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Articolo 21 - Editoriali
Speciale Micromega su Venezia, in edicola l'Almanacco del cinema
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di redazione

Il 6 settembre la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia  

Cosa è rimasto oggi, in pieno regime, di quello che una volta si chiamava ‘cinema impegnato’? Il nuovo Almanacco del cinema di MicroMega, in edicola e libreria da martedì 31 agosto, cerca di rispondere coinvolgendo, in una serie di tavole rotonde, tutti gli operatori del settore: attori ( Toni Servillo , Jasmine Trinca , Elio Germano , Alba Rohrwacher ), registi ( Daniele Luchetti , Giorgio Diritti , Paolo Virzì ), sceneggiatori ( Domenico Starnone , Sandro Petraglia , Francesco Piccolo ), produttori ( Angelo Barbagallo , Mario Gianani , Nicola Giuliano , Domenico Procacci ). In vari saggi e interviste ecco poi le testimonianze di alcuni grandi maestri: Mario Monicelli , Carlo Lizzani , Marco Bellocchio , Jorge Semprùn , David Cronenberg , e un inedito incontro con l’inafferrabile Terrence Malick . Una sezione speciale è dedicata alla memoria di uno dei nostri più grandi attori, vero e tenace esempio di coerenza politica ed artistica: Gian Maria Volonté . Lo raccontano in un saggio Franco Montini e in un incontro tre protagonisti del cinema italiano che con lui hanno lavorato: Francesco Rosi , Giuliano Montaldo e Felice Laudadio . Una lucida analisi di quanto il cinema, soprattutto negli Usa, si sia svincolato dal conformismo mediatico post 11 settembre porta la firma di Pierfranco Pellizzetti . E non poteva mancare la satira di Alessandro Robecchi con l'anticipazione delle trame dei cinepanettoni di quest'anno. Infine, un gioco cinefilo: tredici critici cinematografici italiani raccontano quali siano i ‘magnifici tre’, ovvero, per ognuno di loro, i tre film di impegno più significativi della storia del cinema.

Il nuovo numero di MicroMega verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia lunedì 6 settembre in una conferenza a cui parteciperanno Marco Bellocchio , Jasmine Trinca , Ascanio Celestini , Paolo Flores d'Arcais , Gianni Canova , Mario Gianani e altri . O re 17,30 - Villa degli Autori, Lungomare Marconi 56B.

MicroMega 6/2010: Almanacco del cinema - Il sommario del nuovo numero in edicola e libreria da martedì 31 agosto
IL SASSO NELLO STAGNO

Gianni Canova - Il cinema italiano nell’era del Cavaliere
Manca la politica. Manca l’economia. Manca la volontà di costruire strategie di rinnovamento. Il cinema italiano, messo sotto attacco dalla destra, vive un periodo di forte crisi. Rimane però l’unica forma espressiva non ancora addomesticata. E Il divo, Gomorra e Vincere sono esempi di film che sanno coinvolgere ed emozionare, esprimendo anche dissenso. Esempi da cui ripartire.

TAVOLA ROTONDA 1
Giorgio Diritti / Daniele Luchetti / Paolo Virzì (a cura di Giona A. Nazzaro) - Il cinema può cambiare il mondo?
Negli anni Settanta si pensava che l’impegno degli artisti potesse contribuire a cambiare il mondo. Oggi viviamo in una realtà molto diversa rispetto a quella iper-ideologizzata di un tempo. È ancora possibile concepire un cinema di impegno? Un film può ancora aiutare a decifrare la società e a modificare l’immaginario collettivo diffondendo anticorpi contro l’inciviltà?

MAESTRI 1
David Cronenberg (a cura di Mario Sesti) - L’esistenza è il corpo
‘Un viaggio filosofico in cui rifletto sulla vita e sulla condizione umana e invito il pubblico a farlo con me’: questo è il cinema per David Cronenberg. Profeta delle avventure dell’incontro del nostro corpo con la tecnologia, della carne con il metallo e la plastica. E indagatore dell’uomo a partire dal suo aspetto più universale: la mortalità.

