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Articolo 21 - Editoriali
Quelle barzellette sugli ebrei...
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di Simona Silvestri

Il 27 gennaio è trascorso da poco, eppure sembra che in molti non abbiano ancora compreso il reale significato di questa giornata dedicata alla memoria. Di sicuro non deve averlo afferrato appieno chi ha pensato di stampare su alcune bustine da zucchero la seguente barzelletta: “Chi vince in una gara di corsa fra un ebreo e un tedesco? Il tedesco perché lo brucia in partenza”.
La frase, di dubbia simpatia ma di sicuro cattivo gusto, fino a pochi giorni fa figurava sulle bustine prodotte dalla System Pack di Turate, Como, e distribuite nei bar dalla Mavedo di Parma. Figurava, prima che un gruppo di cittadini di Scandiano, un piccolo paese poco distante da Reggio Emilia, si accorgesse della terribile battuta e lo segnalasse, attraverso una lettera firmata, alla stessa Mavedo e alle testate giornalistiche locali. "Ci sconcerta e ci indigna che si possano proporre barzellette sullo sterminio del popolo ebraico, sulla Shoah, tragedia dell'umanità che dovrebbe sollecitare ben altre riflessioni. Non accettabile che si pensi di poter ridere di tutto, delle tragedie della storia e dei pregiudizi razziali, religiosi o sessuali, che hanno prodotto e ancora producono sofferenze indicibili". Istantanea la risposta della Mavedo, che attraverso uno dei due soci, Ferruccio Sforacchi, ha fatto sapere di non essere a conoscenza della frase scritta sulle bustine prima della distribuzione, e di essersi adoperata per congelare in magazzino tutte le altre bustine con la stessa barzelletta. Dal canto suo la System Pack ha fatto sapere di aver predisposto il ritiro delle bustine, ma ha anche commentato la reazione del gruppo di Scandiano dopo essere stata raggiunta telefonicamente da un giornalista dell’agenzia di stampa Adnkronos: “Ci scusiamo vivamente per quella che è stata una battuta molto infelice e che ci è sfuggita per la fretta. Siamo una piccola azienda artigiana e abbiamo commesso un errore, ma da parte nostra non c'era alcuna volontà di ledere la dignità di nessuno, né l'intenzione di diffondere una qualche idea di diversità su cui accanirsi”.
Non ci stanno a queste spiegazioni Alda Busani, Luca Bigliardi, Paolo Comastri, Luisa Costi, Claudio Mattioli, Fulvio Torreggiani, Loris Vivi, i firmatari dell’appello. “Invitiamo tutti a riflettere sul fatto che le radici del razzismo e dell'intolleranza possono dare anche oggi nuovi terribili frutti. A nessuno è consentito banalizzare o ridere dell'orrore, perché l'indifferenza e la banalizzazione anche oggi possono uccidere. E se qualcuno pensa che stiamo esagerando, si ricordi dei ragazzini di buona famiglia che per divertirsi danno fuoco ai migranti o ai diversi". La loro protesa è stata accolta dalla deputata del partito democratico Anna Paola Concia che ha annunciato un’interrogazione a vari ministri, tra cui quello del Commercio, e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per sapere come sia stato possibile mettere in circolazione questi prodotti.
Lo spettro della Seconda guerra mondiale è lontano, ma ancora oggi la tragedia della Shoah pesa come un macigno, così come la non capacità di riflettere sulle azioni più banali della nostra vita quotidiana. Le bustine della System Pack non sono in circolazione da tre giorni, ma da settimane, mesi: quello che colpisce è che finora nessuno abbia sentito il dovere di denunciare questa situazione.

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