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Articolo 21 - Editoriali
Purchè siano pochi
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di Montesquieu

Si riparla del parlamento ,e dei parlamentari.  Ma non si discute  della funzioni,  di quelle che la Costituzione prevede come piuttosto importanti;  o magari anche di  altre,perché si potrebbero pure cambiare. Di  conseguenza,  non si discute  del ruolo di deputati e senatori, e dell’importanza di selezionarli perché siano  comunque all’altezza,anche se non si sa di quali compiti. Il nostro dibattito gira all’incontrario :l’importante è che siano pochi.    Chi propone il numero minore vince , o comunque si prende il consenso degli elettori, anche se il tutto è rappresentazione puramente virtuale, che si   ripete ad ogni legislatura,e continuerà a ripetersi.  Perché, comunque li si vogliano chiamare, saranno sempre i parlamentari a decidere se accelerare il Natale,  sia che il tutto nasca da un’iniziativa popolare,sia  che la stessa sia sottoscritta da milioni di cittadini. Ci sono dei casi in cui il voto è segreto, e non si può  nemmeno  porre la questione di fiducia:rari casi in cui un parlamento è costretto a fare il parlamento.  Non deve scandalizzare che il capo del governo  abbia un’idea  sommaria delle procedure  parlamentari :anzi ,   è normale che sia così,       per questo ci sono i capigruppo ,o addirittura l’amministrazione della camera ; così come per le emergenze civili c’è il capo della protezione civile ,ed è inutile doppiarlo.  E’ l’idea del governo del fare,che porta a certe distorsioni,per cui scompare il livello strategico e del coordinamento, salvo quello relativo alla comunicazione.                                                                                                                                                                                                                                                                           L’ importante è che siano pochi, quindi, deputati e senatori,ma non solo:che siano anche  pagati il meno possibile. Non occorre ,se il progetto è questo, affermare o negare di avere dichiarato che il parlamento è inutile. Lo è,e basta.             E,se il progetto è questo, non è nemmeno  il caso di gridare allo scandalo. Il parlamento,oggi,è  già assai vicino all’inutilità ,e al tempo buttato,se tale si considera l’assenza di una funzione il cui esercizio possa, in qualche modo ,  interferire con le  decisioni del governo,o anche solo  influire sui tempi  di  realizzazione delle stesse. E allora,coerenza vuole che si eviti la soluzione estrema ,ma più coerente,di un sistema senza parlamento ,che costringerebbe a faticose acrobazie esplicative soprattutto in campo internazionale, perché ormai la pigrizia si limita ad un sommario lasciapassare, quasi un visto doganale  :dove  c ’è un  organismo chiamato parlamento, e contemporaneamente in qualche modo si vota, è democrazia. Non doveva essere proprio e solo così,la democrazia. Non daremmo la medaglia d’oro a un atleta  che ,in una corsa, parte con qualche metro di vantaggio,e semina di chiodi la corsia dell’avversario. Il quale, a sua volta,non si ribella neanche tanto ,perché anche la sua idea di democrazia è magari un po’ più normale,ma non tanto da convenirgli di esporla.          Quindi,           è coerente  l’ipotesi ,lanciata dal capo del governo ,di un  similparlamento,attraverso una punizione plebiscitaria dei rappresentati versi i propri rappresentanti,quasi contro se stessi   :un similparlamento   che faccia i gesti di un parlamento vero e che costi il meno possibile. Un parlamento di capigruppo e vicecapigruppo,sarebbe ancora più  coerente;ma  va bene anche un parlamento di cento persone ,di stretta fiducia. Del resto,chi riuscirebbe a convincere un imprenditore che tra sé e le proprie decisioni  ci debba essere addirittura un’assemblea,e una parte di essa addirittura con il compito di contrastarlo.

Sarebbe importante che ad un progetto se ne contrapponesse un altro,di chi non ci sta. Magari ritagliando un campo di gioco in cui non vi sia solo la quantità,ma anche la qualità, e, magari,una controidea da sottoporre ai cittadini,circa il ritorno alla scelta dei parlamentari da parte degli stessi , un’idea che provi a contrastare quella dei “ pochi ma belli”,e ovviamente  obbedienti.

 

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