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di Tania Passa
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Forse non tutti sanno che Berlusconi , ovvero il Presidente del Consiglio , è tornato ad attaccare la magistratura, nel dettaglio, le procure di Palermo e Milano.
"So che ci sono fermenti in Procura, a Palermo, a Milano, si ricominciano a guardare i fatti del '93, del'94 e del '92. Follia pura.” dice il Presidente, traduzione: sia Ingroia che il Procuratore di Milano, non debbono cercare i mandanti delle stragi di mafia.
E perché no?
Perché non dovrebbero cercare chi volle uccidere Falcone e Borsellino?
Dura la replica dell'Anm che ritene "del tutto inaccettabile" paragonare ad uno spreco di soldi pubblici il lavoro dei magistrati impegnati nelle indagini sulle stragi mafiose dei primi anni '90. "La lotta alla mafia, che il Governo in carica dichiara spesso di voler perseguire con ogni mezzo - prosegue il documento dell'associazione dei magistrati - richiede un impegno corale di tutte le Istituzioni e non può tollerare infondate operazioni di delegittimazione dei magistrati e delle forze dell'ordine, esposti in prima linea contro la criminalità mafiosa".
Noi siamo una generazione intera che vuole sapere “ chi” ci sia dietro quelle stragi, e poiché alcuni reati non cadono in prescrizione, per fortuna, se sarà necessario aspetteremo una vita intera, ma alla fine la verità uscirà.
Certo visto i comportamenti si può usare contro di loro il “ metodo feltri” usato contro: Boffo, Veronica Lario, ed anche negli scorsi giorni contro Saviano , che in un articolo agghiacciante de “ IL Giornale” viene definito ‘un morto che cammina ’ che cita, a sua volta, solo morti come Falcone e Borsellino.
Saviano è vivo però e noi siamo con lui, e lo sono anche Falcone e Borsellino dentro di noi, quindi basta, è ora di sapere cosa successe dal ’92 in poi, basta con le minacce .
Ha ragione Barbara Spinelli quando dice che questa è una guerra di mente per farci sentire tutti soli, ma ricordiamoci che siamo un popolo intero di cittadini, che questa è una democrazia, e che abbiamo dei diritti, uno dei quali è il sapere.
Cominciamo quindi a far valere i diritti di questa Italia il 19 settembre a Roma per manifestare a favore della libertà di stampa , e da non mancare anche il 26 settembre a fianco del popolo dell’agenda rossa, per manifestare anche al Presidente, il nostro desiderio di verità sulla morte di Paolo Borsellino.
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