di Giuseppe Giulietti*
Dobbiamo chiedere pubblicamente scusa al direttore generale della Rai Masi. Nei giorni scorsi, forse trascinati dalla lettura dei testi delle intercettazioni di Trani, ci eravamo permessi di sollecitare le dimissioni di quei consiglieri della autorità cosiddetta di garanzia delle comunicazioni e di quei dirigenti della Rai che conversavano con il sultano sulla necessità di cacciare Santoro, la Dandini, Floris, di non invitare più Ezio Mauro o Eugenio Scalari, di mandare al rogo Marco Travaglio. Per non farsi mancare nulla rivendicavano anche la cacciata del direttore di Rai Tre Paolo Ruffini. Ci sembrava un po’ troppo, quasi un atto di fellonia, di intesa con il nemico, di tradimento persino di quel patto di lealtà che dovrebbe ispirare la condotta di quelli che un tempo si chiamavano servitori dello stato, ed ora purtroppo sono solo servitori.
Insomma eravamo leggermente incazzati, ma i fatti ci hanno smentito, Masi e i suoi non sono restati con le mani in mano e hanno cominciati a prendere i primi provvedimenti, hanno avviato una vera e propria campagna per la pulizia etica.
In pochi minuti hanno cacciato Aldo Busi, perché dall’Isola di non so dove, ha fatto l’imitazione di Aldo Busi, scagliandosi contro il Vaticano, ripetendo sulla pedofilia le cose che ha scritto e detto mille volte.
Come è noto Aldo Busi viene invitato in tv proprio perché è così, perché provoca, perché suscita polemica, perché serve per gli ascolti. Perché allora la scure della censura si è abbattuta su di lui? Perchè serviva un capro espiatorio, perché ha sfiorato il Vaticano in campagna elettorale, perché servivano da squalificare non potendo squalificare se stessi. Infatti, non contenti, hanno anche inviato una sorta di preavviso di licenziamento a Loris Mazzetti, reo di aver anticipato sul quotidiano il Fatto tutte le violazioni etiche che hanno trovato puntuale riscontro in questi giorni.
La più grande azienda di comunicazione sospende per 10 giornate un suo dirigente storico perché non vuole rassegnarsi al degrado della sua azienda, non vuole rassegnarsi all'idea che la Rai sia ormai solo un satellite che gira nella galassia Mediaset e che prende ordini dalla stesso padrone.
Noi di Articolo21 la pensiamo come Mazzetti e vi proponiamo di firmare tutti insieme gli articoli apparsi sul Fatto e sul sito della associazione. Autodenunciamoci tutti come autrici e autori, facciamo sapere che siamo pronti a presentarci tutti in aula come testimoni a suo favore e contro i censori.
Un grazie, infine, lo vogliamo rivolgere all’avvocato D’Amati che difenderà Mazzetti, che ha già difeso Sabina Guzzanti, Michele Santoro e tanti altri e che, proprio in queste ore ha lanciato un appello per costituire un collegio di legali che assuma la difesa degli oscurati, dei cancellati e dei cancellandi, siano essi volti noti o precari ricattati.
Non li molleremo un istante, li inseguiremo tribunale per tribunale, troveranno pane per il loro denti e scopriranno che non tutto gli è ancora concesso, che milioni di italiani non intendono rassegnarsi all’oscuramento mediatico, politico sociale.
Tanto per cominciare andiamo tutti a Bologna per la grande manifestazione voluta dalla squadra di Annozero contro la censura, ma soprattutto usiamo anche i nostri blog, i nostri siti, qualsiasi mezzo utile per far rimbalzare la trasmissione, per farla arrivare comunque a milioni e milioni di cittadine e di cittadini.
I Censori non lo sanno perché vivono nella oscurità e di oscurità, ma la loro fine politica è sempre più vicina e i bavagli di questi giorni si riveleranno esiziali anche per loro.
* Micromega 21/03/10