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Settecento cittadini-utenti per una Rai libera, indipendente, plurale
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di Redazione

Settecento cittadini-utenti per una Rai libera, indipendente, plurale

Una parte dei milioni di telespettatori che hanno amato “Vieni via con me”, che seguono “Annozero”, Report, le inchieste di Iacona,  gli spettacoli della Dandini e tutto quanto caratterizza al meglio la Rai,  ha deciso di non restare nell’anonimato ed ha inviato una petizione alla Commissione Parlamentare di Vigilanza sui Servizi Radiotelevisivi, al Presidente ed ai componenti del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, per chiedere – si legge – “un deciso intervento perché siano garantiti i diritti costituzionali per un’informazione libera, indipendente, imparziale e pluralista”.
L’iniziativa è partita da un gruppo di persone che segue da vicino le iniziative della comunità “La collina” di Serdiana (provincia di Cagliari), guidata da don Ettore Cannavera. Il documento è stato articolato in tre punti.
Nel primo si legge: “Noi cittadini e utenti della Rai, richiamando l’Art. 21 della Costituzione, rivendichiamo il diritto ad un’informazione libera e imparziale e ci opponiamo ad ogni forma di limitazione della libertà di espressione. Manifestiamo perciò la nostra protesta per la gravissima situazione in cui è precipitata la Rai che, in quanto servizio pubblico, deve essere indipendente e al servizio dei cittadini”.

Secondo punto: “I gravissimi interventi posti in essere dal direttore generale della Rai con il pretesto di garantire il rispetto del pluralismo e del contraddittorio sono in realtà tesi ad imbavagliare l’informazione e a condizionare lo svolgimento di alcune trasmissioni di dibattito politico e di satira politica: essi sono un’offesa all’intelligenza dei telespettatori ed una lesione dei diritti di chi paga il canone per avere un servizio pubblico indipendente, imparziale e pluralista.

Terzo punto: “La qualità dei programmi Rai sta sempre più scadendo e non risponde neppure ai più elementari principi aziendalistici: infatti, mentre si vogliono cancellare trasmissioni che realizzano share elevatissimi, si conservano alla direzione di testate giornalistiche personaggi che hanno dimezzato l’audience con l’evidente intento di sottomettere l’informazione al controllo del governo ottenendo anche il risultato di affossare il servizio pubblico a tutto vantaggio delle reti private”

In pochissimi giorni questo documento è stato sottoscritto da settecento cittadini residenti nell’hinterland di Cagliari e nel capoluogo.


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