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di Eleonora Forenza*e Gennaro Loffredo**
I provvedimenti di riordino della scuola superiore approvati ieri dal consiglio dei Ministri segnano un pesante ritorno al passato e ripropongono una concezione classista dell'istruzione da far invidia al ministro fascista Giovanni Gentile.
Al di là degli annunci trionfalistici del governo sulle correzioni apportate ai regolamenti, dei quali peraltro non è stato diffuso alcun testo scritto, rimane una impostazione inaccettabile: netta separazione dei diversi indirizzi, canalizzazione precoce degli studenti, meno ore di lezione, meno laboratori, impoverimento dei contenuti, marginalizzazione dell'istruzione tecnica e professionale.
L'ispirazione didattica e il soddisfacimento dei bisogni educativi delle studentesse e dgli studenti, unici parametri che dovrebbero ispirare una vera riforma, sono totalmente assenti. La sola preoccupazione del governo è fare cassa sulla pelle della scuola pubblica, in ossequio alla politica di tagli feroci voluta da Tremonti. Ne è prova la folle idea di ridurre le ore di lezione anche nelle classi successive alle prime, nelle quali continueranno ad applicarsi i precedenti ordinamenti.
Ma questo assurdo taglio, ad ulteriore conferma del carattere classista e discriminatorio di tutta l'operazione, sarà attuato solo nei tecnici e nei professionali!
Il governo ha voluto procedere in tutta fretta senza tenere conto, se non in minima parte, dei pareri di importanti organismi consultivi (Consiglio di Stato, CNPI) e persino delle indicazioni della, certamente più acquiescente, maggioranza delle commissioni parlamentari.
Il risultato è che gli studenti e le studentesse che tra poche settimane dovranno iscriversi al primo anno delle scuole superiori saranno costretti a fare una scelta al buio, in assenza dei decreti attuativi che dovranno definire l'articolazione degli insegnamenti quanto a programmi, obiettivi e contenuti.
Tanta arroganza non deve restare senza risposta. L'opposizione delle scuole, che ha già visto prendere posizione numerosi Collegi dei docenti, comitati, sindacati e associazioni va rafforzata ed estesa per costruire una forte mobilitazione capace di fermare l'opera di distruzione della scuola pubblica di questo governo.
*Segreteria Nazionale PRC-SE
**Responsabile Nazionale Scuola PRC-SE
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