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Sul ddl intercettazioni,alcuni tg in campo con Silvio; gli altri si tengono troppo”fuori dalla mischia”
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di DENTRO LE NOTIZIE

Sul ddl intercettazioni,alcuni  tg in campo con Silvio; gli altri si tengono troppo”fuori dalla mischia”

•ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 10 GIUGNO 2010

•ASCOLTA L'ANALISI DEI TG DEL 10 GIUGNO 2010

•ASCOLTA IL COMMENTO DEI TG DEL 10 GIUGNO 2010

•LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 10 GIUGNO 2010

I TITOLI DEI TG DEL 10 GIUGNO 2010 - Viva la faccia di Fede. Al secondo giro di boa dell’iter  parlamentare sul disegno di legge banalizzato come “intercettazioni”,  Emilio porta a termini alla grande la sua campagna per la privacy, quasi tentato di stendere un velo pietosi sulle opposizioni, i magistrati , i giornalisti che contestano immotivatamente e smodatamente. Dicevamo “viva la faccia”, perché Fede è trasparente nella difesa fino allo stremo del Berlusconi pensiero.

Più obliqua la difesa della privacy proposta dal Tg 1, e forse un po’ subdola, sfornando dati sul numero degli intercettati ( 130.000) più volte smentiti, ridimensionati e spiegati  dai magistrati: non intercettati, ma utenze intercettate; talvolta, per un singolo criminale, sono una decina o più . Ma questo il tg 1 non ce lo dice. Mentre ci dice -  lesa Maestà Vaticana ! - , che anche il Papa sarebbe stato intercettato, dando a intendere che i magistrati abusano ad ogni piè sospinto. 

Corretto il resoconto della giornata fatto dal tg 5 e dal tg 3 e dal TG 2. . Qualche volta, però ,  la correttezza si risolve in un uso fin troppo moderato delle parole, e nel ping pong delle dichiarazioni, centro destra-  centro sinistra. Una cosa  è certa : nel confronto con i quotidiani e con i siti internet, lo schermo  occupato dai tg edulcora la drammaticità dello scontro: qualsiasi cittadino abbia acquistato o acquisti in queste ore un quotidiano, comunque la pensi lui e quale che sia la linea del quotidiano, è informato del clima esacerbato che si respira nelle redazioni e nelle procure , e del fatto – non di poco conto – che tutta la stampa , dal Giornale al Manifesto, è contro questo provvedimento.  Ma in TV niente ;  l’unica eco  si trova nelle  dure prese di posizione del comitati di redazione che,  a partire da Mediaset, contestano integralmente il provvedimento liberticida e affossa giustizia.

Stasera è toccato  al TG 2 e ad un imbarazzato Giorgino ( alle 20,33, in chiusura di Tg 1) leggerne il testo . Poco prima  il Direttore Minzolini aveva affidato ad un editoriale il lancio della nuova veste grafica  del giornale, - senza citare la notizia del giorno –   profondendosi in dichiarazioni di amore e orgoglio patrio, contro quelli che lo accusano si servilismo. Il tutto mentre l’ inglese Guardian  lamenta che l’attacco al’informazione in Italia è un problema per l’intera Europa. Ma l’ informazione tv   è e rimane determinante per creare coscienza o incoscienza nell’opinione pubblica. Di questo, nel commento abbiamo parlato con Roberto Natale, Presidente della FNSI


Il Commento di Roberto Natale, Presidente FNSI
(Intervista di Nello Trocchia)

Un giudizio sul testo approvato
“È un testo vergognoso. L’effetto di questo testo, se anche la Camera lo approverà in questa sciagurata versione, sarà quello d’impedirci di raccontare per anni ed anni vicende che interessano tutti. Abbiamo fatto tante volte gli esempi, vale la pena di farli una volta in più, dal crack Parmalat alla clinica Santa Rita, dalle dimissioni di Scajola alle intercettazioni sul G8: sono vicende che non hanno nulla di privato, nulla; sono invece vicende di grande rilevanza pubblica, che una pubblica opinione degna di questo nome deve poter conoscere, per poter giudicare poi del comportamento dei propri governanti, o di chi ricopre incarichi pubblici”.

Gli italiani si formano guardando i tg. L’informazione televisiva dovrebbe fare di più?
“Noi chiederemo di fare di più, ma non possiamo nasconderci che, tanto per fare un nome, un direttore come Minzolini non ha l’obiettivo di rendere chiara l’opinione pubblica, quale sia la posta in gioco; ha l’obiettivo di soddisfare le indicazioni che gli sono state date da chi lo ha fatto direttore, quindi rendere e tenere l’opinione pubblica all’oscuro delle reali conseguenze di questo testo: disinformare, insomma. Ed è per questo che noi, in queste settimane, continueremo a sviluppare oltre allo sciopero, ogni altra forma d’iniziativa, tutte le iniziative di mobilitazione, che coinvolgeranno settori larghi della società civile”.

Quali saranno le prossime iniziative?
“Martedì prossimo, nella sede della Federazione della Stampa, ci sarà una nuova riunione del comitato alla libertà ed al diritto di comunicare, l’insieme di sigle che aveva già dato vita alla manifestazione del 3 ottobre, e sono appuntamenti che affrontiamo senza nessun pessimismo, perché noi siamo convinti che, nella società italiana, ed abbiamo le prove per sostenerlo, ci sia un interesse crescente al diritto di essere informati. La piazza del popolo piena del 3 ottobre scorso, le manifestazioni che sono state collegate a Raiperunanotte, alla fine di Marzo, il programma di Michele Santoro e del suo gruppo, che fu l’occasione per una grande mobilitazione dal Nord al Sud Italia, con gente che organizzavava maxi-schermi nelle piazze; insomma, abbiamo la sensazione crescente che una parte davvero grande dell’opinione pubblica ormai senta il diritto ad essere informati come un diritto vitale, come una parte fondamentale del proprio essere cittadini, e dunque siamo certi, certissimi che in questa battaglia non siamo, e non rimarremo da soli”.


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