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10, 100, 1000 piazze Tahrir. Indignamoci tutti insieme prima che sia troppo tardi
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di Giuseppe Giulietti

10, 100, 1000 piazze Tahrir. Indignamoci tutti insieme prima che sia troppo tardi "Se servirà promuoveremo un referendum per decretare la secessione della Padania.."
"No, non  mi presenterò davanti ai giudici...."
"Subito una legge per impedire che siano rese note le intercettazioni..."
"Non siamo più un paese democratico.."
Forse solo quest'ultima affermazione contiene qualche grammo, e forse più, di verità, per il resto siamo ormai di fronte ad un delirio fangoso, di tipo eversivo, che configuta quello che Gramsci avrebbe definito " il sovversivismo delle classi dirigenti".

Come altro definire un presidente del consiglio diventato la vergogna del mondo, e che invece di presentare le scuse e le dimissioni, annuncia che sarà lui a " far fuori" i suoi accusatori, perchè lui, in quanto  eletto, non è processabie, anzi non deve proprio rispondre dei suoi comortamenti ?
Cosa dire di un ministro, Bossi, che annuncia una vera e propri marcia contro la repubblica " una e indvisile, con Roma capitale.."?

Finiamola con i sorrisini , con le battutine, con la presunzione e il cinismo di chi crede di averle viste tutte e di sapere tutt. Questo  gioco, irresponsabilmente alimentato da cortigiani, servi, poteri più o meno forti, e da" quelli che non è ancora il momento"  potrebbe davvero finire in modo tragico, in ogni caso solo uno sciocco può negare che l'Italia sia ormai  entrata in una fase di vera e proria " emergenza democratica".

Ciascuno, istituzioni, organi di garanzia, forze  dell'ordine, forze politiche e sociali , la chiesa e le chiese, ha il dovere di mettere fine a questo spettacolo osceno, di sollecitare le dimissioni di una persona palesemente squilibrata  e pericolosa,  di alzare la voce prima che il sipario cali e che riescano ad approvare persino la legge bavaglio.
Per quanto ci riguarda, come sempre e come ci ha sempre spronato a fare il nostro presidente Federico Orlando, parteciperemo a tutte le iniziative, da chiunque promosse, che  metteranno al centro l'amore per   la legalità repubblicana, e ci saremo con la bandiera tricolore  e con il testo della Cotituzione come unici simboli di riconoscimento.

Il 25 settembre saremo alla marcia Perugia Assisi con migliaia di donne e di uomini che ceredono nei valori della pace, del disarmo, del dialogo, e che dedicano ore delle loro vite agli altri, in Italia e nel mondo. Altro che Tarantino e Lavitola...

Il 1 ottobre risponderemo si all'appello di Vendola che ci ha invitato  ad essere con Lui  nelle vie di Roma per protestaee contro la macelleria sociale, etica, politica in  atto.
Allo stesso modo saremo con gli studenti il 7 ottobre quando faranno sentire le lor voci contro la distruzione della scuola pubblica, ed il 15 ottobre non mancheremo alla manifestazione  promossa a Roma da decine e decine  di associazioni che reclamano non solo la legalità costituzionale, ma anche quella equità sociale che sembra  essere ormai sparita dalle agende politiche e mediatiche.

Il 5 novembre, infine, parteciperemo anche alla manifestazione annunciata dal segretario del pd Bersani, perchè è essenziale essere tutti  con tutti, nel pieno di una crisi senza precedenti e dagli sbocchi non prevedibili e non scontati, come ha scritto in modo esemplare  Eugenio Scalfari, nel suo editoriale di domenica scorsa.
Saremo presenti, duqnue, a tutte le inziative già annunciate e a quelle che saranno annunciate, ma continuiamo  a pensare che bisognerà prevedere, ora e subito, una sola  grande manifestazione unitaria capace di durare giorni e giorni, e che si ponga  l'obiettivo di staccare la spina, di mettere fine all'incubo, di presidiare la legalità repubblicana e di farlo con grande sobrietà,  ma anche con la più assoluta determinazione, con una intransigenza democratica che faccia capire a tutti, ma davvero a tutti,  che il limite è stato ormai passato, che le elezioni immediate sono ormai l'unoca possibilità prima che il quadro politico ed istituzionale degeneri ulteriormente.

Se e quando Berlusconi e i suoi tenteranno davvero di imporre un immenso bavaglio sulla pubblica opinione, quello sarà il momento nel quale convocare una grande iniziativa comune , di occupare mille piazze reali e virtuali, di "indignarsi" e di  ribellarsi all'ordine ingiusto, per una volta sarà davvero il caso di riporre gelosie, primati di sigla, spirito di parte o di partito, inutili  distinzioni tra radicali e moderati.

Ci sono momenti nei quali bisogna  essere capaci di ritrovarsi accanto anche a chi non avresti mai voluto vedere e tanto meno salutare. Nel  passato, anche in quello della nostra nazione , chi ha preferito la srada della " bella solitudine" e delle " belle bandiere" da sventolare con i propri simili, ha poi avuto molto tempo per pentirsi e per riflettere sugli errori commessi.
Sarà bene non riprovarci!

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