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di Ottavia Piccolo
La Costituzione della Repubblica Italiana è mia sorella. Io sono del 1949, lei ha quasi due anni più di me. Lei è quella che ha studiato, io sono quella che ha voluto fare l’artista. È ovvio che per molti anni, mentre lei in silenzio si occupava anche di me, io non mi sono occupata di lei: quand’ero ragazzina il mio orizzonte ero io stessa. Sogni da realizzare? I miei. Progetti di lavoro? I miei. Affetti? Passioni? Rabbie? Soltanto quello che mi nasceva dentro. Di mia sorella La Costituzione della Repubblica Italiana non tenevo conto… dio, come la sentivo complicata, formale, con tutti i suoi titoli di studio e tutti quegli articoli, e i Princìpi fondamentali, e la Prima parte (Diritti e doveri dei cittadini) e la Seconda parte (Ordinamento della Repubblica). Ecco, sentivo allora, quand’ero ragazzina, uscire dalla radio i nomi di molti di quei signori che erano stati padri costituenti – per dire, Bonomi, Cingolani, Di Vittorio, Leone, Dominedò, Dossetti, Finocchiaro Aprile, Parri, Oscar Luigi Scalfaro, Scoccimarro, Tremelloni, Zaccagnini… – e non capivo bene che cosa avessero a che fare con me, in che misura il loro lavoro politico c’entrasse con la mia vita.
Poi, succede che s’invecchia, si acquista consapevolezza, si abbassa un po’ la cresta… e ti accorgi che chi sta nella Storia è invecchiato meno di te, è più fresco di te, ha più energie di te. Mia sorella La Costituzione della Repubblica Italiana oggi è molto più giovane di me. È pimpante, validissima, per nulla affaticata dal lavoro svolto, quel lavoro che io nemmeno vedevo e che invece ha dato sostegno alla mia vita, alla vita dei miei cari, ha disciplinato la mia e l’altrui libertà, ha guadagnato al mio Paese il rispetto delle altre genti. Che dire… quando avevo vent’anni certo non guardavo con occhi d’amore chi di anni ne aveva quaranta o cinquanta; oggi che ho girato la boa dei sessanta trabocco d’amore riconoscente per chi ha passato gli ottanta e allora, prima della mia nascita, mise in cantiere con equilibrio, perizia e ragionevolezza, mia sorella La Costituzione della Repubblica Italiana. Li guardo con gratitudine e allarme, perché più passa il tempo e più c’è bisogno di loro. Tanto è montata l’onda di chi – giovane corrotto o anziano corruttore ma comunque malvissuto – pensa di entrare nella storia umiliando le libertà dei suoi concittadini.
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