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Articolo 21 - Editoriali
Il Governo trema, possibili futuri scenari nel centro-destra
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di Jacopo Teodori

Ormai da alcune settimane si assiste alla deflagrazione della destra che governa il Paese. Il Pdl ha perso il suo cofondatore, Gianfranco Fini, ed ha perso anche una parte di Liberali, come l’On. Guzzanti. Ed è ormai evidente che dentro il partito di Berlusconi è iniziata la gara per successione al ruolo di futuro candidato Premier.

In una situazione così complessa fare un’analisi politica non è semplice, gli scenari politici possibili per il centro-destra sono molti. Quello apparentemente più semplice prevede la formazione di un grande partito di Centro al quale aderiranno: Casini, Rutelli, Fini, Montezemolo e probabilmente una fetta dei moderati del Pd rappresentata da Fioroni. Prevedere oggi quale potrebbe essere la sua forza elettorale è impossibile, sicuramente l’elettorato maggiormente interessato dovrebbe essere quello del Pdl, anche se la candidatura a Premier di un nome forte come quello di Montezemolo potrebbe attirare anche parte dell’elettorato di centro-sinistra. In questo caso il Pdl rafforzerebbe l’asse con la Lega e probabilmente aprirebbe ad un’alleanza con La Destra di Storace. Questa mossa, raramente considerata dai politologi, non deve essere sottovalutata perché: sposterebbe l’asse del Pdl ancora più a destra, porterebbe ad una presenza più massiccia in parlamento di partiti  e parlamentari fortemente antieuropeisti e xenofobi, in caso di elezioni potrebbe essere fondamentale per la vittoria di Berlusconi poiché, con la presenza di 3 diversi candidati per i 3 diversi poli, sarebbe sufficiente prendere il 33,1% per vincere. Storace porta in dote, oltre ad un 2% su scala Nazionale, una buona percentuale in Lazio e Campania, regioni che risulteranno fondamentali per decidere le sorti del Senato. Il Pdl dunque potrebbe perdere una parte del suo elettorato moderato e acquistarne uno più fortemente di destra. Questa ipotesi vedrebbe ancora come candidato Premier Silvio Berlusconi.

La seconda ipotesi è più complessa, Fini potrebbe non aderire al “grande centro” per presentare una sua lista personale alleata con quella di Casini. La Lega riuscirebbe ad imporre a Berlusconi la candidatura di Tremonti, magari promettendogli la Presidenza della Repubblica per gli anni successivi. Tremonti potrebbe creare un’asse forte con la Lega senza allargare ad altri partiti, il venir meno delle figura di Berlusconi causerebbe una “balcanizzazione” del Pdl con probabili secessioni. Sicuramente la candidatura di Tremonti è gradita alla Lega ma non avrebbe l’attrazione elettorale di Berlusconi, causando una diminuzione del peso elettorale del Pdl ed un avanzamento ancora maggiore della Lega.

La terza ipotesi prevede la nascita di un partito di centro al quale non aderirà il movimento di Fini, il quale invece potrebbe chiudere un accordo con Pdl e Lega per presentarsi nuovamente insieme alle elezioni con un candidato diverso da Berlusconi. Questa ipotesi sembra poco possibile ma potrebbe essere attuabile nel momento in cui dentro il Pdl ci fosse una maggioranza non totalmente fedele al Premier. La cosa non è semplice ma sicuramente ci sono un numero notevole di Personaggi di prima linea del Popolo delle Libertà, come Pisanu e Scajola, che hanno tutti gli interessi a superare la fase di stanca del berlusconismi.

La quarta ed ultima ipotesi potrebbe prevedere una situazione più complessa: alle elezioni si presenta un partito di centro forte, un centro-destra formato da Lega e Pdl, un centro sinistra che vede Pd, Idv e forse Sel. Le elezioni potrebbero non dare un risultato netto e quindi potrebbero causare l’ingovernabilità di uno dei due rami del parlamento, il Senato in particolare. Questo potrebbe portare il partito di centro ad essere l’ago della bilancia. In questo caso prevedere con chi potrebbe governare è impossibile perché, come dimostra il corteggiamento di Berlusconi all’UDC di questi giorni, il partito di Casini sembra più propenso ad allearsi con il centro-destra che non con il centro-sinistra.

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