Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
La Resistenza taciuta delle partigiane: il teatro a fumetti di Fogliazza alla Festa dell’Anpi
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Gemma Bigi

“A scuola mi hanno fatto odiare la storia..” con queste parole Gianluca Foglia, in arte Fogliazza, comincia a spiegare com’è nata l’idea del suo spettacolo  Memoria Indifferente. Tributo alle donne partigiane in un atto unico – Narrazione a fumetti. Uno spettacolo insolito che ha per protagoniste alcune donne che hanno fatto la Resistenza, o meglio, che ha per protagonista Fogliazza e il suo incontro con la memoria, di come abbia conosciuto la storia non polverosa dei libri di testo ma quella fatta e vissuta da persone reali, con i loro errori e le loro passioni.
“A scuola mi hanno fatto odiare la storia, quattro anni fa l'ho incontrata nella figura di queste donne e l' ho amata. Subito.”
Gianluca Foglia è un disegnatore che crede nella forza comunicativa del fumetto con cui ha rappresentato negli anni storie di sfruttamento minorile, di desaparecidos, favole, oltre ad essersi dedicato alla satira su alcune testate giornalistiche della sua città, Parma.
Per lui il fumetto non è solo Topolino o intrattenimento, ma un modo efficace per trasmettere sapere.
L’amore per il raccontare Gianluca l’ha scoperto ascoltando il nonno e i suoi ricordi della guerra, suggestioni che hanno generato domande e l’inizio di un percorso per darvi risposte. Ha incontrato così la Resistenza taciuta, quella delle donne, protagoniste discrete, spesso lasciate ai margini della e dalla narrazione storiografica. Donne combattenti, staffette, infermiere quando non semplicemente madri o sorelle che accoglievano in casa, sfamando e vestendo, disertori, sbandati, ribelli in cerca di un ricovero dando vita a quell’essenziale supporto di popolo alla lotta partigiana che viene definito ‘resistenza civile’, divenuto oggetto di studio solo recentemente.
Gianluca ha scelto quindi di scoprire la storia dal punto di vista femminile, punto di vista modesto di chi ha fatto quello che si doveva senza che padri o padroni gliel’ordinassero. Proprio la straordinarietà di questo impegno, di chi non era obbligato a scegliere da che parte stare, perché non gli si richiedeva l’arruolamento o una posizione politica, ha messo Fogliazza di fronte all’esigenza di fare dei suoi ritratti uno strumento per condividere questi incontri in modo differente dai metodi scolastici tradizionali, per comunicare quanto ancora la nostra storia possa emozionare e ispirare.
“Raccogliere in un libro, in un'Italia che legge sempre meno e male, i volti di queste partigiane rischiava di "esiliarle" più di quanto la memoria collettiva di questo paese non abbia saputo fare.”
Nasce così Memoria Indifferente, uno spettacolo dunque che non è semplice racconto di ieri ma ‘illustrazione’ di cosa oggi, ancora oggi, possa significare avere memoria di quegli anni.
In scena, oltre a Fogliazza e ai musicisti, ci sono dei cavalletti con sopra i ritratti delle partigiane coperti da dei teli bianchi che Gianluca toglie nel corso della narrazione. In queste immagini le donne emergono attraverso le lettere che compongono il loro nome di battaglia, semplici e intense.
Con gli anni lo spettacolo si è andato raffinando, acquisendo tratti caratteristici e una immediatezza che non sacrifica il contenuto, l’analisi e la dolcezza. Lo stesso titolo dichiara immediatamente l’impegno a rimanere dentro le cose, dentro il proprio tempo.
“Perchè l'indifferenza non nasce oggi, ma si sviluppa con la memoria rimossa, che non vuole fare i conti con le proprie responsabilità e il proprio passato. L'indifferenza di oggi nasce da una memoria scontata e della quale s'è perso tanto il valore quanto le conseguenze che si ripercuotono sui nostri figli.”
Il non essere attore di Fogliazza crea un contatto particolare con il pubblico, un riconoscersi in quel racconto personale, senza tecniche, come si fosse tutti in un salotto e uno cominciasse a raccontare di quella volta che…
Diversa la reazione degli studenti di fronte a Memoria Indifferente. E’ come se si trovassero d’avanti un cantastorie venuto a dire, con i linguaggi espressivi con cui loro stessi si rappresentano, quello che sui libri di testo è spogliato di ogni poesia, di ogni dolore; non più vita vissuta ma mero evento, una data da ricordare per l’interrogazione.
Raccontare nel 2010 la Resistenza, spiega Gianluca, “Significa trasmetterla, non insegnarla. Trasmetterla in modo diverso perché diverso è il linguaggio attuale. Non significa cambiare i contenuti, ma prendere atto che la memoria così com'è comunicata oggi è percepita come una noia da celebrare in fretta. La vita è come un libro, per andare avanti bisogna voltare pagina... ma scrivere quella dopo ha senso solo se si è fatto i conti con quella precedente.”
Gianluca sente una responsabilità verso quei ricordi affidatigli dalle sue donne, come le definisce affettuosamente. Sente il dovere di trasmetterli a sua volta, in maniera vivace, a generazioni sonnolente o semplicemente lontane per età.
“Ho compreso quanto mio nonno fosse importante troppo tardi. La sua memoria è un patrimonio ritrovato in queste donne e nella Resistenza. Ho trasformato un errore di immaturità in una risorsa, nella consapevolezza di "resistere" ricordando. Perché solo così si smette di morire.”
Memoria Indifferente- Tributo alle donne partigiane andrà in scena il 26 giugno ad Ancona all’interno della II Festa Nazionale Anpi, il luogo ideale dove cercare nuovi linguaggi, dove interrogarsi sul futuro della memoria e su cosa veramente possiamo fare per evitare che diventi un mero monumento e, il racconto storico, una semplice celebrazione che non apporta nulla alla nostra vita quotidiana.

Letto 2153 volte
Dalla rete di Articolo 21