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Piazza San Giovanni sfiducia Berlusconi
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di Redazione

Piazza San Giovanni sfiducia Berlusconi

Centinaia di migliaia di persone oggi a Piazza San Giovanni a Roma alla manifestazione del Partito Democratico. Ed un segretario, Pierluigi Bersani, che supera la prova del leader del principale partito di opposizione. Quel partito senza il quale nessuna alternativa e nessun governo tecnico è possibile. 'Siamo qui per dare un messaggio di fiducia e di cambiamento all'Italia. Cosi' non si puo' piu' andare avanti, Berlusconi deve andare a casa, ci vuole un passo avanti in una direzione nuova'. Cosi' il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha aperto tra gli applausi il comizio finale a piazza San Giovanni. 'L'Italia deve cominciare - afferma Bersani - a togliersi il berlusconismo dalla vene, deve scrollarsi di dosso un populismo personalistico, propagandistico e impotente'.

'C'e' una crisi seria che ci accompagnera' per un tempo non breve. C'e' il rischio di peggioramento delle gia' difficili condizioni di vita di milioni di italiani, c'e' un orizzonte incerto per la nuova generazione", afferma. 

'L'uomo solo al comando, il 'ghe pensi mi' non puo risolvere questo problema. Le ricette della destra non possono caricarsi di questo compito', ha sottolineato Bersani. Il leader del Pd ha detto che 'c'e' da organizzare un grande sforzo collettivo, uno sforzo di cambiamento, dove chi ha di piu' deve dare di piu'. Ci vuole un cambio di passo'. Ma, ha aggiunto, 'non si puo' certo cambiare in un giorno'. 'La crisi politica del centro destra c'e' ed e' senza rimedio e in ogni caso martedi' prossimo, comunque vadano le cose, la crisi sara' certificata, non la risolvono con la compravendita di due-tre voti, con pratiche vergognose che fanno arrossire l'Italia davanti al mondo.

Poi un grido: Vergogna Vergogna'. 'Pensano di cavarsela - domanda Bersani - facendo rifornimento con un deputato o due. Dove sperano di arrivare. A Natale? Alla Befana? 'Siamo a pochi giorni da un passaggio cruciale in Parlamento. Puo' affacciarsi la possibilita' di sancire formalmente la crisi politica del centrodestra. Sara' finalmente ora di dire che se siamo arrivati a questo c'e' molto del nostro lavoro'.

'Solo due anni fa - ha aggiunto - la scena era questa: una vittoria del centrodestra con una maggioranza senza precedenti nella storia recente del Paese. Tutti ad omaggiare i vincitori presupponendone l'eternita'. Noi non siamo caduti nel pensiero unico e nella frustrazione. Nonostante le difficolta' ci siamo sempre ritenuti un partito di governo momentaneamente all'opposizione'. 'Noi ce l'abbiamo la patente per fare l'opposizione - ha concluso Bersani - non abbiamo bisogno di maestri che ci tirino la giacca tutti i giorni e credo che si sia visto'.
'Noi lavoreremo fino all'ultimo perche' da martedi' venga un primo passo su una strada nuova, il segno che si puo' cominciare a voltare pagina lavorando come abbiamo fatto fin qui con i nostri gruppi parlamentari e non con le compravendite'.

'Non si tratta solo - ha detto Bersani - di cambiare un governo. C'e' una fase della storia politica da oltrepassare, una questione di sistema da affrontare'.
'Il bilancio di questi anni e' disastroso. Il nostro paese non e' migliorato in niente. Ci siamo visibilmente allontanati dai paesi forti dell'Europa'. 'Abbiamo perso posizioni su posizioni in tutte le classifiche immaginabili e possibili', ha aggiunto Bersani, elencando poi una lunga sequela di settori, dagli investimenti all'evasione fiscale, in cui l'Italia ha perso posizioni.

'L'unica classifica che grazie a Berlusconi abbiamo rimontato e' quella del nostro posto delle barzellette nel mondo, del nostro posto nel discredito nel mondo!'.
Ancor 'piu' grave', ha sottolineato Bersani, e 'il deperimento dell'etica pubblica, della dignita' delle istituzioni e della politica, la doppia morale consentita ai ricchi ed ai potenti, il riaffacciarsi di stereotipi insultanti per la dignita' della donna, la condiscendenza per una mentalita' pararazzista'.
'Hanno fallito perche' hanno ridotto l'azione di governo a strumento di propaganda, alla predicazione dei cieli azzurri fino a vendere miracoli a buon mercato o addirittura miracoli a rate come a Napoli e a L'Aquila'.

