Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - CULTURA
Si sbaracca la cultura? Succede a Roma
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Gian Mario Gillio

Si sbaracca la cultura? Succede a Roma Ma che succede a Roma, si sbaracca la cultura? Pare proprio di sì. Succede, ad esempio, che una libreria storica e importante che si chiama Bibli – un vero e proprio centro culturale nel cuore di Trastevere – oggi debba chiudere. Questa libreria ha sempre ospitato la cittadinanza e fatto da megafono alla cultura italiana – sì, italiana, perché quasi tutti – intellettuali, autori, politici, studenti, professori, provenienti da tutto il paese, e non solo – almeno una volta nella propria vita, sono entrati in quel luogo magico che in sedici anni di attività ha proposto dibattiti negli accoglienti spazi dal sapore antico. Una libreria che è sempre stata amplificatore di arte e cultura, musica e formazione, grazie ai diversi momenti dedicati a tutti, dai più giovani ai più anziani. Sì anche a loro. Bibli dal 30 giugno chiuderà i battenti perché gli accordi presi con il comune di Roma e con l’allora sindaco Walter Veltroni per l’affitto dei locali oggi non sono più in essere.
Cambia il sindaco, cambia la giunta, cambia tutto. Cambia anche l’affitto! Dunque dopo aver resistito fino all’ultimo, Ana, Mita, Ramona, Livia, Agneska ed ancora Giovanni, i librai Leonardo, Chiara, Raffaele e Rolanda, da fine mese entreranno a far parte di quella categoria che oggi va molto di moda, quella dei disoccupati, o se preferite in attesa di occupazione, loro malgrado. Si può fare qualcosa, caro sindaco Alemanno, per difendere il loro diritto al lavoro e il nostro diritto (come fruitori di un servizio che ritenevamo importante) a poter usufruire della cultura? Succede, sempre a Roma, che si decida di occupare lo storico Teatro Valle: «Le politiche governative stanno dismettendo una funzione essenziale che la Costituzione italiana assegna allo Stato: la promozione e la tutela dei Beni Culturali», hanno ricordato in un appello, tra gli altri, Franca Valeri, Andrea Camilleri, Giovanna Marini, Toni Servillo, come primi firmatari di una lunga e prestigiosa lista. «Come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte – si legge nell’appello –, vogliamo essere riconosciuti come interlocutori indispensabili nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore, il nostro lavoro, la nostra vita. Luoghi che dovrebbero essere destinati alla creatività e all’innovazione, dal Teatro Valle a Cinecittà, hanno perso negli anni la loro identità fino ad essere completamente smantellati o privatizzati». Si può fare qualcosa, caro sindaco Alemanno, anche solo mettere una parola buona? Oppure, caro sindaco, ritiene che non ci resti che andare a «berci su» un Mojito? Un buon modo per affogare i nostri dispiaceri cavalcando la movida del neonato locale «Stazione Nord» di Casa Pound. Speriamo in cuor nostro, caro sindaco, sempre sensibile alle diverse richieste, che decida di intervenire e ridare, anche a tutti noi, «gente strana», la possibilità di poter vedere garantite le professioni e le «bizzarre» e vecchie abitudini letterarie e artistiche.
 

Letto 7066 volte
Dalla rete di Articolo 21