta del Vaticano di inchiesta internazionale sulla vicenda Israele, vacilla la "fede" di Fede

ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 3 GIUGNO 2010
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I TITOLI DEI TG DEL 3 GIUGNO 2010 - Avanti in ordine sparso. Nel senso che i Tg scelgono aperture diverse l’uno dall’altro. Pur mantenendo molti argomenti comuni, scelgono un posizionamento diverso in scaletta. Tre i temi preminenti: l’omicidio  del Vicario Apostolico per l’Anatolia; le posizioni della Santa Sede sull’attacco israeliano alla nave pacifista nel Mediterraneo e la richiesta di una commissione d’indagine internazionale sulla vicenda; l’avviso di garanzia ai vertici della Protezione Civile sul Terremoto de L’Aquila (approfondiamo il tema nel commento affidato a Massimo Cialente, sindaco della città).

C’è chi non lesina attacchi alla Procura, come Studio Aperto che afferma “per la Procura de L’Aquila i terremoti si possono prevedere”. Ci dispiace che quest’inchiesta, per certi versi debole, rischi di far passare in ombra le vere domande legittime e le inchieste più forti che il Procuratore Rossini sta portando avanti e che tenteranno di rispondere a quesiti fondamentali. Perché non c’erano aree di emergenza? Perché si sono danneggiati palazzi pubblici costruiti di recente? Come si è intervenuti nella prima fase? Come mai la Casa dello Studente non era stata chiusa? Quali rischi di infiltrazioni malavitose per la ricostruzione abruzzese? 

L’altra notizia importante è legata all’equiparazione dell’età pensionabile fra donne e uomini. La Commissione Europea sollecità l’Italia a questa scelta.
Lo sciopero indetto dai Magistrati trova spazio in apertura del Tg3 ed è seconda notizia del Tg2 che unisce però la protesta dei magistrati alla discussione politica sul Ddl Alfano.
Sulla vicenda Israele Palestina e pacifisti, è giusto ricordare che è argomento della copertina e del sondaggio per il Tg de La7 e che si evidenzia la precisa scelta di campo del Tg4 che, nei titoli in modo particolare, continua ad utilizzare affermazioni tipo “nave cosiddetta pacifista”.  Ancora  una volta non parla di pacifisti ma di “attivisti filo palestinesi” e offre grande spazio a ipotetiche comunicazioni dei servizi segreti israeliani su quel che c’era effettivamente a bordo della nave. Per Emilio Fede sparisce dai titoli invece la richiesta della Santa Sede di porre fine all’embargo su Gaza da parte del governo di Gerusalemme e la richiesta di una commissione di indagine internazionale sulla vicenda della nave e dei nove morti. Per non far però dispiacere al Pontefice, dedica ampio spazio non solo all’uccisione del Vicario apostolico per l’Anatolia ma si collega in diretta per quelli che vengono definiti “i festeggiamenti per la ricorrenza del Corpus Domini”. Onestamente un linguaggio un po’ greve per definire uno dei sacramentii fondamentali della Chiesa Cattolica, quello dell’Eucaristia.

Da oggi l’Osservatorio si arricchisce di un nuovo elemento, quello che sui giornali viene ormai definito il post-it del Ddl Alfano. I giornali riportano sulle proprie pagine quelli che sono gli articoli che non ci sarebbero più in caso di approvazione della legge sulle intercettazioni.  Per i Tg è difficile fare altrettanto. Quindi lo facciamo noi per loro definendo, quotidianamente, quelli che sono gli argomenti o i titoli che non comparirebbero nell’era post Alfano.  Ogni titolo evidenziato in giallo - il nostro post-it telematico -  sparirebbe dalle scalette dei Tg, o sarebbe modificato lasciando delle aree “grigie” nella completezza della notizia


