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Nucleare: se il Governo teme il referendum
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di Alfiero Grandi

Nucleare: se il Governo teme il referendum

Il Governo teme i referendum e preferisce buttare dalla finestra 300 milioni di euro pur di evitare un successo dei referendum. Infatti basterebbe fare coincidere le elezioni amministrative con i referendum per risparmiare 300 milioni, ma il Governo sa che il nucleare è stato approvato dal parlamento solo imponendolo con il voto di fiducia e che la maggioranza dei cittadini è invece contraria. La scelta nucleare è imposta dal Governo su pressione della lobby affaristica italiana ed internazionale che punta sul grande affare nucleare, in spregio all'esito dei referendum del 1987 che con percentuali dell'80% si pronunciarono contro il nucleare. Anche per il referendum che vuole garantire che l’acqua resti un bene pubblico il vero problema è raggiungere il quorum perché la maggioranza dei cittadini è d’accordo.
C'è anzitutto una questione democratica. Può un parlamento come questo, per di più ricattato dal voto di fiducia, capovolgere il voto dei cittadini ? Poiché la destra ha deciso questo è inevitabile che anche il referendum sia utilizzato per cercare di bloccare la folle scelta della destra di tornare alle centrali nucleari in Italia e di dissipare un bene pubblico come l’acqua. Si può discutere se questo fosse il momento migliore per la scelta referendaria, ma ormai la scadenza è fissata e quindi occorre lavorare sia per arrivare al quorum che per vincere con la maggioranza dei SI per l’abrogazione. C'è un'evidente sinergia tra il referendum per garantire che l'acqua resti bene pubblico e quello per bloccare la scelta nucleare.
Arrivare al quorum è la difficoltà maggiore da superare e il Governo di fatto sceglie il boicottaggio del voto. Partecipare al voto e contribuire a realizzare il quorum è un buon antidoto contro la disaffezione elettorale che da 2 decenni sta colpendo il nostro paese.
Un approfondimento per quanto riguarda il referendum per abrogare la legge 99/2009 che ha reintrodotto in nucleare in Italia.
Perché il nucleare va bloccato ? Anzitutto per ragioni di costo. L'Enel ha cercato di dimostrare che il nucleare conviene ma per farlo ha raccontato balle sui costi veri di costruzione delle nuove centrali. Nel 2009 Enel sosteneva che una nuova centrale Epr sarebbe costata 3 miliardi di euro. Di fronte all'esplosione dei costi dei prototipi finlandese e francese ha dovuto alzare il costo a 4 miliardi. In realtà il costo reale è ormai 8 miliardi di euro e con questi costi non esiste la possibilità di produrre energia elettrica con costi inferiori alle fonti attuali, anzi saranno addirittura maggiori. Non è vero neppure che l'Italia sarebbe più autonoma perché dovremmo importare quasi tutto, certamente le tecnologie più sofisticate e il combustibile. Come hanno detto 200 imprenditori, prima firma Pistorio, investire oltre 30 miliardi nel nucleare vorrebbe dire bloccare di fatto gli investimenti nel risparmio energetico e nelle rinnovabili. Non abbiamo le risorse per fare tutto e il suo contrario, altrimenti perché Enel avrebbe venduto parte delle sue energie rinnovabili se non appunto per gettarsi nella costosissima avventura nucleare ?
Inoltre le centrali sono concentrazioni enormi di investimenti e quindi di affari, con tutte le preoccupazioni conseguenti. Mentre un investimento diffuso come nel caso delle energie rinnovabili si spande su migliaia di investimenti diffusi e di operatori.
Inoltre il nucleare è pericoloso. Ad esempio il problema delle scorie radioattive non è stato risolto in via definitiva in alcun paese al mondo. Le enormi scorie delle centrali dismesse e dei siti in cui sono costruite è il peggior regalo che le attuali generazioni possono fare a quelle che verranno. Ci sono scorie che rilasceranno radiazioni per decine di migliaia di anni, alcune per centinaia di migliaia. Costruendo le centrali condanneremmo le future generazioni a convivere con i pericoli e le conseguenze di queste scelte per tempi molto maggiori della civiltà umana che conosciamo.
Non si tratta solo degli incidenti. Nessuno si augura che ricapitino Three miles Island o Chernobyl ma è un fatto che le notizie di incidenti, per fortuna meno gravi, vengono nascoste. Ad esempio in Francia 19 incidenti nei primi 2 mesi dell'anno. Le centrali rilasciano radiazioni anche durante il funzionamento normale, come hanno dimostrato diverse indagini, l'ultima svolta in Germania ha rilevato, nelle aree più vicine alle centrali nucleari, un aumento delle leucemie nei bambini di oltre 3 volte.
Approfittando della crisi libica e dell'aumento dei prezzi del petrolio i nuclearisti sono tornati all'attacco, dimenticando che le centrali nucleari non sono la soluzione perché anche il più ottimista nuclearista ammette che prima del 2020 non ci saranno. Fino al 2020 che facciamo ? In realtà sono risparmio energetico e energie da fonti rinnovabili la soluzione perché non dipendono da vicende internazionali, perché possono essere introdotte da subito, in tempi brevi, con investimenti più limitati e con risultati occupazionali 15/20 volte maggiori del nucleare. Solo così potremmo essere pronti per gli appuntamenti concordati con l'Europa del 20/20/20 entro il 2020.
Alfiero Grandi

 


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