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Nessun dorma: pensionati in piazza
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di Carla Cantone*

Nessun dorma: pensionati in piazza

Il 28 ottobre i pensionati e le pensionate dello Spi-Cgil saranno in piazza del Popolo a Roma per manifestare contro le politiche del governo. Nessun dorma, è questo il titolo che abbiamo voluto dare alla manifestazione perché crediamo sia giunta l’ora di un risveglio collettivo per chiedere con forza a questo governo di fare un passo indietro e per consentire al paese di tornare ad un livello di civiltà, di giustizia e di uguaglianza.
Tante sono le ragioni per cui i pensionati hanno deciso di scendere ancora una volta in piazza.
Le recenti manovre economiche hanno, infatti, colpito pesantemente i redditi da pensione ed hanno portato a tagli indiscriminati agli enti locali con il conseguente smantellamento del welfare pubblico.
E’ bene ricordare che negli ultimi quindici anni il potere d’acquisto delle pensioni è diminuito del 30% e che il 65% dei pensionati percepisce meno di 750 euro al mese.
Sono ben tre milioni, invece, quelli che non arrivano nemmeno a 400 euro mensili.
Molto preoccupante è il differenziale di reddito tra uomini e donne.
Secondo un’analisi dello Spi-Cgil, infatti, queste ultime ricevono una pensione che è la metà di quella percepita dagli uomini.
A fronte di questa situazione il governo pensa solo ed esclusivamente all’innalzamento dell’età pensionabile come panacea di tutti i mali e come strumento per recuperare risorse.
 La manovra d’estate ha già provveduto ad aumentare quella delle donne, che in questo modo andranno in pensione più tardi di quelle di tutto il resto d’Europa.
Le manovre hanno, però, prodotto un effetto devastante soprattutto per quanto riguarda il sistema del welfare e dei servizi alla persona.
Gli enti locali saranno privati di 6 miliardi di euro nel 2012 e di altri 3,2 miliardi nel 2013. Tutto questo porterà alla privazione di qualsiasi forma di assistenza per il 20% delle persone disabili del nord, per il 30% al centro e per il 50% al sud.
E’ stato, inoltre, azzerato il fondo per la non autosufficienza che era faticosamente arrivato ad un ammontare di 400 milioni di euro nel 2009.
Il governo ha dato, inoltre, vita ad una vera e propria tassa sulla salute introducendo un superticket di dieci euro su ogni ricetta per prestazioni di diagnostica e specialistica e un altro da 25 euro per il pronto soccorso.
Il fondo sanitario, invece, perderà 12 miliardi di euro. Tutto ciò avrà un effetto devastante sul sistema sanitario, che fornirà meno servizi, a costi più elevati e con evidenti disagi per gli utenti, la maggior parte dei quali sono anziani.
Vergognosa è anche la delega fiscale, con un taglio entro il 2013 del 20% delle detrazioni che finirà per interessare solo le famiglie con figli, anziani o disabili a carico.
Appare, quindi, evidente come tutte le misure approntate dal governo abbiano un taglio profondamente classista ed iniquo e che colpiscano solo ed esclusivamente le fasce più deboli e bisognose del paese. Fasce che rappresentano milioni di persone, spesso invisibili e di cui si parla poco perché non fanno rumore.
Nulla è stato fatto, invece, per tassare le grandi ricchezze e i patrimoni e meno che mai per stroncare l’evasione e per ridurre gli sprechi.
E’ questo il segno di un governo che sa solo essere forte con i deboli e debole con i forti condannando milioni di pensionati ad un reddito da fame e ad un sistema pubblico di assistenza sempre più oneroso e sempre meno efficiente.
Ecco perché lo Spi-Cgil ha ritenuto non fosse più rinviabile una forte e determinata mobilitazione di massa.
Il 28 ottobre in piazza del Popolo ci saranno migliaia di pensionati e di pensionate che rivendicheranno il diritto ad avere una pensione giusta e dignitosa ma anche un’occupazione certa e stabile per i giovani perché solo così è possibile rendere sostenibile il sistema previdenziale di questo paese.
Sarà una piazza piena di uomini e di donne che, con l’unica arma della rivendicazione politica, chiederanno un profondo e radicale cambio di rotta.

*Segretario generale Spi-Cgil


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