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Articolo 21 - Editoriali
Romani, il ministro telecomandato
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di Antonio Di Pietro*

Pubblichiamo di seguito l'intervento di Antonio Di Pietro ieri alla Camera in merito alla nomina del Ministro Romani.

Signor Presidente, l'Italia dei Valori aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro dello sviluppo economico ad interim, Berlusconi, perché lo ritenevamo - e lo riteniamo ancora oggi, come Presidente del Consiglio - in grave conflitto di interessi su alcune decisioni specifiche che deve prendere come Presidente del Consiglio e che lo riguardano come persona e come imprenditore.
Vi è un conflitto di interessi che noi vediamo emergere ogni giorno rimarcato - nei tre giorni successivi alla fiducia ottenuta - ancora una volta in tre argomenti diversi.
L'altro ieri, subito dopo aver ottenuto la fiducia, ha rilanciato al primo posto del suo programma la necessità di inserire un altro Lodo Alfano per garantire in qualche modo la sua impunità. Ieri ha detto che bisogna istituire una Commissione parlamentare per indagare sui magistrati che lo stanno processando, trasformando esso stesso da imputato in giudice dei propri giudici. Oggi ci dice che nomina come Ministro dello sviluppo economico l'onorevole Romani. Allora è bene che si sappia che il conflitto di interesse in cui per tanti mesi è vissuto Berlusconi in quanto Ministro dello sviluppo economico ad interim, lo si ritrova allo stesso modo anche con riferimento al Ministro Romani.
Chi è Romani? Innanzitutto ricordiamo di cosa si occupa il Ministero dello sviluppo economico: di tante cose indubbiamente, ma certamente di un settore nevralgico, che è quello delle telecomunicazioni. Nell'ambito di questo settore deve sovraintendere al mercato televisivo e, in tale contesto, innanzitutto, a quel mercato televisivo che riguarda sia la RAI sia Mediaset, e ricordo che occorre rinnovare anche il contratto con la RAI.
Ebbene, Berlusconi in questi cinque mesi da Ministro dello sviluppo economico, e quindi da responsabile diretto delle telecomunicazioni, ha rilasciato un'autorizzazione con proprio decreto a Mediaset per trasmettere sul digitale terrestre anche una quinta frequenza, quindi ha rilasciato a se stesso quel che serviva alla sua azienda. Credo che un conflitto di interesse così grave non ci sia in nessun altro Paese al mondo che si possa dire democratico (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Dico questo perché poi si arrabbiano con noi quando diciamo che il Presidente del Consiglio violenta la democrazia.
Allora rimarchiamo qui, anche nei confronti del Ministro Romani, non le nostre riserve, ma la nostra totale contrarietà perché anch'egli è personaggio che si trova in una situazione di grave conflitto di interessi. Innanzitutto, Romani è un uomo di televisione, nasce professionalmente con la televisione, con Telelivorno, Rete A, Telelombardia, Lombardia 7. Non solo nasce con la televisione, ma commette anche una serie di atti per cui è sottoposto all'attività di indagine della magistratura, con Lombardia 7 che finisce in bancarotta fallimentare per 12 miliardi di vecchie lire. Poi ritroviamo lo stesso Romani ancora una volta indagato, poi imputato in un'imputazione coatta da parte del GIP, per falso fallimentare. Qualcuno mi dirà: sì, ma è stato prosciolto; per forza, perché sul falso e su queste leggi di falso in bilancio si è fatta una legge per non farsi processare! Ecco il motivo per cui noi parliamo di un conflitto di interesse in sé, perché riguarda non solo il Presente del Consiglio, ma tutta la cricca che gli sta vicino.
A proposito di cricca, chi è Romani? Romani ultimamente si è dato ancora molto da fare al comune di Monza come assessore per permettere una variante, che si chiama appunto «variante Romani» e non in un modo variante qualsiasi, che realizza ben 420 mila metri cubi - lo ripeto: 420 - di fabbricato a favore di imprese del gruppo Berlusconi.
Dunque con questo voglio dire che Romani è una persona né più né meno fedelissima di Berlusconi, attaccata a lui, che esegue esattamente le indicazioni di quest'ultimo che gli servono a fini personali, imprenditoriali, piuttosto che per tutelare gli interessi dell'opinione pubblica, dei cittadini.
Allora, a noi sia permesso di esprimere la nostra contrarietà rispetto a questo ordine del giorno che noi consideriamo ancora da dover verificare in questo Parlamento, perché in questo Parlamento abbiamo ancora di fronte non solo il Presidente del Consiglio, ma anche una serie di Ministri che da suoi dipendenti, da suoi collaboratori, da suoi fedelissimi, dopo che si sono macchiati anche di comportamenti poco trasparenti nel suo interesse, oggi si trovano a governare la cosa pubblica e non sappiamo se lo fanno per loro o per gli italiani.

*da www.antoniodipietro.it 

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