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Insegna nazista al Pigneto: ma era un'opera d'arte
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di Bruna Iacopino

Insegna nazista al Pigneto: ma era un'opera d'arte

Niente a che fare con nazismo o fascismo, ma un invito a far riflettere come le nostre città siano diventati dei lager. Confessa al Fatto quotidiano l'autore dell'insegna apparsa ieri mattina al Pigneto. Un'installazione artistica, opera di un ragazzo precario che al Pigneto vive, ma che forse non aveva previsto l'impatto che una cosa del genere avrebbe avuto sulla popolazione di un quartiere fortemente legato ai valori dell'antifascismo e dove da ben 10 anni la festa della Liberazione è un appuntamento tra i più attesi e i più frequentati, capace di coinvolgere decine e decine di volontari intenti ad organizzare momenti di dibattito e musica, per “non dimenticare”...
Il senso del messaggio avrebbe voluto essere completamente diverso, per l'autore, ma alla gente che si preparava a ricevere quanti avevano preso parte alla manifestazione di Porta San Paolo la mattina è suonato piuttosto ( prescindere dall'intento reale) una vera e propria offesa alla memoria così gelosamente difesa e custodita. Tanto da suscitare un moto di indignazione che ha portato a rimuovere autonomamente e come atto di protesta popolare, l'insegna stessa, ancor prima che lo facessero i vigili del fuoco interpellati dalle forze dell'ordine giunte sul posto.
A renderlo noto, con un comunicato, sono “Quelli del 25 aprile” il comitato promotore della festa nel quartiere romano: “... dopo una rapida trattativa telefonica fatta col responsabile centrale della Digos – si legge nel comunicato- abbiamo concordato che dopo una decina di minuti che servivano alla polizia scientifica per fare i rilievi di routine, noi cittadini del quartiere avremmo divelto la scritta provocatoria e l'avremmo consegnata successivamente alla Digos, e così è stato. Prima a martellate, e poi con una sega, abbiamo eliminato la provocazione. Durante questi momenti abbiamo mandato via anche i vigili del fuoco sopraggiunti, dicendo loro che eravamo noi cittadini e solo noi cittadini che ci assumevamo tutta la responsabilità di portare a termine un'azione del genere!”
Un'azione antifascista, hanno voluto sottolineare nella nota e dunque necessariamente popolare.


I pochi passanti che osano camminare sotto la pioggia romana, in zona Pigneto, di questo 25 aprile, giorno della Liberazione e di Pasquetta si sono trovati di fronte ad una spiacevole sorpresa. Una larga insegna in ferro battuto è comparsa questa mattina sul ponte della Circonvallazione Casilina: “ Il lavoro rende liberi”. La scritta in inglese ( e non in tedesco), forse per essere intellegibile ai più campeggia alta e ben visibile a chi si dirige verso l'isola pedonale. Per chi ha memoria storica, anche semplicemente scolastica, questa frase dovrebbe richiamare i ricordi peggiori della nostra storia recente. I pochi presenti osservano indignati. Qualcuno potrebbe pensare a uno scherzo di cattivo gusto ma,  una scritta del genere collocata in uno dei luoghi simbolo della Resistenza romana e nel giorno in cui a Porta San Paolo si commemora la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo suona piuttosto come un'odiosa provocazione per i tanti che oggi avrebbero piuttosto voluto trascorrere una serena giornata di festa come quella che da dieci anni si celebra ormai in questa parte di Roma richiamando gente da tutta la città e da fuori Roma. Sul luogo sono già arrivate le forze dell'ordine per i rilevi del caso e per accertare i possibili fautori.
In una città tappezzata da manifesti e scritte che rinnegano il 25 aprile come festa nazionale e inneggiano ancora al passato fascismo, e di ftronte a chi anche in Parlamento avanza la proposta di eliminare il reato di "apologia del fascimso" perchè "superato" storicamente, forse, un atto del genere dovrebbe tornare a far riflettere.


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