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Cosentino e Dell'Utri nei Tg, anche se c'è chi glissa
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di DENTRO LE NOTIZIE

Cosentino e Dell'Utri nei Tg, anche se c'è chi glissa

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I TITOLI DEL 12 LUGLIO 2010 - Solo alcuni titoli di apertura di oggi sono dedicati all’inchiesta sull’eolico e al coinvolgimento nelle indagini del Senatore Dell’Utri e il sottosegretario Cosentino. TG3, TG2 e TG La 7, oltre ad averne fatto la propria apertura approfondiscono la notizia nei loro servizi.
TG1 e TG5 invece non mettono la vicenda nei titoli, ma vi dedicano servizi completi ed equilibrati: a notiziario inoltrato il TG della prima rete e in quarta posizione quello di Mediaset. Il telegiornale diretto da Minzolini decide che la sua apertura è per la festa notturna in Spagna per la vittoria dei mondiali.

Il TG4 di Emilio Fede prende un’altra strada, tace completamente la notizia delle indagini preferendo aprire con l’onnipresente caldo estivo parlandone in ben 5 servizi. Mentre Studio Aperto ha dedicato alla questione solo il tempo necessario per la lettura di una breve con la classica dicitura “appena arrivata in redazione”, nonostante la notizia fosse stata già lanciata dalle agenzie nel primo pomeriggio.
Per quanto riguarda gli altri fatti, è stato dato grande spazio alla condanna in primo grado del comandante dei ROS, Giampaolo Ganzer. Unico ad aver dato la notizia in apertura è Studio Aperto, tutti gli altri lo contengono però nella scaletta dei titoli, ad eccezione del TG3.

Il TG diretto da Bianca Berlinguer ha invece deciso un’impaginazione che marca la differenza con le altre testate, inserendo lo scontro tutto interno al PDL sul caso Verdini, tra il finiano Bocchino e Cicchitto e Bondi e la protesta della Sapienza contro la riforma Gelmini.
Ma se troviamo una cosa che accumuna tutti i TG è l’assenza della ricorrenza dei 6 mesi dal disastro di Haiti, anche se il Tg5 vi ha dedicato dello spazio negli ultimi due giorni.
Noi invece torniamo a parlare di questo dramma nel commento, con Marco Bertotto, responsabile di AGIRE, agenzia italiana per le risposte alle emergenze.


Il Commento di  Marco Bertotto, Direttore AGIRE
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Marco Bertotto, 12 gennaio,  12 luglio, sei mesi sono andati; l’attenzione dell’opinione pubblica, dei media, ha cominciato a scendere già dopo le prime cinque o sei settimane, anche se per alcune settimane noi abbiamo vissuto con il cuore ad Haiti.
“Purtroppo è un attenzione altalenante che noi torniamo purtroppo  a denunciare, quando si tratta di crisi umanitarie internazionali, e forse è in qualche modo inevitabile che sia così. C’è molta attenzione dei media, molte generosità e disponibilità dei donatori e dell’opinione pubblica, poi passa il tempo, succedono altre emergenze e si riduce lo spazio che i mezzi d’informazione dedicano alle crisi, e purtroppo nel caso di Haiti si tratta d’un emergenza che non è finita: siamo oggi in una situazione semmai di bisogni ancora più grandi, che continuano ad esistere e di necessità d’intervento a cui le nostre organizzazioni cercano di rispondere quotidianamente ”

Sin dalle settimane successive al sisma uno dei problemi che è avanzato con maggiore drammaticità è quello legato alle adozioni fittizie, al rapimento di bambini; anche su questo Agire, con  al sua presenza attraverso le ONG che rappresenta, ha fatto un’ azione di denuncia.
“ Si, abbiamo fatto un’azione di denuncia; ma soprattutto le nostre organizzazioni sono state impegnate in programmi importanti di protezione dell’infanzia, incluse  attività di ricongiungimento familiare, cercando laddove possibile  sempre di disincentivare forme “ banditesche” d’adozione internazionale, soprattutto in un paese che già prima del terremoto presentava scarse garanzie. Quello che occorre fare, e che stiamo con molta difficoltà cercando di fare, è costruire ad Haiti delle condizioni di sicurezza e protezione per i minori, e lo abbiamo fatto con i fondi raccolti da Agire, ad esempio consentendo ad oltre 25.000 bambini di riprendere attività educative/ didattiche e ricevere programmi d’assistenza psicosociale in 70 strutture temporanee che sono state riabilitate a questo scopo.”

Più in generale, la ricostruzione e le attività d’assistenza, come stanno procedendo ad Haiti?
“ Mah ! I lavori stanno procedendo, devo dire, con molte difficoltà, legate  intanto alle vulnerabilità preesistenti; il paradosso è che grazie agli aiuti che le organizzazioni hanno portato ad Haiti in questi 6 mesi, molte persone vivono condizioni che sono oggi migliori di quelle preesistenti al terremoto, e questo è evidentemente collegato al fatto che Haiti è un paese che viveva condizioni di povertà assolute; per fare un esempio, solo la metà degli abitanti di Port Au Prince aveva accesso a latrine e servizi igienici, ed oggi, nonostante tutte le difficoltà, le agenzie umanitarie sono riuscite a garantire a gran parte della popolazione delle condizioni minime, adeguate. Ovviamente, rimane molto, moltissimo lavoro da fare, e le condizioni sono ancora difficili per un milione e trecentomila persone, che sono costrette a vivere sotto tende, in ripari provvisori, soprattutto in questo momento dell’anno che è particolarmente delicato: siamo in piena stagione delle piogge. C’è un quotidiano rischio uragani che rende il lavoro delle Organizzazioni Umanitarie estremamente rischioso e complicato.”


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