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Articolo 21 - Editoriali
Media e minori: un bilancio tutto in negativo per il 2010
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di Roberta Gisotti*

Gli adulti in Italia sempre più egoisti e indifferenti al bene dell’infanzia. Un dato di fatto che emerge dal Rapporto stilato come ogni anno dal Comitato incaricato di vigilare sul Codice di autoregolamentazione sottoscritto nel 2002 dal Servizio pubblico e dall’emittenza privata; Codice poi recepito nel 2004 nella Legge Gasparri. Ma ciò non è bastato a farlo rispettare né dalla Rai, né da Mediaset, né da Sky, i principali attori della scena televisiva. Cosicché le violazioni lo scorso anno hanno avuto addirittura un’impennata: il 60 per cento in più rispetto al 2009 e il 150 per cento in più rispetto al 2008!  Se la Rai è passata da 14 a 19 violazioni accertate, Mediaset le ha più che triplicate da 7 a 23, mentre Sky che non ne aveva alcuna ne ha collezionate ben 17. Ma questi numeri sono minimamente indicativi di un flusso continuo di immagine e parole lesive, che dal piccolo schermo ad ogni ora del giorno e della notte si riflettono negativamente sulla vita dei bambini e dei ragazzi, fino a compromettere il sano sviluppo psicofisico di quanti restano – spesso soli - lunghe ore davanti alla Tv, subendo oltre a contenuti inadatti alla loro età anche un bombardamento pubblicitario, che non ha eguali in Europa. In cima alla lista nera stilata dal Comitato sono film e telefilm, seguiti da programmi di intrattenimento farciti di cronaca nera e gossip, che riempiono anche i Tg nella cosiddetta fascia protetta tra le 16 e le 19, che protetta in realtà non è mai stata. Il Comitato esprime giusta preoccupazione e chiede pure di varare un nuovo Codice Media e Minori che comprenda anche i New Media. Ma a cosa servirà - ci si chiede - se il Codice attuale viene calpestato con impudenza dai responsabili delle Tv? Di certo non si è sviluppata – come era auspicabile - una cultura di sostegno al Codice, oltre al fatto che i meccanismi sanzionatori non sono efficaci. Non basta allora una volta l’anno denunciare in sede istituzionale i diritti negati all’infanzia sul piccolo schermo, senza che nulla cambi ma anzi peggiori.

(Da Radio Vaticana 15-3-2011)


*già membro del Comitato Media e Minori

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