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Acqua pubblica e ritorno al nucleare: parte la mobilitazione
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di redazione

Acqua pubblica e ritorno al nucleare: parte la mobilitazione

Mentre si continua a discutere di leggi ad personam e giustizia da riformare, il dibattito fra la gente e i movimenti è indirizzato su due temi forse meno caldi, ma di uguale impatto sicuramente più immediato per i cittadini: la privatizzazione dell'acqua e il ritorno al nucleare. I sostenitori dell'acqua “bene comune” lo avevano annunciato già in fase di dicussione del “decreto Ronchi”, ribadendolo dopo l'approvazione col voto di fiducia: se il decreto fosse passato si sarebbe avviata immediatamente la raccolta firme per andare al referendum popolare. C'è voluto un po', incontri discussioni e alla fine nella giornata di ieri è stato ufficialmente presentato a Torino il Comitato referendario SI’ ACQUA PUBBLICA* che lavora nell’ ambito del Forum Italiano Movimenti Acqua Pubblica insieme a forze politiche, associazioni dei consumatori e  movimenti per l’abrogazione dei provvedimenti di privatizzazione dell’acqua, e il simbolo della campagna referendaria. Componenti dell’ Ufficio di Presidenza del Comitato Alberto Lucarelli (docente di Diritto Pubblico all’Universita’ di Napoli e Sorbona di Parigi), Ugo Mattei (docente di Diritto Civile all’Università di Torino) e Roberto Placido (consigliere regionale Pd). “Vogliamo che l’acqua rimanga un bene di tutti – dichiara in un comunicato Roberto Placido , consigliere regionale Pd e uno dei promotori dell’iniziativa – e lavoreremo per sostenere in tutte le sedi una grande campagna a sostegno e tutela dell’ acqua come bene comune, soprattutto per le generazioni future. Non siamo d’accordo con chi porta avanti posizioni che accontenterebbero gli interessi economici di pochi. Pensiamo invece che si debba ragionare sull’acqua come fonte di ricchezza da gestire nell’interesse di tutti. Per questo siamo contenti della decisione della Regione Piemonte di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge del Governo”.
L'azione referendaria viene promossa a qualche anno di ditanza dalla deposizione in Parlamento della proposta di legge popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua, proposta sostenuta da 600.000 firme, ma rimasta bloccata nell'iter di dicussione parlamentare. E si parte dunque da Torino.
Ma le azioni non si fermano solo a questo, il Forum dei movimenti per l'acqua ha lanciato nell'ultimo periodo una serie di proposte che mirano innanzitutto al coinvolgimento pieno e dunque ad una presa di posizione a livello locale, da parte di comuni e province, e che vengono così enucleate sul sito di riferimento http://www.acquabenecomune.org/index.php

-una proposta di delibera d’iniziativa popolare, per la quale si devono raccogliere le firme e presentarle presso l’Ente Locale (Comune o Provincia) affinchè venga discussa

-una proposta di delibera "tipo", modificabile e adattabile alle esigenze locali. Tale proposta può essere direttamente promossa dal Sindaco, dalla Giunta, dal Consiglio Comunale o Provinciale, da un Consigliere comunale o provinciale.

-una proposta di modifica/integrazione dello Statuto Comunale o Provinciale. Tale proposta dovrà raggiungere una maggioranza pari ai 2/3 del Consiglio Comunale o Provinciale.

-un possibile percorso di ripubblicizzazione del SII alla luce dell’approvazione dell’art. 15 Dl 135/09.

Nell'ambito di questa campagna varie iniziative sono previste a livello locale nelle singole regioni, da nord a sud.

Più fumosa, invece, la questione del ritorno al nucleare. Al di là del fatto che ancora poco o nulla si sa in merito alla scelta dei possibili siti di destinazione per i nuovi impianti, un non secco è arrivato ieri da parte della conferenza delle regioni, con l'unica eccezione di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia-Giulia. A tal proposito ben 11 regioni avevano presentato ricorso presso la Corte costituzionale e avevano chiesto al Governo di attendere l'esito prima di passare all'approvazione definitava del decreto. 
Dubbi e contrarietà anche da parte dell'Anci, tramite il presidente Chiamparino, che pone l'accento sulla "dismissione dei vecchi siti nucleari, a partire dalla necessita' liberare le aree dai vincoli e individuare tutte le iniziative utili alla riqualificazione e rivalutazione dei territori interessati".
Dunque, prima di riparlare di nucleare bisognerebbe chiudere col passato.

*Per info e adesioni al referendum Si ACQUA PUBBLICA www.siacquapubblica.it

 

 


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