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Articolo 21 - Editoriali
Sicurezza sul lavoro, siamo ancora molto lontani
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di Marco Bazzoni*

Il  9 Aprile del 2008 è stato firmato il Dlgs 81/08 (Testo unico per la sicurezza sul lavoro), una legge innovativa sul tema della sicurezza sul lavoro, che anche pur non essendo perfetta, aveva molte novità positive: tanto per cominciare sanzioni e pene più elevate rispetto al Dlgs 626/94, più formazione per i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (con corsi di aggiornamento annuali da 4 a 8 ore a seconda della grandezza delle aziende), Rls di sito produttivo... questo solo per citarne alcune.
Il forte limite di questo Dlgs, era che per essere completamente attuato, dovevano essere emanati i 38 decreti attuativi, cosa che l'allora Governo Prodi non ha potuto fare, dato che il Dlgs 81/08 è stato approvato con il Governo Prodi dimissionario.
Il successivo Governo Berlusconi oltre a non emanare neanche uno dei 38 decreti attuativi, necessari al Dlgs 81/08 per funzionare, è riuscito nell'impresa di stravolgerlo, con il Dlgs 106 del 3 Agosto 2009, di cui pochi parlano, ma che invece è una vera e propria controriforma della sicurezza sul lavoro.
Non voglio soffermarmi su tutte le modifiche peggiorative del Dlgs 106/09, anche perchè ci vorrebbe un sacco di spazio per parlarne, però alcune cose vanno dette.
Tanto per cominciare, questo è un decreto di ben 149 articoli e 240 pagine: alla faccia del decreto correttivo!
Il Dlgs 106/09 ha riscritto quasi mezzo testo unico per la sicurezza sul lavoro, dimezzando molte sanzioni ai datori di lavoro, dirigenti preposti, e in diversi casi ha sostituito l'arresto con l'ammenda.
Vogliamo parlare anche della salva-manager, che sembrava fosse sparita dal Dlgs 106/09?
Invece, come si suol dire, è "uscita dalla porta, per rientrare dalla finestra".
Inoltre, vi si trova la proroga di 90 giorni per fare la valutazione dei rischi (DVR) nelle nuove imprese.

Pensate un pò voi, se ad esempio, ad una nuova impresa, che costruisce fuochi di artificio, quindi un azienda a forte rischio,  si può concedere il lusso di fare il DVR, dopo ben 90 giorni.
Allora, insieme all'Ing Marco Spezia, ad Ottobre 2009, abbiamo fatto una denuncia, sia alla Commissione Europea, che al Parlamento Europeo, sulle difformità di alcuni articoli del Dlgs 106/09, rispetto alla direttive europee.
Il testo di questa denuncia lo potete trovare al seguente link:

http://www.rassegna.it/userdata/custom/pdf/rassegnasindacale/petizione.pdf

Dopo 13 mesi la Commissione Europea ha risposto, che ha intenzione di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia, per violazione di alcuni punti della Direttiva 89/391/CEE:


1)Deresponsabilizzazione del datore di lavoro (articolo 5 direttiva)
2)Posticipazione dell'obbligo di valutazione del rischio di stress legato al lavoro (articolo 6, paragrafo 3, punto a).
3)Proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per modifiche sostanziali apportate ad un impresa esistente (articolo 9, paragrafo 1, punto a).
4)Proroga dell'applicazione del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 nei riguardi delle cooperative sociali e delle organizzazioni di volontariato della protezione civile.
5)Proroga dell'applicazione delle disposizioni italiane relative alla prevenzione incendi nelle strutture ricettive turistico-alberghiere con più di 25 posti letto.
Questo verrà deciso, a breve, dal collegio della Commissione Europea.

