Eritrei: accordo raggiunto; l'Italia si smarca
di
redazione
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E’ stato finalmente raggiunto un accordo con il Governo libico per la liberazione dei 250 uomini trattenuti presso i centro di detenzione di Braq. L’accordo, come rende noto oggi sia il comunicato diramato dall’OIM, e come confermato durante l’audizione, dallo stesso sottosegretario agli esteri, Stefania Craxi, prevede: “lavoro socialmente utile in diverse shabie (comuni) della Libia'” in cambio della liberazione e dell’alloggio. Stando a quanto rilancia proprio in queste ore l’agenzia libica Jana, già 140 di loro avrebbero firmato il suddetto accordo. Intanto il Governo italiano si smarca e rimbalza le responsabilità non solo verso l’UE ma anche verso l’ONU. Il Ministro Maroni ha tenuto infatti a precisare al termine dell'audizione a palazzo San Macuto sul Codice delle autonomie locali in tema di federalismo: "Il governo italiano non ha nessuna responsabilita' sulla vicenda degli eritrei in Libia". "Se si chiede al governo italiano di svolgere una missione umanitaria in Libia, il nostro ministro degli Esteri valutera'; ma se viene avanzata questa richiesta - osserva Maroni - lo si fa proprio sulla base del presupposto che non vi sia nessuna responsabilita' dell'Italia per quanto avviene". Per il titolare del Viminale, "e' assolutamente indimostrato che queste persone siano state respinte all'interno degli 850 respingimenti e quindi io rifiuto ogni responsabilita' del governo italiano, ci mancherebbe altro... Noto pero' che dall'Onu e soprattutto dall'Europa non e' venuto nessun interessamento; e francamente mi pare una cosa singolare, direi incredibile". Posizione ribadita del resto anche da Stefania Craxi.