TAVOLA ROTONDA 2
Domenico Starnone / Sandro Petraglia / Francesco Piccolo (a cura di Tommaso De Lorenzis) - Un copione da inventare
Gli sceneggiatori italiani di fronte a sfide nuove e a terreni inesplorati. Quando la politica diventa spettacolo, e la democrazia videocrazia, è ancora possibile concepire un cinema di ‘impegno’? Ha ancora senso questa parola dopo il crollo delle ideologie e la fine della figura dell’intellettuale organico? Cosa vuole dire oggi ‘raccontare la società’? Quali linguaggi, quali temi, quali strutture narrative devono caratterizzare un nuovo cinema di impegno?

MAESTRI 2
Mario Monicelli - Il mio cinema fra Mussolini, Sordi e Gorbacëv
Uno dei più grandi registi italiani di tutti i tempi ripercorre la sua vita in un racconto intensissimo e divertente, amaro e surreale. Proprio come le sue commedie. Con la differenza che qui nulla è stato inventato. Dal primo film sotto il fascismo alla Liberazione, dagli attacchi di Gadda contro La grande guerra, alle partite a carte con Sordi e il sensitivo Rol, dal ritorno a casa l’8 settembre del ’43 al crollo dell’Urss.

TAVOLA ROTONDA 3
Jasmine Trinca / Toni Servillo / Elio Germano / Alba Rohrwacher (a cura di Giona A. Nazzaro) - La valigia dell’attore impegnato
Il nostro paese vive probabilmente la più grave crisi civile e sociale della storia repubblicana. Una crisi che il cinema italiano è stato capace di leggere in ‘presa diretta’, raccontando storie e personaggi che hanno fatto il giro del mondo anche grazie al volto e alla voce di interpreti straordinari. Quale concezione del ruolo dell’attore e delle sue responsabilità c’è dietro queste grandi performance? Esistono ancora gli ‘attori impegnati’?

MAESTRI 3
Terrence Malick (a cura di Mario Sesti) - Il regista senza volto
Niente domande dal pubblico, niente tv, e soprattutto niente fotografie: sono le condizioni che Terrence Malick ha posto per lo storico incontro svoltosi lo scorso 25 ottobre 2007 all’Auditorium di Roma, nel corso del quale uno dei più schivi, enigmatici e geniali registi americani contemporanei ha accettato di parlare del cinema italiano che più ha amato. Ma anche, caso più unico che raro, del proprio esordio e dei propri film. Ecco la cronaca di quell’evento straordinario.

TAVOLA ROTONDA 4
Angelo Barbagallo / Mario Gianani / Nicola Giuliano / Domenico Procacci (a cura di Gianni Canova) - Per un pugno di euro
Non esiste un mercato vero e concorrenziale in Italia per i prodotti cinematografici. Lo stesso duopolio che ha imprigionato i programmi televisivi compromette anche il percorso commerciale dei film. Mentre si impone un diffuso analfabetismo per quella cultura dell’immagine, che ha nel cinema la sua espressione più raffinata e complessa. Se i produttori italiani fossero dotati di una bacchetta magica, da dove comincerebbero per cambiare le cose?

MAESTRI 4
Marco Bellocchio in conversazione con Malcom Pagani - Il cinema come rivolta
Da I pugni in tasca a Il diavolo in corpo, dall’infatuazione maoista al teatro shakespeariano, dalle interviste agli ex pazienti dei manicomi alla psicoterapia collettiva di Massimo Fagioli. Uno dei più dissacranti registi del cinema italiano ripercorre il suo mezzo secolo di attività attraverso un racconto al tempo stesso intimo e ‘politico’, privatissimo e profondamente intrecciato ai passaggi d’epoca che hanno segnato la storia più recente del nostro paese.

