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Articolo 21 - Editoriali
Storia di un visto negato: il paradosso del giovane Omar
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di Iolanda Stella Corradino

Si chiama Omar Abdouni, ha 25 anni ed è algerino di nascita. La sua famiglia è una di quelle appartenenti alla "società bene" algerina. Suo padre è ingegnere  idraulico ed Omar è diplomato in marketing. Oggi tenta di specializzarsi in scienze commerciali. La sua storia inizia nel settembre 2009. Il giovane Omar ha intenzione di venire in Italia per partecipare al corso gratuito di lingua italiana per principianti messo a disposizione dall'università "L'Orientale" di Napoli. Vuole imparare la nostra lingua per poter gestire, nel suo paese, le commesse dall'Italia che arrivano all'azienda di suo zio. Ad accoglierlo nel capoluogo campano, per ospitarlo gratuitamente, una donna ufficiale di Polizia. Nulla di più chiaro, nulla di più "pulito" per dirla in termini legali.  Il giovane Omar si reca quindi all'ambasciata italiana ad Algeri, a circa quattro ore di viaggio da casa sua. Chiede loro un visto per motivi di studio; visto che peraltro richiede requisiti piuttosto rigidi: bisogna dimostrare di poter provvedere al proprio sostentamento, garantire la capacità di andare e poi ritornare nel proprio paese e dura al massimo novanta giorni, per scongiurare il rischio migratorio.
Omar ha adeguatamente risposto alle innumerevoli richieste dell'ambasciata. Eppure da Algeri quel visto non lo hanno ancora concesso, adducendo una scusa a dir poco paradossale. A parer loro, infatti, Omar Abdouni non può arrivare in Italia per frequentare un corso base di lingua italiana perchè non conosce la lingua italiana, individuando in questi estremi la possibilità di rischio migratorio.
Inevitabile il ricorso al Tar Lazio da parte dell'avvocato del 25enne Abdouni. Il provvedimento di riniego ha del paradossale: Omar, qualora non avesse avuto una conoscenza "precaria" dell'italiano non avrebbe di sicuro chiesto un permesso di studio.Il Tar Lazio con decreto presidenziale ha più volte rigettato le "scuse" dell'ambasciata algerina
Nonostante le quindici diffide notificate all'ambasciata italiana ad Algeri il visto è stato puntualmente negato, nonostante l'intermediazione di Daniela Vicario, la donna che, poliziotta, avrebbe ospitato Omar.
Lui, peraltro, da questa stria ha solo perso tempo e soldi, dovendo anticipare i costi del biglietto aereo, i costi delle documentazioni per il visto. L'unica nota positiva è che l'università "l'Orientale" ha garantito al giovane la possibilità di recuperare le lezioni- che erano con obbligo di frequenza a partire da novembre- nei mesi a venire.
Sembra, oggi, che l'ambasciata italiana ad Algeri lo abbia convocato per il 7 febbraio, con la speranza che questa volta il visto non gli venga ulteriormente negato adducendo scuse inaccampabili.

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