'Hanno fallito - ha aggiunto - perche' si sono avvitati sui problemi del apo dimenticando i problemi degli italiani. Hanno fallito perche' il loro meccanismo populistico ha sempre bisogno del nemico generando cosi' disunione, contrapposizione, tifoseria, una rottura profonda negli italiani che non si era vista nemmeno ai tempi della guerra fredda'.
'Hanno fallito - ha continuato Bersani - perche' all'ombra del Capo sono inevitabilmente fiorite relazioni speciali, personali, e quindi cricche di ogni genere e specie, indebolimento delle regole fino a fatti di degenerazione e di corruzione'.

'Ha fatto tutto lui e adesso parla di ribaltone? ha avuto tutto in mano, una maggioranza galattica, una legge elettorale ad personam, il piu' grande partito d'Italia inventato sul 'Predellino' e ora fa la vittima. Lui si e' ribaltato lasciandoci il problema che adesso non si ribalti anche l'Italia'. Cosi' il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, attacca il premier Silvio Berlusconi, parlando al termine della manifestazione a piazza San Giovanni.

'Non avremo certo paura del voto, se capitasse c'e' la giochiamo e' la vinciamo. Ma serva un po' di responsabilita' e' una risposta di stabilita' puo' venire solo da un governo serio di responsabilita' istituzionale'. Cosi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando dal palco di piazza San Giovanni, presenta la proposta che il Pd 'avanzera' al Capo dello Stato' in caso di crisi di governo.

'Siamo davanti - afferma Bersani - ad una emergenza economica e sociale e da 6 mesi siamo nell'instabilita' perche' Berlusconi e' l'instabilita''. Per il leader Pd serve invece un governo di responsabilita' istituzionale che 'garantisca una transizione ordinata, nuove regole elettorali, alcuni interventi urgenti in campo economico e porti il Paese ad un confronto elettorale capace finalmente di rivolgersi al futuro'.

Una riforma repubblicana per rafforzare la Costituzione ed un'alleanza per la crescita ed il lavoro che preveda una riforma delle istituzioni e delle regole.
Queste le due grandi sfide da affrontare per il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani.
'Bisogna semplificare e rendere efficiente il Parlamento e la forma di Governo - ha spiegato -, ridurre il numero dei parlamentari, fare una legge elettorale seria, fare un federalismo responsabile e congeniato per unire. Bisogna portare ogni costo della politica alla media europea, cancellare le leggi speciali e della cricca, semplificare le procedure ordinarie e mettere il cacciavite nel funzionamento di ogni settore della Pa, a cominciare dalla Giustizia'.
'Serve una alleanza per la crescita e per il lavoro - ha aggiunto Bersani - cioe' un patto fra istituzioni, lavoro, impresa, soggetti della conoscenza e della sussidiarieta''.

'Decreti inutili, voti di fiducia, sordita' verso la voce dell'opposizione, propaganda pura. Tutto questo e' stato venduto in nome del rigore e della tenuta dei conti. Ma quale rigore? Non ditelo a noi che abbiamo sempre dovuto aggiustare i vostri disastri'. Lo ha detto rivolgendosi al governo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

'Con il loro cosiddetto rigore hanno aumentato le diseguaglianze, ridotto la fedelta' fiscale, massacrato gli investimenti nel pieno della recessione. Con il loro bel rigore ci troviamo con la crescita' piu' bassa di Europa e il debito piu' alto. E con la propaganda del rigore hanno tolto la voce ai problemi veri', ha sottolineato Bersani.
'Altro che social card! Libretti della spesa, caro Tremonti, proprio quelli di una volta! E intanto le mafie, che hanno i soldi in mano, arraffano al Nord e al Sud imprese e patrimoni'.

Intanto , ha proseguito Bersani, 'i problemi sono stati oscurati, mentre si imbastivano riforme a chiacchiere' e intanto 'la discussione veniva portata sul Lodo Alfano, i legittimi impedimenti, il processo breve'.
Bersani ricorda ancora 'la beffa del federalismo', che 'si sta perdendo nel bosco come le ronde padane e come le invettive a Roma ladrona di chi ha votato tutte le leggi dei quattro ladroni di Roma!'.