Ogni giorno, in Italia, 3-4 lavoratori non fanno ritorno alle loro famiglie, perché sono morti, perché nelle loro aziende non si applicavano neanche le minime norme di sicurezza, e non per un incidente sul lavoro, e non per una tragica fatalità.
Queste non sono "morti bianche", come molti mezzi d'informazione e personaggi politici le chiamano, ma sono dei veri e propri omicidi sul lavoro.
Negli anni 60 le chiamavano così, ora le chiamano "morti bianche", un eufemismo che andrebbe abolito, perché è un insulto ai familiari e alle vittime del lavoro, che voglio ricordare, nel 2010 sono state 1080 (secondo l'Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro) e non 980 come dicono i dati Inail, che sono dati fortemente sottostimati.
Le chiamano "morti bianche", perché l'aggettivo bianco, allude all'assenza di una mano direttamente responsabile dell'accaduto, invece la mano responsabile c'è sempre.
Inoltre i dati sugli infortuni sul lavoro sono fortemente sottostimati, giacché almeno 200 mila infortuni non vengono denunciati, perché fatti passare come malattia, perché molti lavoratori sono precari o in "grigio" e hanno paura di ritorsioni... come ad esempio perdere il posto di lavoro.
La prima cosa da fare per far calare gli infortuni e le morti sul lavoro, va nella direzione sicuramente opposta a quella intrapresa dal Governo Berlusconi con il Dlgs 106/09: bisognerebbe iniziare ad insegnare la sicurezza sul lavoro, fin dalle scuole elementari, come si fa in Francia, perchè non dimentichiamolo, gli studenti di oggi, saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani.
Altrimenti, è inutile continuare a parlare di mancanza di cultura della sicurezza sul lavoro, sia nei lavoratori, che nei datori di lavoro, quando poi rimangono solo parole vuote, perché non si fanno i fatti.

Le sanzioni ai datori di lavoro, dirigenti e preposti, vanno ripristinate, perchè sono l'unico deterrente di cui hanno paura i datori di lavoro.
Infine come si pensa di far rispettare la sicurezza sul lavoro nelle aziende, quando i tecnici della prevenzione Asl, cioè l'organo deputato ai controlli per la sicurezza sul lavoro, ha un personale ispettivo ridotto all'osso , cioè, circa 1850 tecnici, a fronte di 6 milioni di aziende da controllare?
Nel  1978 è stata varata la Legge di riforma del sistema sanitario nazionale (legge 833), e dal 1980, quindi da ben 30 anni, i compiti di vigilanza, in materia di prevenzione, igiene e controllo sullo stato della salute dei lavoratori sono di competenza delle Unità Sanitarie Locali (adesso Asl), che effettuano tali controlli con i loro tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro (DM Sanità 58/97), che svolgono la loro funzione sia in ambito pubblico (nei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL appunto), che privato, e per il cui esercizio è prevista la relativa Laurea attivata presso le facoltà di Medicina delle Università.
Sei tali controlli per 30 anni sono stati spostati dal Ministero del Lavoro alle Asl, ci sarà un motivo...
Inoltre, vorrei che si facesse chiarezza una volta per tutte, perchè tutte le volte che muore o si infortuna un lavoratore in un cantiere, sento parlare di aumentare gli ispettori del lavoro, in modo da aumentare i controlli per la sicurezza sul lavoro.
Non vi è alcuna norma di legge che attribuisca "..competenza generale agli organi ispettivi del Min Lav, per i rischi che si verificano nei settori edili e di cantieristica"; vero è invece il contrario, e cioè il subordine degli  interventi delle DPL (Direzioni Provinciali del Lavoro), visto che per legge devono  essere pre-avvisate la ASL territorialmente competenti di un loro intervento in cantiere (art. 1 comma 2 DPCM del 14 Ottobre 1997, decreto che definisce gli ambiti di "doppia" vigilanza delle DPL ai soli cantieri ed ai lavori subacquei/aria compressa).
Il Governo Berlusconi, piuttosto, dovrebbe smetterla di fare spot, dal titolo "Sicurezza sul lavoro, la pretende chi si vuole bene":

http://www.youtube.com/watch?v=jhG-24zxI8U

Spot, che colpevolizzano i lavoratori stessi, come se i lavoratori non si volessero bene.

Finalmente qualcuno ha fatto un "contro spot":

http://www.youtube.com/watch?v=RQBiZIuhQ8M

Spero che questo contro spot venga trasmesso dalle emittenti televisive, soprattutto per ridare dignità a quei poveri ragazzi morti per negligenza dei datori di lavoro, e la maggior parte delle volte, sistemi di sicurezza inesistenti.

*Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
Email: bazzoni_m@tin.it
 
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