Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Cittadinanza più facile per immigrati: dal cuore AN del Pdl affondo al pacchetto sicurezza
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Bruna Iacopino

Dopo il coro di “no grazie” scagliato da molte città nei confronti delle ronde cittadine che, a quanto pare, non hanno riscosso il successo sperato dal Ministro Maroni, ecco approssimarsi con la ripresa dei lavori parlamentari a settembre una nuova “seccatura” per i parlamentari leghisti. Si tratta del disegno di legge a firma bipartisan, Granata (PDL)- Sarubbi (PD) il cui scopo principale è quello di agevolare l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte dell'immigrato regolare residente in Italia da almeno cinque anni ( tempi dimezzati rispetto ai dieci attuali) e soprattutto la naturalizzazone immediata di bambini nati sul suolo italiano anche se solo uno dei due genitori risiede in Italia da cinque anni ( di contro alla norma attuale che li vorrebbe “invisibili”).
Se la proposta di legge in questione dovesse ottenere la condivisione di quella parte del PDL che a suo tempo si era detto profondamente contrario al pacchetto sicurezza tanto da arrivare a scrivere al premier per chiedere le dovute modifiche, si creerebbe una vera e propria spaccatura all'interno della maggioranza, con, da una parte la Lega, a fare barricata sotenendo il disegno di legge 733b, dall'altra parte l'ala del Pdl più vicina al presidente della Camera che, invece, dal principio, e più volte anche negli ultimi giorni ( vedi dichiarazionin per lanniversario della tragedia di Marcinelle) aveva espresso non poche perplessità. L'ex leader di AN, intanto, si dice estraneo alla questione, ma niente vieta di supporre che magari, pur non avendo preso parte direttamente alla stesura della proposta, la abbia quanto meno caldeggiata. Lo aveva dichiarato, i primi di luglio, Fabio Granata vicepresidente della commissione Antimafia, in una nota: “ Subito una legge per integrazione e cittadinanza. La Chiesa non puo' essere ascoltata solo sui temi della vita e ignorata su quelli della solidarieta', dell'accoglienza e sui diritti dei popoli''. ''Dopo l'approvazione del decreto sicurezza – aveva affermato Granata - e' indispensabile la rapida approvazione di norme che garantiscano per gli immigrati regolari nuove dinamiche di piena integrazione attraverso una rapida acquisizione della cittadinanza e dei diritti politici e civili. L'introduzione del reato di clandestinita' e le preoccupazioni espresse da autorevoli ambienti della Chiesa su alcuni aspetti del decreto sicurezza non possono lasciare indifferenti anche coloro i quali, come me, credono in una netta separazione della sfera laica e politica da quella religiosa. A questo punto il rigore sugli irregolari deve trovare quantomeno una compensazione sulle dinamiche di acquisizione della cittadinanza e dei diritti che ne derivano, compresi quelli politici ed elettorali, per gli immigrati che decidono, avendone i requisiti, di 'essere italiani''.
Punta all'area teocon Granata, quel'area che all'interno del Pdl tanto si è spesa per battaglie “di vita” come per il caso Englaro. Punta a sollevare, dall'interno quelle contraddizioni che più volte hanno contrapposto Lega e AN, e approfitta dell'occasione dichiarando alla stampa nella giornata di ieri: “ ...il Pdl de­ve consolidarsi come partito nazione perché appiattirsi sempre sulla Lega non si può.” Come non intravedere il dibatito in atto su “gabbie salariali” e provocazioni leghiste quali l'insegmanento obbligatorio del dialetto all'interno delle scuole?
Secca, naturalmente la replica della Lega che oltre a respingere al mittente, alza il tiro e per bocca del ministro Cota dichiara che se modifiche ci devono essere possono verificarsi solo in termini restrittivi, introducendo per esempio un bell'esame di conoscenza non solo della lingua italiana ma anche dei dialetti e della conoscenza della Costituzione, se gli stessi esami venissero proposti anche ai parlamentari o agli stessi italiani, in pochi potrebbero dirsi cittadini modello. Bisognerà quindi aspettare settembre per capire come la maggioranza affronterà la questione senza spaccarsi.
Ma altre complicazioni potrebbero profilarsi sullo stesso fronte qualora la Commissione ONU per i diritti umani e il Commissario europeo dovessero accogliere l'esposto inviato dall'ASGI ( Associazione studi giuridici sull'immigrazione) anche a nome e per conto di: Associazione Centro Astalli, Jesuit refugee service/Italia, Associazione progetto diritti, Associazione gruppo abele onlus, Associazione nazionale giuristi democratici, Anafe, Association Nationale d’assistance aux frontières pour les étrangers, Arci, Casa dei diritti sociali, Focus, Comunita’ di Sant’ Egidio, Consiglio italiano per i rifugiati (cir), Euro-mediterranean human rights network, Federazione Chiese Evangeliche, GISTI (groupe d'information et de soutien des immigrés), Jesuit refugee service europe, Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Flare networ, Migreurop, ha inviato il 22 giugno 2009 in rapporto alle gravi violazioni delle norme nazionali, comunitarie ed internazionali perpetrate dal respingimento di migranti verso la Libia.
Infatti stando a quanto riporta il sito fortresseurope.blogspot.com: “ Dal 5 maggio al 13 agosto 2009 il numero documentato degli emigranti e dei rifugiati respinti dall'Italia verso la Libia è di 1.216 persone. Di questi, 24 richiedenti asilo somali ed eritrei, hanno dato procura all'avvocato Anton Giulio Lana, del foro di Roma, di presentare ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo. Altri 74 richiedenti asilo politico eritrei non hanno avuto accesso a nessun avvocato.”

Letto 1208 volte
Dalla rete di Articolo 21