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Articolo 21 - INTERNI
Il commissariamento c’è ma non si vede
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di Nicola Tranfaglia

Il commissariamento c’è ma non si vede La crisi italiana ha contemplato un’altra stazione del suo cammino   grottesca e drammatica. Un governo presente, con il suo superministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che ha affrontato senza neppure la presenza del presidente del Consiglio,non altrove impegnato, le domande della maggioranza e dell’opposizione sulla lettera della Banca Centrale Europea e sulle linee delle scelte economiche imminenti.
Risultato: la lettera è chiusa nello scrigno del governo che non la vuole (dice che non la può ma non possiamo proprio  credergli) comunicare al parlamento e alle opposizioni.
Esiste dunque il commissariamento dell’Italia ma non sappiamo in quali termini, né noi cittadini della repubblica né i leader e i dirigenti  dei partiti politici presenti in parlamento.
Una condizione assurda in un sistema politico democratico ma di cui non sembrano volersi  rendere  conto né il leader populista che la governa né i suoi ministri più o meno importanti. Tremonti conta,come è ovvio,ma gli altri contano meno di un cent.
Ora, con grande fatica,si è giunti vicini al dunque. Anche grazie al nostro capo dello Stato che del tutto a ragione (e glie ne va reso, ancora una volta, merito) la procedura si è accelerata e nei prossimi giorni avremo, o dovremmo avere, il testo del decreto legge che il governo emanerà per le misure economiche e i disegni di legge per intervenire nei mesi prossimi sugli articoli 41 e 81 della Costituzione messi in discussione.
Questa seconda parte è- come è noto-  più complessa e difficile da prendere in considerazione ma di questo si parlerà nei prossimi mesi e  nelle sedi culturali e politiche adeguate e ,dunque, mettiamo per ora da parte il problema.
Restano  in evidenza i criteri e le scelte del prelievo fiscale da compiere:verso quali ceti sociali,con quale gradualità e con quali criteri determinanti. Questo non è ancora chiaro dopo più di un mese che il governo parla della necessità di una manovra economica. E questo è davvero incredibile.
Sembra di capire che non sia possibile non intervenire con una tassazione più forte nei confronti delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni personali e societari.
Ma non si conosce ancora la misura e il ministro dell’Economia si guarda bene dal comunicarla.
Per quanto riguarda le pensioni e i redditi dei funzionari pubblici esistono opposizioni anche all’interno della maggioranza(la Lega Nord) ma sembra di capire che la Banca Centrale Europea avrebbe suggerito di intervenire e non è escluso che l’intervento, sia pure salvaguardando almeno  i diritti acquisiti,diventi necessario almeno temporaneamente e soltanto per alcune situazioni.
Peraltro il campo dell’evasione fiscale e degli sprechi istituzionali(a cominciare da quelli degli organi costituzionali e della politica)non possono essere accantonati né preservati ma devono,nella situazione attuale,essere sfruttati fino in fondo. Le indicazioni del segretario del PD, Bersani, sul dimezzamento dei parlamentari (e, ovviamente, delle spese delle Camere) devono essere prese in considerazione e attuate in tempi rapidi, se si vuole evitare di allargare ancora l’abisso che si è scavato in Italia tra la classe politica e la società italiana e che costituisce a sua volta un problema da affrontare per la costruzione, auspicabile in futuro di una società democratica.
Stando così le cose è difficile far previsioni su quello che succederà nelle prossime settimane. Assisteremo, con ogni probabilità, a lavori parlamentari agostani e settembrini di notevole intensità per preparare il seguito della legislatura ma un’azione prevedibile delle opposizioni punterà a verificare, con gli strumenti a disposizione, la tenuta del governo che sembra diviso tra obbiettivi diversi e volontà in conflitto. Le opposizioni ripetono di continuo che il governo non esiste e che ne occorre uno nuovo. Ne sono convinto anch’io ma dubito che ci si possa arrivare in questa legislatura e penso che sia necessario arrivare, tra alcuni mesi,a elezioni politiche da cui tutto dipenderà in seguito.
C’è da sperare,come abbiamo visto,che questo possa avvenire al più presto ma non sappiamo ancora come e quando. Il che, in una repubblica democratica, non è piacevole né rassicurante. Ma questa è oggi la crisi italiana ed è il caso di prenderne atto a metà agosto del 2011.

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