Il Commento di Massimo Cialente, Sindaco de L’Aquila
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Lei ha vissuto anche nei mesi precedenti al terremoto,  con gli sciami sismici che si sono succeduti a partire da metà gennaio,  tutta la tensione di una comunità, e anche tutti i rapporti con i segmenti della Protezione Civile, della Commissione Grandi Rischi, con gli scienziati.  Come vede lo sviluppo di questa indagine? A che cosa potrebbe arrivare?
“ Guardi, non lo so. Anche da un punti di vista  umano ho massima fiducia  nella magistratura che avrà la possibilità di ascoltare e riflettere. Però mi lasci dire che io auspico che da questa indagine in corso, così come per gli altri crolli che noi abbiamo avuto nelle nostre città, il Paese rifletta e faccia della nostra tragedia un momento di riflessione e di scelte,  che onorerebbe anche i nostri morti.  Non è possibile che nel nostro Paese ci si ponga il problema di essere avvertiti sull’arrivo di un terremoto; sappiamo che è difficilmente prevedibile, se non altro nel giorno e nell’ora in cui arriverà.  Ma ci si ponga il problema che questo  è un Paese ha rischio sismico altissimo,  e che è arrivato il momento nel quale, con investimenti ben superiori a quelli della legge 77,  si faccia un grande investimento dando la possibilità ai sindaci, ai direttori, agli assessori regionali che gestiscono gli ospedali e tanti altri  obbiettivi  sensibili ma anche, progressivamente,  a tutti i cittadini,  la possibilità  da un lato di fare un grande intervento di manutenzione straordinaria;  dall’altro,  che quello che si costruisce, venga costruito correttamente. Guardi:   chiunque le può dire quali sono le procedure e le normative per costruire una casa,  10 mila passaggi, le nostre pratiche sono alte come montagne anche solo per un gazebo.

Poi in effetti può accadere che hai una Direzione dei lavori distratta, per cui crollano i palazzi come nel nostro caso, perché si erano dimenticati di mettere le staffe.  Questa è la cosa che io auspico, perché altrimenti non cambia nulla.  Ci possiamo affidare non so a cosa, per prevedere quando arriva un terremoto;  sappiamo che arrivano. Quello che io ricordo di quel pomeriggio  à che ad un certo punto della discussione sia io che l’assessore alla protezione civile della Regione Abruzzo Stati , giustamente con l’ansia che avevamo – io l’avevo da sindaco, da aquilano e da padre -,  non facevamo altro che chiedere: “ Cosa significa? Che può accadere? “  Ad un certo punto ricordo che il Professor Boschi – ho l’immagine fissa in testa -  ebbe quasi uno scatto, come quando si vuole troncare una discussione  e disse “ Ma insomma, è inutile che continuate a fare queste domande.  L’Aquila ha un rischio sismico altissimo;  il terremoto si sa che prima o poi a l’Aquila arriverà ; può essere oggi, domani, fra un anno, fra un secolo, fra due secoli. Bisogna cominciare a prepararsi”.  

Ed io mi trovai confermato a fare due cose: chiesi la proclamazione dello stato d’emergenza, perché venivo da terremoti  e terremoti, che seguiva una lettera che avevo scritto alla Proteine Civile,  dicendo che la popolazione era sempre più in ansia; io ho problemi   oggettivi di edifici sensibili non sicuri ; ho chiuso le scuole, vediamo cosa dobbiamo fare.  E’ necessaria una presa di coscienza del Paese.  Io l’ho detto anche ai parlamentari: un modo per onorare questa legislatura  sarebbe di avviare una grande discussione, una riflessione necessaria.  Perchè non è possibile  qualcuno  si trovo a rivivere quello che abbiamo passato noi.  Ma anche  quello che alcuni di noi hanno passato prima del terremoto;  quando sapevamo di avere le scuole che non erano sicure, e ho dovuto chiuderle  contro il parere e la volontà dei genitori che pensavano chissà cosa volessi fare con le scuole – quindi anche un ritardo nella cultura della sicurezza”

Signor Sindaco,  in base alla sua esperienza potrebbe modificare qualcosa nei suoi comportamenti?

“ Si,  francamente si, ma non tanto come sindaco, ma come aquilano e come padre.  Quella notte anche noi rimanemmo in casa. Un po’ eravamo rassicurati  dal fatto che si diceva “ più fanno queste scosse, più scarica energia”. Cosi si arrivava a dire “ oggi non ha fatto scosse, non ha scaricato”.   Si era creata una sorta di abitudine; eravamo quasi desensibilizzati  da queste scariche continue. Lo posso dire perché mia suocera, che aveva più di noi  la saggezza di una volta con la regola “ se fa il terremoto esci fuori”,  veniva da noi invitandoci a uscire;  e noi restavamo lì, dicendoci; “saremmo dovuti uscire prima, oramai ha scaricato, possiamo stare tranquilli”.  E alle 3 e 32 siamo stati colti nel sonno come tutti gli altri. Questo è col senno di poi; col senno di adesso – io ne ho parlato anche all’assemblea dell’ANCI -  qui è arrivato il momento in cui noi sindaci dobbiamo interrogarci su come stanno le nostre strutture, e cominciare a reclamare interventi seri.  Se le pensa che stiamo studiando per fare il Ponte di Messina quando a Messina basta che faccia un’acqua torrenziale  per fare dei morti, lei capisce che questo è un paese che non  ha idea di sé; sono molto più civili altri paese dove si registrano eventi sismici con un numero di morti molto inferiore al nostro”.


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