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Cara Rai, così ci perdeRai. Una iniziativa unitaria aperta ai lavoratori e alle associazioni della comunicazione
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di Reporter Senza Rete

Cara Rai, così ci perdeRai. Una iniziativa unitaria aperta ai lavoratori e alle associazioni della comunicazione

Sarà un Natale difficile per molti operatori del mondo della comunicazione e dell’audiovisivo. Con la completa liberalizzazione degli obblighi di produzione e  investimento a carico di tutti i fornitori di contenuti definita dal Governo, non esiste più l’obbligo di produzione e investimento in opere audiovisive europee recenti di produttori indipendenti nella misura del 10% netto del totale dei ricavi. Poi c’è il versante Rai. L’azienda sta procedendo a tagli indiscriminati delle professionalità (giornalisti con contratti irregolari, programmisti, tempi determinati, autori), chiudendo produzioni e penalizzando quella “fucina” culturale che era una volta l’azienda pubblica televisiva.

Spaventosi i tagli a Rai International che sono stati sbattuti sul tavolo dal neo direttore Renzoni alla presentazione del piano editoriale. Dal 31 dicembre verranno chiusi i Focus, ovvero 5 rubriche di testata, e due programmi di rete. Senza preavviso, viene interrotto il contratto a 5 giornalisti che lavorano in testata e il totale dei contratti cessati sarà di  25-30 persone. Siamo solo al'inizio di un processo di impoverimento dei contenuti, delle trasmissioni, delle risorse umane dell'azienda. E a Rai International si fanno le prove generali di quei tagli che, c’è da scommetterci, interesseranno tutte le testate.

Il prodotto televisivo e radiofonico diventa più povero, meno concorrenziale e si arriverà sempre più alla omologazione di tutti i contenuti: d’intrattenimento, d’informazione d’approfondimento, di temi culturali, di documentario.

La Rai perderà appeal e la situazione, già difficile, peggiorerà ulteriormente. A farne le spese, innanzitutto, saranno gli abbonati che assisteranno non più a nuovi progetti e nuove idee di televisione ma a format preconfezionati, nelle mani di grandi aziende di produzione o alcuni prezzolati professionisti. Il resto non esisterà più.

Ed è proprio di questo “resto”, che è meraviglioso, che dovremmo occuparci, con una iniziativa mai pensata e mai realizzata prima. Come gruppo di “Reporter Senza Rete” che raggruppa comunicatori italiani che lavorano nelle principali aziende editoriali con contratti irregolari, ovvero che non rispondono alle mansioni che poi vengono svolte all’interno delle testate (radiofoniche, televisive, di carta stampata, on line e nelle agenzie di stampa), lanciamo una proposta a tutti gli amici della Federazione Nazionale della Stampa, all'UsigRai, ad Articolo 21, ai sindacati dei lavoratori della comunicazione e, in modo particlare, agli amici del MovEm09.

Assegniamo i Telesogni e i Radiosogni, parliamo di quel che accade se la Rai farà a meno delle produzioni indipendenti e del nostro lavoro. Che cosa mancherà nei palinsesti? Come saranno penalizzati i contenuti?

Proponiamo una tre giorni di incontri, da tenere in un luogo che individueremo insieme, a cui invitare gli abbonati della Rai, il mondo della comunicazione italiana per spiegare a tutti quello che c’era e quello che non c’è più o non ci sarà più. Con la visione di pagine di televisione e l’ascolto di momenti radiofonici che spariranno dai palinsesti. Metteremo in mostra il lavoro di tanti piccoli produttori e di tanti colleghi scaduti o allontanati che hanno realizzato momenti di Tv e radio che spariranno nel prossimo futuro. O che sono già spariti per censure o opportunismi.

Stiamo pensando a proiezioni e ascolti aperti al pubblico, confronti e discussioni tra gli autori, i giornalisti che quel lavoro hanno prodotto; pensiamo anche ad una vetrina delle professionalità abbandonate, delle quale il servizio pubblico sceglie di fare a meno perché “si deve risparmiare” ma contemporaneamente si nominano vicedirettori a non finire anche al di fuori delle professionalità aziendali.

Assegniamo a loro, a questi “sognatori” di radio e di tv i Telesogni e i Radiosdogni, ovvero un omaggio alle capacità, alla creatività, ai curricula di questi tanti professionisti, dicendo a voce alta: “Cara Rai, così ci perdeRai”.

Reporter Senza Rete (ci trovate su Facebook come reporter senza rete)
oppure in internet: www.giornalistinvisibili.org


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