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Articolo 21 - Editoriali
L'embrione uno di noi. Lo dice Gasparri...
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di Simone Luciani

Quand'è che noi diventiamo noi? Quando quella meravigliosa macchina che è la persona umana può iniziare a definirsi tale? In quale fase del complesso cammino che va dall’incontro di due gameti fino alla nascita, quando quel meraviglioso disegno che è la vita umana si mostra, forse, nei suoi momenti più sorprendenti e spettacolari, possiamo iniziare a parlare di persona? Un dibattito che interroga filosofi, pensatori, intellettuali, scrittori di ogni epoca, e più che mai interroga una disciplina così giovane come la bioetica. Finalmente, questa risposta l’abbiamo. E’ una di quelle risposte che rappresentano una vera rivoluzione antropologica, come l’acquisizione del linguaggio o della capacità di scrittura. Chi, dopo millenni di interrogativi, ci svela finalmente tutto di quel problema che possiamo definire, senza tema di essere scambiati per clericali, il ‘mistero della vita’? Maurizio Gasparri. Ebbene sì: il presidente dei senatori della PDL finalmente ci rivela il momento in cui l’essere umano si trasforma da grumo di cellule a ‘persona’. E lo fa ponendo la sua faccia e la sua firma sullo storico progetto di legge, ripresentato ieri al Senato, del Movimento per la Vita (la punta di diamante dell’integralismo cattolico nostrano, il gruppo di coloro che tenevano i comizi armati di feti di animali in formalina, ai tempi della campagna sull’aborto): se passerà il progetto di legge Gasparri-MPV, tutto l’ordinamento italiano dalla A alla Z e dallo zero all’infinito riguarderà non più ‘noi’, cioè i vivi e i vegeti, quelli che ogni giorno camminano, parlano, lavorano, litigano, fanno l’amore, ma anche il ‘concepito’. Il feto. L’embrione. L’ootide. Per tutto ciò, basta una proposta di legge di appena un articolo e due commi:
1. Ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento.
2. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita
Bontà loro, hanno stabilito che almeno l’eredità la prendono i già nati. Purtroppo, non avremo embrioni di 16 cellule ma dai conti correnti a 6 zeri, complici spermatozoi e cromosomi di un padre milionario. Ma avremo tante altre vicissitudini altrettanto edificanti. Ad esempio, chissà, tombe per persone di qualche cellula per cui non si è verificato ‘l’evento della nascita’. Pare accada a parecchi feti e a tantissimi embrioni, alla maggior parte dei quali per cause naturali. Ad esempio, chissà quando festeggeremo il compleanno: alla nascita? No: sarebbe sacrilego nei confronti dei nostri fratellini per i quali ancora non si è verificato ‘l’evento della nascita’. Quando lo spermatozoo incontra l’ovulo? Quando si fondono i pronuclei?  Chissà. Ci toglieranno anche la torta e le candeline… Ad esempio, ancora, capiterà anche che le donne che si sottoporranno alla rinomata passeggiata di salute dell’interruzione volontaria di gravidanza finiranno sotto processo per omicidio volontario. Che sia questa bazzecola il vero scopo di Gasparri, del Movimento per la Vita e di qualche fondamentalista della PDL? Non azzardiamoci a pensarlo: si tratta di un fondamentale contributo dato al dibattito sull’embrione. Che esprime una posizione, pensate un po’, ancora più garantista per i nostri nuovi fratelli per i quali non si è verificato ‘l’evento della nascita’ di quella espressa dal Vaticano, il quale ricorda in innumerevoli  documenti che l’embrione va considerato ‘come una persona’, e che dunque non ‘è’ una persona. Ma pazienza. Noi crediamo ciecamente in Gasparri. ‘L’embrione è uno di noi’, diceva il buon Francesco D’Agostino a metà degli anni novanta a mari e monti. Evviva, che immane fortuna…
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