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Liberté, fraternité, Berlusconité. La Giustizia che (non) ci meritiamo
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di Ugo Dinello

Liberté, fraternité, Berlusconité. La Giustizia che (non) ci meritiamo

Ma ve lo ricordate il presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica? Quello che si stracciava le vesti per "l'enormità" spesa dallo Stato per le intercettazioni? E il suo avvocato, quello promosso sul campo a parlamentare, che parlava di "riforma della Giustizia necessaria per non avere disparità tra accusa e difesa"? Se voi pensate che abbiano parlato per interesse personale, cioè che tentino di introdurre quella che viene spacciata come "Riforma dell'ordinamento della Giustizia nella Repubblica Italiana" solo per introdurre qualche salvacondotto personale, beh, sono fatti vostri. Noi ci limitiamo a far notare in cosa consistono le prime mosse del loro partito, il Pdl.
Si tratta di proposte di modifiche da presentare martedì in Commissione Giustizia del Senato, dove il disegno di legge è in discussione. Sono proposte che secondo l'Ansa sono state preparate dal  deputato del Pdl e legale di Silvio Berlusconi, Niccolo' Ghedini (ancora lui!) e dal relatore del provvedimento Roberto Centaro
Entrambi riguardano quello che in Italia viene chiamato dai suoi autori "Disegno di legge Alfano", oppure "Disegno di legge anti intercettazioni" o anche "Disegno di legge per la tutela della privacy", ma che in tutto il mondo viene invece chiamato "Bavaglio alla stampa" e che vieta ogni pubblicazione di notizie, anche se queste riguardano aspetti essenziali della vita repubblicana, su inchieste.
 
Il primo prevede che se in un processo vengono disposte delle intercettazioni perche' si pensa che sia ravvisabile un
certo tipo di reato e poi questo invece diventa altro, il Pm dovra' ricominciare tutto daccapo perche' il contenuto delle
conversazioni non potra' piu' essere usato come prova a carico dell'imputato.
Quindi se io sto intercettando un maniaco per stalking e durante il processo viene fuori che l'accusa si trasforma in violenza sessuale, lo Stato dovrà gettare via tutte le intercettazioni perché non avrebbero più valore.
Voi direte: è uno scherzo?
Magari. Ma oltre a dare una mano a stupratori, pedofili, trafficanti di esseri umani e politici malandrini (eh sì), questo provvedimento voluto dal partito di Silvio Berlusconi porterà a un'impennata vertiginosa del volume e delle spese delle intercettazioni.
Il secondo provvedimento riguarda infine l'accusa: se un pubblico ministero parlerà della vicenda oggetto del processo dovrà essere immediatamente sostituito.
Quindi: gli avvocati potranno fare dichiarazioni alla stampa, attaccare l'inchiesta, dire - tanto per fare un esempio - che è politicizzata. I pm dovranno tacere, non potranno difendersi e spiegare. Vietato.
E giusto per non farsi mancare nulla gli avvocati-parlamentari del presidente del Consiglio della Repubblica, Silvio Berlusconi, in nome della parità di trattamento di tutti i cittadini, invocata dal premier, vogliono introdurre una simpatica idea: il Pdl insiste infatti propone di vietare ogni intercettazione a carico di avvocati,  anche su utenze diverse da quelle a loro intestate o usate abitualmente.
Insomma basterà avere amico un avvocato, come Ghedini tanto per fare un esempio, per poter organizzare al telefono reati di ogni genere e dormire tra quattro guanciali.
Alla faccia dell'uguaglianza.
 

 


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