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Bolognesi : "Quando si chiede giustizia si rischia di finire in tribunale"
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di Redazione

Bolognesi : "Quando si chiede giustizia si rischia di finire in tribunale"

Fabio Garagnani, 60 anni, deputato bolognese e coordinatore del Pdl a Bologna (non senza avversari dentro al partito tanto che si presenterà dimissionario alle prossime assise) ha innescatato una grossa polemica. Ha presentato un esposto alla Procura sulle parole pronunciate dal presidente dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980 (85 morti), Paolo Bolognesi, durante la commemorazione di martedì scorso. Secondo il parlamentare PDL si configurerebbe la violazione dell'articolo 290 del Codice Penale: "Vilipendio della Repubblica, delle assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte Costituzionale o l'Ordine Giudiziario".

Ne abbiamo parlato con Paolo Bolognesi Bolognesi, come ci si sente sul banco degli “imputati”?

“Guardi, io nel momento in cui chiedo giustizia e verità per le vittime delle stragi e del terrorismo, credo di starci anche bene. Ci sto anche volentieri sul banco degli imputati. Perchè se in questo Paese siamo arrivati al punto che per andare a richiedere giustizia e verità si rischia di finire in tribunale, significa che a livello di democrazia abbiamo toccato un punto molto basso”.

Il problema democrazia chiama in causa, nel caso della strage di Bologna, anche la questione del segreto di Stato, che lei ha ripreso con forza nell’ultima commemorazione del 2 agosto …

“Il segreto di Stato è la chiave di volta dell’intera questione. Si dice spesso : “ qui hanno nascosto tutti i documenti, non c’è più niente da scoprire”, ecc.; però io vedo che tutti i governi che si sono succeduti su questo argomento hanno dimostrato una totale reticenza. Io sono convinto che su stragi e terrorismo, invece, c’è ancora molto da scoprire e, sicuramente, nell’ambito dei vari servizi segreti e di diversi ministeri esistono carte utili per scoprire la completa verità e arrivare ai mandanti. E’ per questo che risolutamente non vogliono aprire gli archivi.”

Le sue affermazioni, come Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, ma anche quelle analoghe di magistrati e giornalisti che hanno investigato in questi anni sulla strage, non sono nuove. Come mai, ora, ce la si prende con lei? Forse perché l’Associazione è il soggetto più esposto, o più debole?

“ E’ dall’84 che insistiamo su questo argomento; probabilmente abbiamo fatto breccia su tanti cittadini, ed è questo a dare una grande noia; da tempo, poi, affermiamo che esiste realmente la possibilità di arrivare ai mandanti. Credo che questo sia uno degli aspetti che disturba di più sia i mandanti, sia gli ambienti a loro vicini”.

La commemorazione del 2 agosto non può essere letta con le lenti di un evento rock, ma certo la presenza dei cittadini nella recente occasione è stata fortissima e partecipata; più che negli anni precedenti…

“Probabilmente in molti hanno capito che o si sblocca la questione del segreto di Stato, o un vero cambiamento in questo Paese non avverrà mai. La verità sulle stragi e il terrorismo è fondamentale per rendere compiuta la nostra democrazia”.

FIRMA LA PETIZIONE: Anche io sto con Paolo Bolognesi. Ci autodenunciamo come complici


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