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Il 2 ottobre in piazza contro l' "Elettroregime"
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di Vincenzo Vita

Il 2 ottobre in piazza contro l' "Elettroregime" I discorsi di Silvio Berlusconi alla Camera e al Senato confermano la gravità eccezionale della vicenda italiana. Le incaute, ripetute promesse ribadite come se fossimo in un flash back, condite dalla rigida riconferma delle proposte sulla giustizia –ivi compreso il ritorno sulla scena del ddl Alfano sulle intercettazioni- vanno al di là delle ‘normali’ brutture della destra. Si sancisce che la legislatura, finita politicamente nelle tristi diatribe agostane sulla casa di Montecarlo e del suo nesso con Gianfranco Fini, va avanti come un replicante in un universo di Avatar. In fondo, il cinema raccoglie la realtà, trasformandola a sua volta.
E, quindi, è doveroso far riuscire la prima risposta di massa  in ordine di tempo alla crisi politica . La manifestazione del 2 ottobre a Roma -promossa dal popolo viola e dall’Associazione Articolo21  ‘No B Day 2’ -è una parte di un ciclo che vedrà l’8 ottobre mobilitata la scuola contro i tagli e il precariato selvaggio; e il 16 l’imponente mobilitazione indetta dalla Fiom sul lavoro.
Nel frattempo, continuano i tentativi di riprendere il cammino delle leggi ad personam e alla Rai il direttore Masi ha voluto far recepire dalla maggioranza del consiglio di amministrazione una circolare che si inserisce nell’autonomia delle reti e delle testate. E’ la logica dei tagli e dei bavagli che dà la cifra del ‘berlusconismo’. Ora dobbiamo dire basta, costruendo una vera alternativa rispetto ad un quadro drammatico di crisi di sistema, che rischia di portare l’Italia in una zona di pericoloso autoritarismo, misto ai localismi xenofobi della Lega. E pure il web è sotto il mirino: dall’Europa avvisaglie di nuove censure. E da noi fanno mostra di sé il vecchio decreto Pisanu si WiFi e il più recente decreto Romani.
Insomma, andiamo in piazza non per dividere o per una mera protesta: riprendiamo piuttosto un percorso che rimetta insieme tutte le forze che possono formare il ‘Quinto Stato’ (lavoro materiale e immateriale, precari e pensionati, nativi digitale e immigrati), contro l’Elettroregime’.  

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