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Articolo 21 - Editoriali
Il remake de “Un posto al sole”. Ovvero: “Fatti e misfatti all’ombra del Cupolone”
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di Giona Sagora

E’ una soap italiana conosciuta. Ma passano i tempi e cambia il soggetto. Parliamo quindi della nuova sceneggiatura. Fatti e misfatti tra aziende pubbliche e private dell’immateriale.

PRIMA SCENA
Siamo in un bel paese dell’Europa meridionale. A Roma, capitale della cristianità. La location è quella delle zone limitrofe a San Pietro. Il nostro personaggio, che chiameremo Lorenzo Giovagnone, va in pensione. Succede in un soleggiato giorno di dicembre. E sono i giorni dei ricordi. E’ l’Immacolata. Lorenzo è stato manager di un’azienda pubblica in evidente difficoltà economica. In quest’azienda pubblica, ultimamente, c’è un grande intervento della classe politica che cerca ogni modo per demolire quest’azienda a vantaggio del concorrente privato. A capo della classe politica ci sta, infatti, il capo dell’azienda privata concorrente diretto dell’azienda pubblica. Questo personaggio lo chiameremo Silvio Patacconi. Ed è lui che ha potere di controllo sull’azienda pubblica principale competitor della sua personale azienda. Un conflitto di interesse evidente. Siamo in un  belpaese dell’Europa meridionale. 

SECONDA SCENA
Lorenzo Giovagnone
, fino alla pensione, ha svolto un ruolo importante quale manager di una società legata a quella pubblica, che produceva milioni di euro di fatturato e che era partecipata a maggioranza dall’azienda pubblica. A fine anno milioni di euro finivano nelle casse dell’azienda pubblica. Lorenzo Giovagnone arriva e sceglie la chiusura. Dopo aver tolto ogni possibilità di azione a Carlo Che Cero, responsabile editoriale della partecipata. Carlo è un creativo istrionico, maestro nell’individuare quali prodotti lanciare per la crescita aziendale. Forse troppo bravo.
Lorenzo sembra avere un compito. Quello di indebolire quest’azienda e quindi riesce a togliere a Carlo ogni competenza.

TERZA SCENA
La pensione di Lorenzo si avvicina. Dopo decine di anni di onorata carriera, non se la sente proprio di mollare. Ma i conti dell’azienda pubblica stanno precipitando. E il Cda, ormai da tempo, a maggioranza evita di prolungare la presenza dei manager in età pensionabile. Ma per il caso specifico sembra che vi sia un discrimine. Punire chi è bravo e mantenere chi produce danni all’azienda. Parere comune del Dittatore Generale dell'azienda pubblica, che chiameremo Paolo Nasi

QUARTA SCENA
Nella sceneggiatura, infatti, compare un'altra storia, quella di Loris Razzetti; un vero difensore dell’azienda pubblica. Ultimamente ha realizzato, insieme ad altri, un prodotto in tre modelli e ne ha venduto oltre 10 milioni di pezzi per ciascuno, aumentando improvvisamente il fatturato della sua azienda. Silvio, proprietario dell’azienda concorrente, è deluso. Il rischio è che alcune fette di mercato che aveva conquistato possano immediatamente tornare a rischio. Ed allora succede che a Loris arriva una sospensione. Incomprensibile. Come: uno lavora bene per la sua azienda e ti sospendono? Ti sospendono per averla difesa?

QUINTA SCENA
Lorenzo, che tutti chiamano scherzosamente Attila per la sua immensa capacità di manager, è invece un prediletto di Silvio. Anche se Silvio non lo sa ma lui si spaccia per esserlo, grazie ai buoni rapporti con Paolo Nasi e con qualche membro del Cda. Lui sì che riuscito a far perdere fatturato. E c’è un problema da risolvere. Come fare a non perdere un vero difensore dell’azienda privata che lavora in quella pubblica? Uno che, insomma, non ha nemmeno bisogno di mandanti per produrre danni perchè si manda da solo? Così, nonostante i conti dell’azienda pubblica siano in disordine, nonostante siano stati fatti tagli e lasciati a casa molti precari, il giorno dopo la pensione torna al suo posto di lavoro. Una stupenda stanza arredata in legno di mogano, pareti comprese,  con scrivania ribassata. Per lui, si dice, vi è un contratto di collaborazione. Responsabilità e cifre importanti, per lui. Sopensione per l'altro.

SESTA ED ULTIMA SCENA
Loris Razzetti
, nel frattempo, resta sospeso. Nonostante migliaia di attestati di stima. Lorenzo Giovagnone gongola dalla sua scrivania. Ancora una volta è riuscito a ottenere quel che voleva. Qualche amico lo saluta con grande deferenza: “Lei riesce sempre ad ottenere quel che vuole!”

EPILOGO
Il 14 dello stesso mese, forse, ci sarà un altro prepensionamento. E forse sarà proprio quello giusto. Ma questa è un'altra storia!

*Tutto quello che è scritto in questa bozza di sceneggiatura, nomi e cognomi compresi, situazioni, avvenimenti, sono solo frutto della mia fantasia. Se qualcuno su riconoscerà in un mio personaggio vuol dire che ha più fantasia di me (come dice Andrea Camilleri)

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