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Capodanno sul tetto per i lavoratori dei treni notte
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di Bruna Iacopino

Capodanno sul tetto per i lavoratori dei treni notte Anche in via Prenestina 135 ci si prepara a festeggiare il Capodanno. Dopo 36 giorni di occupazione ininterrotta dello stabile FS e un Natale passato lontano da casa, le speranze rimangono poche. Anche l'ultimo tavolo convocato al Ministero qualche giorno prima di Natale ha dato un nulla di fatto, ma i lavoratori di Rsi Italia, Servirail e Wasteel non demordono. Da quello stabile non intendono muoversi fino a quando la vertenza non darà esiti positivi per tutti gli 800 licenziati.
Gli abitanti del quartiere sono ormai abituati a quegli striscioni che da novembre tingono di bianco rosso e nero una delle principali arterie romane, non fanno neanche più caso al fantoccio impiccato che pende dall'alto come un monito, solidarizzano come possono portando vivande mentre i passanti osservano incuriositi le tende che da qualche tempo invadono il tetto e dove a turno si dorme la notte, sotto l'umido cielo romano.
La Angel service, subentrata nel servizio accompagnamento notturno ha solo in minima parte riassorbito il personale licenziato e solo a vantaggio dei conduttori, dicono dal presidio, mentre i manutentori continuano a rimanere fuori e le loro mansioni vengono in parte sopperite dal personale ferroviario in servizio. Delle promesse non si fidano, non si fidano dei comunicati attraverso i quali Fs annuncia entro ventiquattro mesi il riassorbimento dei licenziati. “ Tutte promesse, ma nulla di scritto” dicono. La mobilitazione dunque va avanti nei modi più vari. Se l'altro giorno stavano di fronte a Palazzo Chigi per farsi sentire dal nuovo governo, in occasione della conferenza stampa di fine anno, domani alle 11 del mattino si ritroveranno tutti insieme alla stazione Termini dove abbelliranno l'albero di Natale con le loro lettere di licenziamento, mentre per la notte si stanno già attrezzando con musica e cotillon per attendere il nuovo anno sul tetto di via Prenestina costringendo anche i più distratti ad accorgersi che loro ci sono ancora.
L'ultima chance rimane affidata ai tavoli regionali che dovrebbero aprirsi nelle regioni interessate. Il primo a partire, in data odierna, quello in Lombardia, mentre continuano a rimanere in stallo Piemonte, Lazio, Puglia e Sicilia.

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