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Processo breve. Eternit, i timori dell'Associazione vittime dell'amianto
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di Alessandro Danese

Processo breve. Eternit, i timori dell'Associazione vittime dell'amianto Una leggina “semplice” pesante come un macigno, salvera’ chi non vuole farsi processare e soprattutto potrebbe non dare pace alle migliaia di famiglie che davanti alla legge ci sono finite per rendere giustizia ai loro cari. Stando ai timori epressi anche oggi da Nicola Ponderano ex operaio Eternit e vice presidente dell’associazione vittime dell’amianto la proposta di legge sul processo breve presentata al Senato, rischia di mandare al macero un processo destinato a passare alla storia come il piu’ grande mai intentato contro una fabbrica della morte. Parliamo del processo contro Eternit Spa azienda produttrice di manufatti in amianto con stabilimenti in tutta Italia accusata della morte di quasi 3000 persone; lavoratori uccisi dalle polveri del metallo killer dal 1983 ad oggi. Come denuncia Ponderano “con questo provvedimento  il processo verrebbe messo in forte discussione” secondo Ponderano poi “gli interessi di qualcuno non devono prevalere sugli interessi di molti e’ previsto dalla costituzione dunque il processo Eternit si deve fare nei tempi previsti dalla costituzione”.
La fabbrica Eternit aveva cominciato la sua attività nel 1906 e ha chiuso la lavorazione dell’amianto nel 1986.  I principali stabilimenti in Italia erano: Casale Monferrato e Cavagnolo in Piemonte, Rubiera in Emilia Romagna e  Bagnoli in provincia di Napoli. Le morti sono avvenute per l’inalazione delle polveri di amianto, causando mesoteliomi della pleura o del peritoneo (una forma tumorale non facilmente diagnosticabile perché presenta sintomi non specifici che possono essere trascurati per molto tempo).  Lo scorso 6 aprile c’e’ stata la prima udienza preliminare; 736 persone si sono costituite parte civile, familiari delle vittime, ex operai e anche 29 enti locali di tutta Italia. Gli imputati sono gli ex vertici della Eternit, lo svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, 61 anni, e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier, 87 anni, devono rispondere di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e disastro colposo. Insomma sono passati 8 mesi dalla prima udienza preliminare e il dibattimento iniziera’ il 10 dicembre;  in pratica se la legge sul processo breve venisse approvata (prevede che ogni grado di giudizio sia di due anni, oltre il processo va in prescrizione, viene chiuso)  rimarrebbero solo 14 mesi disponibili.
A fugare i dubbi di Ponderano, però, le dichiarazioni di Guariniello, rilasciate alla Repubblica di Torino: "Da una prima lettura del testo - ha spiegato il procuratore Raffaele Guariniello - si ricava che i "delitti commessi in violazione delle norme relative agli infortuni sul lavoro" siano esclusi. Il disegno di legge parla, infatti, di "delitti" in modo onnicomprensivo..."

Ascolta l'intervista Nicola Ponderano

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