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Articolo 21 - Editoriali
Il processo greve e l’attacco alla legalità
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di Giuseppe Giulietti

"Voi una barzelletta, noi il futuro..." , questo uno degli efficacissimi slogan che hanno percorso la grande manifestazione promossa da un gruppo di precari e che ha raccolto migliaia e migliaia di di persone in tuta Italia e non solo. Non è necessario pensarla come loro, condividere tutte le loro proposte, per avvertire che si tratta comunque di un evento liberatorio, che rimette al centro della attenzione la questione sociale, il tema della disuguaglianza delle opportunità, la disperazione di chi  non vede speranza di miglioramento davanti a sè, non vede un futuro per l'appunto.
Del resto, persino nelle ore di queste grande manifestazioni civili, forse anche per questo, il grande molestatore ha continuato ad alternare barzellette sconce a  minacce di fare a pezzi  la Costituzione, imitazioni di uno spastico, una scena immonda, a invettive contro il Quirinale e la Corte Suprema.
Hanno ragione i giovani precari a contrapporre le barzellette al loro diritto al futuro, ma quelle barzellette sono esplosive, non fanno ridere, sono veleni gettati nei pozzi che stanno  producendo la lenta agonia dell'ordinamento democratico.
"Mi vogliono oscurare, vogliono colpire il mio patrimonio..", quando Berlusconi comincia a usare simili espressioni c'è sempre da stare all'erta, quando parla dei suoi soldi non parla mai a caso.
Il dente marcio si chiama processo Mills, chi meglio di lui sa cosa si nasconde dietro quella vicenda, chi meglio di lui sa  quanto è accaduto negli anni  terribili delle sentenze taroccate, delle leggi ad personam, della conquista dei diritti, dell'assalto a  " mano armata" al gruppo editoriale Espresso Repubblica, per non parlare di quelle che accadde  alla emittente la Sette quando tentò di diventare davvero il terzo polo e persino al vecchio amico Murdoch quando ha osato  fare sul serio sul mercato italiano, da quel momento anche lui è diventato una sorta di " toga rossa".
Berlusconi  non è interessato al futuro,  perchè ha bisogno di cancellare il passato, questo  è l'unico orizzonte che gli è restato, il futuro  non gli appartiene più, soprattutto quello dell'Italia. Per questo e non solo per i processi, non è in grado di governare, non può occuparsi del bene pubblico, perchè per lui  l'interesse generale coincide solo e soltanto con i confini della sua proprietà, quasi solo con la sua residenza, con le sue famiglie, con il suo corpo.
Il cavaliere alza i toni anche perchè ha bisogno di nascondere le sconfitte internazionali e nazionali e di coprire con le  urla e le  telefonate in diretta tv le voci e le speranze di chi, come i giovani di ieri, hanno voglia di un futuro, parlano di merito, denunciano gli sprechi, avanzano proposte, sono stufi di Ruby e delle barzellette sul sapore della mela, ma le sue grida sguaiate  hanno anche l finalità di espellere dal polo Raiset, salvo le consuete eccezioni, queste voci, di renderle flebili ed incomprensibili.
Così anche ieri sera, secondo un calcolo empirico, abbiamo avuto centinaia di secondi dedicati alle minacce del presidente imputato, pochissimi secondi dedicati alle repliche degli ingiuriati, e ancora meno alle manifestazioni indette dai precari perchè da solo quello striscione " A voi le barzellette a noi il futuro..", avrebbe letteralmente fatto crollare il palco, avrebbe perforato persino il servizio d'ordine mediatico che, ogni sera, si incarica di tenere in vita e di rianimare il proprietario dei loro destini. Il rapporto, espresso in secondi, è stato di cento per Berlusconi, una decina ai suoi oppositori, ancora meno alle manifestazioni, praticamente nulla ai soggetti ingiuriati: da De Benedetti a Scalfari, dalla Associazione Magistrati   alla Corte Costituzionale, per fare solo qualche esempio.
Qualcuno invocherà il diritto alla replica? Perchè in questi casi non si applica? Le autorità di garanzia del settore esistono ancora?
Per queste ragioni articolo 21 non lascerà la trincea del conflitto di interessi, tornerà alla carica, presenterà altri esposti alla autorità di garanzia, e se non basteranno li invierà ai tribunali, rivendicherà il diritto alla replica per i soggetti ingiuriati e ridotti al silenzio, anzi promuoverà una associazione che metterà insieme giuristi, avvocati, giornalisti, esperti del settore per portare davanti alla corte europea , all'Ocse, alla commissione europea una anomalia che potrebbe, per l'ennesima volta, condizionare il libero esercizio del voto.
L'esposto curato dall'avvocato Ruffini sarà formalmente presentato nel corso della manifestazione convocata al Pantheon, a Roma, mercoledì 13 aprile per protestare contro la possibile approvazione di quel processo breve, che per noi è solo un processo greve e volgare alla legalità repubblicana.
Le minacce di queste ore  servono anche ad occupare il video, a ribaltare i risultati delle prossime amministrative che non si annunciano positivi per Berlusconi, e ad oscurare i referendum, la sua bestia  nera perchè si voterà sull'acqua, sul nucleare,  sul legittimo impedimento.
Le grandi manifestazioni delle  scorse settimane, il successo di quella di ieri  ci debbono confortare a proseguire  sulla strada della più vasta alleanza tra piazze, movimenti, forze politiche e sindacali(, quelle che ci stanno ovviamente), istituzioni, senza soluzione di continuità, senza respiro, sino a quando il tristo barzellettiere non sarà stato messo in condizione di non molestare il presente e di non condizionare il futuro
Per quanto ci riguarda lo faremo e non perderemo certo tempo a polemizzare con chi, anche in queste giornate, non di meglio da fare che polemizzare sempre e soltanto con i propri vicini di banco, sino a quando la emergenza democratica continuerà ad inquinare la vita nazionale, noi di articolo 21 saremo sempre presenti laddove donne e uomini, da chiunque convocati, si riuniranno per manifestare il loro a ore per la bandiera nazionale e per la Costituzione.
Tutto il resto, polemiche comprese, non ci interessa. Almeno per ora!
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