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Spatuzza sprotetto. Notizia importante, surclassata dai Tg
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di DENTRO LE NOTIZIE

Spatuzza sprotetto. Notizia importante, surclassata dai Tg

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I TITOLI DEI TG DEL 16 GIUGNO 2010 - Retromarcia di Berlusconi e del Governo su Intercettazioni e manovra finanziaria. Fa effetto, quindi, anche sui titoli dei Tg, la campagna dei presidenti delle Regioni che, senza differenza di schieramento, dicono no ad una manovra che taglia pesantemente i bilanci. E fa effetto anche la posizione di Fini che chiede modifiche al Ddl Alfano. Non abbiamo i titoli del Tg1 e quindi, oggi, non possiamo analizzare il giornale diretto da Augusto Minzolini. Intercettazioni, dunque, in primo piano su Tg2, Tg3, Tg4, Tg5, Studio Aperto.

L’apertura di Studio Aperto è sulle alluvioni in Francia e sulle vittime ma dedica, comunque, alla vicenda Ddl Alfano il terzo titolo. La protesta delle Regioni sulla manovra è titolo per il solo Tg3. La notizia del giorno, che ha avuto ampio spazio nel flusso delle notizie di agenzia, è comunque il caso Spatuzza, escluso da programma di protezione per i pentiti. Notizia importante che però merita solo un titolo di sommario sul Tg3. E noi, di questo, parliamo con il giornalista de Il fatto Quotidiano Giuseppe Lo Bianco. Da segnalare in diversi Tg la vicenda Fiat, Pomigliano, Fiom e referendum fra i lavoratori. Resta un tema scottante seguito da Tg3 e Tg5. Vogliamo segnalare che la copertina del Tg di la7 è dedicata alle proteste de L’Aquila.

Cronaca su tutti i tg con la condanna di Luca Bianchini, lo stupratore seriale di Roma. Lui italiano. Per Studio Aperto, invece, si parla anche degli stupri di Guidonia, ad opera di romeni. Il campionato del mondo di calcio in Sudafrica e le preoccupazioni per la sciatalgia di Buffon chiudono molti dei Tg.


Il Commento di Giuseppe Lo Bianco, giornalista de Il Fatto Quotidiano
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Giuseppe Lo Bianco, giornalista del fatto quotidiano e coautore di un recente libro sulla figura di Spatuzza; il Viminale dice di no alle richieste di ben tre procure sulla protezione a Spatuzza. È credibile interpretazione della “vendetta” del governo per la chiamata in causa, diciamo così, nelle stragi mafiose ed in quegli anni durissimi, dei servizi segreti ma anche di dell’Utri e del Premier?
“Sicuramente non è una decisione inattesa, nel senso che era stata anticipata dal Sottosegretario Alfredo Mantovano, che aveva appunto sottolineato la questione dei 180 giorni; poi vanno distinti 2 dati: un dato tecnico, che ruota appunto su questa interpretazione dei 180 giorni entro i quali il procuratore deve dire tutto, ed un dato “politico”, che per la prima volta il Ministero degli Interni, la Commissione centrale di protezione ha negato un programma di protezione ad un collaboratore così importante, chiesta da ben tre procure diverse  che l’hanno vagliato la credibilità.”

“Agenda nera” in contrapposizione all’agenda rossa di Borsellino, mai trovata per altro, è il titolo del tuo libro su Spatuzza: quanto  sembrano a te, personalmente, che hai studiato quelle carte, attendibili le sue dichiarazioni? E quelle dei magistrati? ”
“ Nell’Agenda Nera, proprio alla conclusione del libro, c’è un intervista a Nico Golzo, che è il procuratore aggiunto di Caltanissetta, il quale ci fa un racconto di Spatuzza, che ha interrogato più volte, addirittura sotto un profilo umano, parlando perfino della sua conversione religiosa e giudicando attendibile e credibile non solo la sua collaborazione giudiziaria, ma perfino il suo ripensamento religioso, la sua conversione. Tutto quello che dice Spatuzza ovviamente deve essere vagliato fino all’ultima parola dai magistrati, che stanno lavorando appunto su questo.”

Quando Spatuzza però chiama in causa anche dell’Utri e anche Berlusconi, la sua descrizione non pare anche a te poco consistente e forse anche poco credibile, troppo generica?
“ Troppo generica? Lui racconta di un incontro al Bar Doney Con Giuseppe Graviano, che era il capo della cosca di Brancaccio; la procura di Milano sta indagando tra i rapporti degli uomini dell’entourage della Fininvest e uomini cella cosca di Brancaccio, che nell’estate del 93’ erano la punta più avanzata di cosa nostra stragista, che aveva deciso di aprire il conflitto con lo stato in maniera aperta. Sono dichiarazioni forti, che però si inseriscono in un indagine già conclusa dalla procura di Firenze nel 98’, con una richiesta di archiviazione che ha accettato, messo nero su bianco, che ben venti collaboratori di giustizia e le cui dichiarazioni piuttosto  de-vagliate, riscontrate e indagate a lungo dai magistrati hanno accertato appunto che la natura e la durata dei rapporti tra quegli esponenti mafiosi (ed in particolare quella cosca di Brancaccio) e i soggetti, fondatori di Forza Italia, Berlusconi e Dell’Utri sono stati acclarati ed accertati. Tutto questo è avvenuto nell’ambito del periodo stragista. Ovviamente tutto questo non è stato sufficiente, per potere chiedere il rinvio a giudizio come mandanti occulti dei due soggetti, autore uno ed autore due, che erano appunto  Berlusconi e Dell’Utri, indagati. Le dichiarazioni di Spatuzza si inseriscono, appunto, ed in qualche modo arricchiscono quell’indagine che aveva avuto il contributo di altri 20 collaboratori di giustizia. 


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