LABIRINTO
Pierfranco Pellizzetti - Il cinema come rappresentazione del mondo
Dopo l’11 settembre tutto è cambiato, soprattutto il concetto di sicurezza. La ‘guerra al terrore’ ha prodotto una militarizzazione del mondo fomentata dai media ma avversata in qualche modo dal cinema che è stato capace, particolarmente negli Stati Uniti, di produrre film di denuncia contro questo nuovo disegno globale.

Alessandro Robecchi - Buzzicona production
Ma dove finisce il berlusconismo e inizia Neri Parenti? È la retorica domanda dell’autore che anticipa, in esclusiva per MicroMega, i prossimi successi cinematografici dell’inverno 2010: Natale a Pomigliano, Via col Veneto e Scusa se l’ho data a Gino. Con il ministro Bondi che già promette sgravi fiscali per il particolare contenuto artistico e culturale delle opere.

MAESTRI 5
Carlo Lizzani - Con orgoglio
La realtà storica e l’immaginario cinematografico si fondono nel racconto di uno dei nostri maggiori registi. La stagione del neorealismo, la vitalità di contenuti e mezzi espressivi della commedia all’italiana, le trasformazioni della nostra società segnata dalla dissipazione di un grande patrimonio culturale e politico. E una sorta di nostalgia per quel sentirsi parte di qualcosa, quel condividere idee e realizzare progetti, mentre ‘oggi ogni opera rimane una voce isolata’.

GIAN MARIA VOLONTÉ
Franco Montini - Il compagno attore
La vita e l’attività artistica di Gian Maria Volonté sono un esempio unico di armonica fusione, al punto di averne fatto un caso di personaggio quasi simbolico. Nel segno di un comportamento coerente nel tempo, dalla candidatura con il Pci alle litigate con Petri, combattivo, impegnato, serio ma anche profondamente umile, come accade quando si è veramente grandi.

Francesco Rosi / Giuliano Montaldo / Felice Laudadio (a cura di Federico Pontiggia) - Un uomo contro, un attore geniale
Gian Maria Volonté è l’icona del cinema impegnato. Con i suoi film e con i suoi personaggi ha sempre cercato di mettere a nudo l’arroganza e l’ottusità del potere, con la sua arte ha sempre cercato di dare voce ai senza voce. Attivista sindacale, agitatore culturale nemico di qualsiasi ipocrisia. Attore dalle straordinarie capacità tecniche, frutto di un paziente, quasi ossessivo, esercizio di studio. Ecco in cosa consisteva il ‘metodo Volonté’, ecco chi era davvero il più grande ‘uomo contro’ del cinema italiano.

A PIÙ VOCI
Edoardo Bruno / Valerio Caprara / Federico Chiacchiari / Steve Della Casa / Piera Detassis / Fabio Ferzetti / Bruno Fornara / Paolo Mereghetti / Giona A. Nazzaro / Roberto Nepoti / Federico Pontiggia / Lietta Tornabuoni / Dario Zonta - I magnifici tre
Abbiamo chiesto ai principali critici cinematografici italiani di indicarci i tre film d’impegno (nel senso più ampio del termine, quelli che ‘liberano la testa’, per dirla con Fassbinder) a loro avviso più significativi, belli e attuali di tutta la storia del cinema. Un gioco cinefilo che ha riservato più di una sorpresa.

MEMORIA
Jorge Semprún (a cura di Fabio Gambaro) - L’impegno di una vita
Ex militante del Partito comunista spagnolo clandestino, Jorge Semprún ha firmato alcune delle più importanti sceneggiature del cinema politico europeo. In questo saggio a cavallo fra la biografia intellettuale e il manifesto artistico, tratteggia la sua idea di ‘impegno’. Quest’ultimo non deve necessariamente essere connesso a un partito o a un’ideologia politica, perché in fondo consiste in una scelta personale, consiste nella volontà di non restare a guardare dalla finestra.

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