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... e Cosentino allora?
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di Laura Garavini

... e Cosentino allora?

E' veramente difficile analizzare quello che il Governo ha chiamato, esagerando un bel po', "Piano Staordinario contro la Mafia" senza farsi prendere dalla voglia di rispondere a tanta retorica con una sola frase: e Cosentino allora? E' credibile un Governo che dichiara di sconfiggere le mafie e lascia le chiavi del CIPE nelle mani di un deputato che la Procura di Napoli, il Tribunale di Napoli e la Cassazione ritengono debba essere arrestato e non al Ministero dell'Economia? Non sentono la totale inadeguatezza delle loro parole di fronte ai fatti?

Proviamo comunque ad analizzare i 9 punti, innanzitutto da un punto di vista generale: tranne che per l'istituzione dell'Agenzia sono tutti disegni di legge, anzi per la precisione disegni di legge con delega al Governo, cioè provvedimenti che vedranno la luce tra un anno, evidentemente la mafia non è un'emergenza come le vicende processuali sulle quali il Governo ha provato a promulgare decreti. Ma il dato più eclatante, e che nessun commentatore ha ripreso, è che per tutto questo piano non è stato stanziato un solo euro in più: solo il giorno prima Maroni aveva annunciato che sarebbero stati ripartiti 200 milioni, ieri di questi soldi non si è più parlato. Così i nuovi compiti e le nuove iniziative sono, ovviamente, irrealizzabili, considerato che già ore le forze di polizia e la magistratura devono fare i conti con sempre più gravi mancanze di risorse.

L'istituzione dell'Agenzia per la gestione dei beni è sicuramente un fatto positivo, soprattutto che su questo Maroni si sia deciso a mantenere un impegno preso all'inizio della legislatura e su cui il PD ha sempre insistito, oltre ad aver presentato sia alla Camera che al Senato appositi disegni di legge che la maggioranza ha sempre bloccato. Bisognerà però leggere bene il provvedimento sia per capire come verrà messa in grado di operare una struttura decentrata a cui si attribuisce, secondo le dichiarazioni dei Ministri, la titolarità del bene fin dalla fase del sequestro; sia se viene chiarito fino in fondo che l'Agenzia non ha il compito di vendere i beni, ma che questa è un'eventualità da scartare. Su questo punto daremo sicuramente battaglia al momento dell'approvazione della legge e vedremo se tutti coloro che nella maggioranza hanno condiviso le nostre posizioni saranno con noi fino in fondo.

Lo stesso vale per il testo unico delle leggi antimafia: se, come ha detto il Premier, sarà solo una raccolta di testi esistenti non serve a nulla. Quello che serve è mettere mano alle molte norme esistenti per renderle più omogenee ed efficaci. Quella sarà anche la sede per introdurre il reato di antiriciclaggio, che tutti gli esperti ritengono indispensabile, ma che il Governo e la maggioranza non vogliono introdurre.

Su tutto il resto bisogna fidarsi delle dichiarazioni dei Ministri della Giustizia e dell'Interno, perchè lo stesso comunicato ufficiale di Palazzo Chigi non dice nulla di specifico su squadre di coordimento interforze, sostegno alle vittime del racket e dell'usura, appalti e così via.

In base alle dichiarazioni le squadre di coordinamento sembrano essere un puro slogan, già esistono dove è necessario, a meno che il maggior coordinamento non significhi la cancellazione di presidi importanti sul territorio come caserme dei carabinieri e posti di polizia. In quel settore servono, invece, investimenti seri sia per aumentare il livello di controllo del territorio sia per mantenere alte le capacità investigative delle forze di polizia, sia sotto il profilo delle risorse umane che per quanto riguarda le tecnologie sempre più avanzate che devono essere messe a disposizione di chi indaga. Per fare questo servono risorse finanziarie certe e non le dichiarazioni di principio di Maroni.

Sempre stando a quanto dichiarato ci dovrebbe essere anche una stretta sugli appalti, qui servono due strumenti operativi subito: il conto dedicato, un unico conto sul quale far transitare tutte le movimentazioni finanziare relative ad un appalto; ed il settimanale di cantiere, un registro elettronico che il capocantiere deve inviare alla Preftura ed alla Questura, dove deve annotare quali lavori sono previsti nella settimana successiva, i mezzi che verranno utilizzati e gli operai ed i vari addetti che avranno accesso al cantiere. Se si scopre che le informazioni sono false c'è la rescissione del contratto. Serve sia a monitorare meglio il singolo cantiere che a verificare se gli stessi mezzi o operai vengono utilizzati da ditte diverse, apparentemente non collegate.
Anche su questo la maggioranza nella realtà non da' segnali positivi: infatti ieri al Senato la PDL ha provato ad inserire una norma che avrebbe abbasato le tutele contro le imprese colluse con la mafia o colpevoli di aver corrotto.

Sulla tutela delle vittime del racket e dell'usura speriamo sia la volta buona: i fatti raccontano però che le denunce dei commercianti e degli imprendiori per questi reati stanno diminuendo, e non perchè stiano diminuendo questi reati, ma perchè evidentemente non si ha fiducia nella protezione che lo Stato dovrebbe garantire.

Per quanto riguarda la diffusione in Europa delle buone pratiche italiane posso essere testimone diretta che, anche senza piani straordinari del Governo, la nostra legislazione fa da esempio: è avvenuto in Germania dove il Parlamento ha approvato una nuova normativa sul sequestro dei beni ai mafiosi che riprende i punti cardine della nostra normativa.

Insomma quello che per 5 mesi il Governo ha annuciato come un piano in grado di sconfiggere le mafie al momento sembra essere un cumulo di promesse condite dalle solite cifre sparate dal Governo e che nessuno può controllare, come l'aumento del 300% delle operazioni anticrimine da quando c'è il nuovo Governo. Delle due l'una o prima le forze di polizia non facevano molto bene il loro dovere, e non è così, o si tratta di cifre date in pasto all'opinione pubblica a casaccio. Quello che farà testo sarà vedere, intanto, quanti soldi il Governo impegnerà per la realizzazione dell'Agenzia per i beni confiscati.


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