'Riforme a chiacchiere', anche quelle sulla scuola e la cultura, che hanno portato solo 'tagli strutturali all'intero sistema della conoscenza'.
'Operazioni condotte con arroganza incredibile e insulti alla verita' - ha concluso il Segretario - cari Ministri, se i ricercatori si sono messi sui tetti non e' perche' siamo andati a trovarli noi, ma perche' ce li avete mandati voi! Caro ministro Gelmini, aspettiamo ancora di vedere i suoi voti'.

Il Pd avanza 'le sue proposte politiche a tutte le forze di opposizione, quelle di centrosinistra e quelle di centro perche' si prendano le loro responsabilita' in un patto di governo e di riforme e perche' non si sottraggano alla sfida per calcoli parziali o per pregiudizi che rischiano di lasciarci nella palude di oggi'.
'Noi proponiamo - afferma Bersani - un patto di governo e di riforme solido, serio e garantito, perche' noi non rifaremo l'Unione'. Il leader Pd invita 'a scelte coraggiose': 'queste scelte toccano anche al Partito Democratico senza il quale nessun cambiamento e' possibile e per noi questo non e' solo un orgoglio ma una responsabilita''.
'Vogliamo una vera riforma fiscale.

Basta con un paese diventato ormai il paradiso dei condoni, dove l'aliquota piu' bassa di un operaio, di un pensionato, di un artigiano, e' piu' alta di quella della rendita di uno speculatore, basta'. Lo ha detto il leader del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, durante il suo discorso dal palco di Piazza San Giovanni a Roma.
'E' tempo di alleggerire il carico sulla famiglia, sul lavoro e sull'impresa - ha aggiunto - e di accrescerlo sull'evasione fiscale, sulla rendita finanziaria ed immobiliare se vogliamo dare un po' di spinta all'occupazione'.
Bersani, concludendo, ha ripreso il tema delle liberalizzazioni ed ha detto: 'Noi vogliamo in economia un mercato piu' aperto, regolato, concorrenziale e svolto a parita' di condizioni e volgiamo che i bisogni essenziali, salute, istruzione e sicurezza, non siano affidate al mercato. In quel patto ci deve stare una ripresa delle liberalizzazioni ed una rilettura del nostro welfare a partire dal tema dei servizi e della condizione della famiglia, piegata dalla caduta dei redditi, dalla non autosufficienza e dalla disoccupazione giovanile'.

Il grande sogno europeo deve riprendere il suo cammino. L'Italia deve tornare protagonista di questo sogno, cominciando concretamente da oggi, e cioe' da questa grande crisi'.

'L'Europa non deve ridursi ad essere quella che mette la pezza il giorno dopo, non puo' ridursi ad essere quella che salva solo le banche o qualche paese che si e' indebitato.
Bisogna mettere oggi, nella crisi, i pilastri dell'Europa di domani'.

'Anch'io ho il mio sogno, il sogno di un Partito Democratico che possa finalmente dire all'Italia, parafrasando una bella canzone e una grande trasmissione Tv: 'vieni via, vieni via di qui, vieni via con me' '. E' la speranza con cui il segretario del Pd Pier Luigi Bersani chiude il suo comizio alla manifestazione di piazza San Giovanni.
'Vieni via da questi anni - scandisce Bersani - da queste umiliazioni, da questa indignazione. C'e' del nuovo davanti e un futuro da afferrare'. Bersani si impegna 'a fare in modo che la gente a cui vogliamo bene voglia bene a noi e ci veda alla testa di una riscossa che li riguarda'. Il leader del Pd ammette che 'abbiamo tanto da fare ancora per rendere chiaro quello che vogliamo ma soprattutto per migliorare quello che siamo'. Ma gia' ora, e' convinto il leader del Pd 'questa piazza emozionante dice al Paese che siamo forti e pronti a combattere per le cose in cui crediamo'.
'Il cambiamento. E' questo il messaggio forte che viene oggi da piazza San Giovanni'.

'Siamo pronti ad affrontare politicamente le scelte immediate, gia' dalla prossima settimana e siamo pronti a darci il passo per un cammino di cambiamento del Paese', ha aggiunto.

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