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"Dalla P2 alla P3. Un sistema di potere politico-affaristico che viene da lontano e stravolge la Costituzione"
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di Gianni Rossi

"Dalla P2 alla P3. Un sistema di potere politico-affaristico che viene da lontano e stravolge la Costituzione"

Oggi è Presidente del movimento Libertà e giustizia, ma per molti anni è stata una giornalista di punta per le inchieste proprio sulla P2, la massoneria deviata e gli intrighi di palazzo, prima a Panorama e poi a La Repubblica. Questa è Sandra Bonsanti, con la quale abbiamo condiviso un  percorso professionale proprio tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, a cercare di far luce sui “misteri” d’Italia. E con chi, se non con lei, potevamo conversare sugli ultimi scandali del potere politico, affaristico, di questi giorni che sta coinvolgendo il regime berlusconiano?

Sandra, che effetto ti fa risentire parlare di P2 e P3, a 30 anni dagli scandali che seguisti come giornalista? Credi che quel sistema non sia mai stato smantellato o siamo ad una nuova organizzazione?
“Sicuramente quel sistema non è stato mai smantellato del tutto. Però, quello che vediamo adesso non è la stessa cosa di allora. E’ diverso,  può sembrare più da “poveracci”, ma questo non significa che sia meno pericolosa o che in questo momento non sia in grado di produrre danni molto gravi ad un sistema sotto pressione e assolutamente minacciato giorno dopo giorno da quella che era proprio la vecchia P2. E’ un qualcosa che si aggiunge a quello che c’era allora.”

Massoneria deviata, mafia e politica d’affari è un intreccio sempre presente nella storia italiana. Perché secondo te?
“E’ vero quello che tu dici, anche se molto complesso. Spesso si è tentato di “nobilitare” questa “devianza”, facendo riferimento a situazioni internazionali come la guerra fredda o il fatto che in Italia ci fosse il maggiore e più potente partito comunista europeo e, quindi, la necessità di non mutare gli equilibri atlantici, riconosciuti da quell’epoca. Credo che non fosse così, ma anche se c’era qualcosa di simile, in realtà si è nobilitata una vicenda molto più legata a cose italiane: come la guerra tra bande nella vecchia DC, tipo una perenne rincorsa al potere, come dispensatore di ricchezze e di vantaggi politici. Questo, purtroppo, deriva anche dalla scarsa sensibilità istituzionale che c’è in Italia, dal fatto che non si è saputo insegnare il rispetto per la Costituzione, già a partire dalla sua nascita fino alla fine del Novecento. E’ una responsabilità che la classe politica ma anche la società civile, la scuola, noi giornalisti ci portiamo dietro. Tutti noi siamo un po’ responsabili di questo degrado di cultura istituzionale. Solo se ci rendiamo conto di questa responsabilità, potremo forse cambiare il passo per il futuro, di rappresentare una speranza per i giovani. Non siamo stati abbastanza severi con noi stessi e con la classe politica, che stava tradendo l’ispirazione iniziale insita nella Costituzione.”

Come è possibile che 30 anni dopo alcuni personaggi, che manovravano dietro quel sistema, ancora circolino ed abbiano credibilità nella politica affaristica?
“E’ accaduto appunto perché siamo passati da un Presidente della Repubblica come Sandro Peritni, che non riceveva personalità che fossero ritenuti amici o conoscenti di Gelli, ad una fase di rilassamento. La P2 in tutti questi anni “si è inabissata”, come fa la mafia, e ha aspettato tempi migliori, ripresentandoci il suo progetto di Rinascita pari pari. E in gran parte riuscendo a realizzarlo, cosa che no era riuscito a Licio Gelli.”

Ci sono stati errori di comportamento e anche di mancate leggi  da parte dell’opposizione democratica, dal tempo della P2 a tangentopoli, fino a questo periodo di regime berlusconiano? Insomma cosa fare per cambiare lo stato delle cose?
“Errori legislativi macroscopici ne sono stati fatti: come quello di non far approvare la legge sul conflitto di interessi e di pensare che non interessasse all’opinione pubblica. Adesso, si vede che non era una cosa astratta, ma concreta. Senza quella legge la RAI da servizio pubblico è passata al servizio del governo, significa l’impossibilità di informare correttamente. Lo stesso disegno di legge Alfano sulle intercettazioni è figlia di questa cecità dell’opposizione. Non voglio infierire, ma penso che l’aver abbassato l’attenzione da parte dell’opposizione ci abbia portato a questa situazione. Temo che ci siano state anche solidarietà oscure. La storia con  la “S” maiuscola sarà spietata, quando verrà ricostruita questa vicenda, sia con gli  attuali vincitori sia con gli oppositori morbidi. E forse noi giornalisti e membri della società civile ci porteremo dietro il rimorso di non aver fatto tutto quello che potevamo fare.”

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