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Articolo 21 - ESTERI
Se questa è una delusione
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di Riccardo Cristiano*

Se questa è una delusione Chi voleva che il presidente degli Stati Uniti d’America parlasse come un acuto professore della Georgetown University, uno di quelli con tendenze un po’ progressiste magari, è andato certamente deluso. Non ha detto che Bashar al Assad deve andarsene prima di subito, non ha detto che i sauditi dovrebbero seguirlo presto, molto presto, non ha detto che la colonizzazione dei territori militarmente occupati da Israele dal 1967 è un’illegalità ormai insopportabile, non ha detto…

Io non sono tra quelli che chiedeva a Barack Obama di esprimersi in termini oggettivamente impossibili per l’erede di un impero in crisi, un impero che ha sostenuto il regno delle tenebre saudita sin dalla sua nascita, che non ha mai condannato la colonizzazione dei territori occupati da Israele dal 1967 a oggi, che non ha mai fatto coincidere i proprio valori con le politiche perseguite in quest’area nevralgica del mondo.

A mio avviso Barack Obama ha detto il massimo che poteva dire un Presidente degli Stati Uniti d’America sul diritto anche dei popoli arabi alla libertà, sulla impresentabilità umana e civile del regime siriano, sulla necessità che si riparta dai confini del ’67 per trovare una pace tra israeliani e palestinesi.

Forse hanno ragione quelli che osservano che ai paesi arabi non servono aiuti, basterebbe la restituzione dei malloppi loro sottratti dai satrapi che li governano e li hanno governati in questi decenni. Questo impegno, aiutare i defraudati a riottenere il loro è l’anello mancante nel discorso del presidente.

Ma l’offerta di aiuto a Egitto e Tunisia è una prova di “vicinanza politica” alle ragioni del cambiamento, è la scelta di rompere il cerchio di gesso per cui ogni cambiamento nel mondo è foriero di guai e allora…  allora meglio tenersi questi regimi cancerogeni e tutte le metastasi che hanno creato, a cominciare dal fanatismo per arrivare fino al khomeinismo, per poi dire che si è contro il fanatismo e il khomeinismo.

Obama ha rotto il circolo vizioso che dal 1967 soffoca il mondo arabo: A) l’Occidente  sostiene i regimi arabi, B) i regimi reprimono ogni dissenso politico, l’unico che non possono far tacere è quello religioso, C) così facendo i regimi distruggono la società e ammalano la religione che diviene la casa madre di un’opposizione disperata e alla fine assassina, D) per combattere la quale l’Occidente rinsalda i suoi legami con i regimi e con Israele fino a fingere di non vedere i loro eccessi in nome della necessità di arginare i fanatici, i cui eccessi sarebbero maggiori, E) i regimi diventano caricature di se stessi ma nessuno dice niente.

Il presidente più debole della recente storia americana non poteva dire di no a questo paradigma politico se non in modo “debole”, “contenuto”, ma lo ha fatto. E il risultato lo hanno visto, con qualche ora di ritardo, anche i giornali italiani. Repubblica infatti titola così: “Obama, Israele nei confini del 67. Netanyahu e Hamas dicono no”. Più chiaro di così!

*da www.ilmondodiannibale.it

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