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Articolo 21 - Editoriali
Il carcere continua a fare vittime: 8 morti da inizio aprile, di cui 6 per suicidio e 2 per “cause da accertare”
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di redazione*

Pubblichiamo di seguito la nota diramata ieri dall'Osservatorio permanente delòle morti in carcere che stila un dettagliato resoconto rispetto ai casi più recenti:

Il carcere continua a fare vittime: 8 morti da inizio aprile, di cui 6 per suicidio e 2 per “cause da accertare”
Il bilancio delle morti “di carcere” si aggrava di giorno in giorno: almeno 45 reclusi e 2 agenti hanno perso la vita nel 2011 e l’avverbio “almeno” sta a significare che alcuni casi potrebbero non essere ancora emersi.
Di queste 47 persone, 20 si sono sicuramente suicidate (18 detenuti e i 2 poliziotti), altre 17 sono morte per malattia, mentre per 10 casi sono in corso indagini volte all’accertamento delle cause del decesso.
Il nostro monitoraggio è indipendente rispetto alle istituzioni penitenziarie, che eventualmente vengono contattate solo per avere conferma o meno delle notizie raccolte attraverso la nostra rete di collaboratori.
In assenza di notizie ufficiali per quanto riguarda le morti in carcere (l’ultimo Bollettino Penitenziario reso pubblico - report che raccoglie anche i cosiddetti “eventi critici” - risale addirittura al 2007) abbiamo il timore che alcuni casi rimangano ignoti.

GLI ULTIMI CASI RACCOLTI

Adriana Ambrosini, 24 anni, Opg Castiglione delle Stiviere (Mn)


Avrebbe potuto succedere anche alla vicenda di Adriana Ambrosini, una ragazza di 24 anni che la sera di domenica 3 aprile 2011 si è tolta la vita nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mn). Adriana, originaria della Provincia di Pavia, era all’Opg per scontare due anni di internamento, di cui uno era già trascorso: non aveva mai mostrato aggressività verso se stessa, né segnali di depressione. A scatenare la reazione estrema, forse, il trasferimento in un’altra struttura di una compagna di detenzione.
Si è uccisa approfittando della pausa-cena, in cui i vigilanti erano impegnati a sorvegliare gli altri internati: si è allontanata dalla mensa con una scusa, ha raggiunto la sua stanza e lì si è impiccata con un lenzuolo agganciato alla finestra.
Nell’Opg di Castiglione delle Stiviere, considerato un istituto-modello, il precedente suicidio risaliva a 16 mesi fa; l’11 dicembre 2008 un 27enne originario di Rieti si impiccò in cella, di lui abbiamo solo le iniziali: T.G. Ma il caso più misterioso è quello di Katiuscia Favero, una ragazza di 30 anni che fu ritrovata impiccata ad una recinzione del giardino interno alla struttura il 16 novembre 2005: per gli investigatori si trattò di un suicidio, per la madre fu un omicidio. Katiuscia, prima di essere internata all’Opg, era stata detenuta alcuni mesi nel carcere fiorentino di Sollicciano e poi ricoverata in un Reparto Psichiatrico Ospedaliero, dove aveva denunciato di essere stata violentata, ma l’unico risultato della sua denuncia fu il trasferimento a Castiglione delle Stiviere.

Cittadino Romeno, 58 anni, Opg Aversa (Ce) - 13 i decessi negli ultimi 4 anni: la struttura è sotto indagine

Ieri, grazie al lavoro dell’Associazione Antigone Campania, si è avuta notizia del suicidio di un romeno di 58 anni nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa (Ce), che si è tolto la vita impiccandosi nel bagno della cella. L’uomo, ritenuto incapace di intendere e volere in un procedimento per il reato di omicidio, era stato quindi prosciolto per “infermità di mente” e sottoposto alla misura di sicurezza dell’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario per un periodo di 5 anni.
La misura di sicurezza, tuttavia, era stata prorogata di altri 5 anni, e la notizia gli era arrivata il giorno precedente al suicidio, facendolo sprofondare nella disperazione.
Il 58enne a termini di legge avrebbe potuto ottenere il ricovero in una Comunità Psichiatrica esterna al circuito penitenziario, ma non arrivò mai alcuna disponibilità ad accoglierlo nelle strutture della Regione di provenienza, poiché l’Asl di riferimento non lo poteva o non lo voleva assistere.
Nell’Opg di Aversa il precedente suicidio risale allo scorso 5 gennaio, quando si uccise Massimo B., di 32 anni. Il 4 agosto 2010 vi morì Stefano Crocetti, di 42 anni, per cause ancora non accertate. Il 21 dicembre 2009 si impiccò Pierpaolo Prandato, di 45 anni e allo stesso modo finì i suoi giorni Vincenzo Nappo, di 43 anni, il 9 giugno 2009. Il 16 settembre 2008 un’altra morte per “cause da accertare”, quella di Massimo Morgia, 37 anni. Il 28 marzo 2008 si suicidò Said Mouaouia, tunisino di 36 anni. Il 29 gennaio 2008 toccò a Vincenzo Romano, di 35 anni, il 4 gennaio 2008 il 26enne Fabrizio P. Il 30 novembre 2007 si uccise Antonio Romanelli, 57 anni, il 12 aprile dello stesso anno il 50enne Gianluigi Frigerio. Il 7 marzo 2007 morì in cella per AIDS Antonino M., di 43 anni, e il 29 gennaio il marocchino Derri Hajaj per “arresto cardiocircolatorio”.
In poco più di 4 anni 13 persone sono morte nell’Opg di Aversa, su questi decessi e più in generale sulle condizioni della struttura è in corso un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, coordinata dalla dott.ssa Raffaella Capasso.

Cittadino Italiano, 60 anni, Casa Circondariale di Prato

Un detenuto di 60 anni, che stava scontando una pena di nove anni alla Dogaia, è morto mercoledì scorso, 36 ore dopo essere stato sottoposto a un intervento per un'ernia inguinale. Secondo quanto è stato riferito dall'Asl, l'intervento chirurgico era perfettamente riuscito e il paziente, controllato dalla polizia penitenziaria, era stato riportato in carcere. Apparentemente il detenuto stava bene e non avrebbe mostrato alcun sintomo di altri disturbi. Poi la morte improvvisa, forse dovuta a un problema cardiaco.

Poliziotti penitenziari morti nel mesi di aprile

Antonio Parisi, 40 anni, Caltagirone (Ct)

Il 12 aprile 2011 si è suicidato l'assistente capo della Polizia penitenziaria Antonio Parisi, 40 anni, effettivo in servizio nella casa circondariale di Caltanissetta, era attualmente distacco alla Casa circondariale di Caltagirone. L’uomo, che doveva iniziare il suo turno di servizio, ha accostato la macchina al ciglio della strada e si è impiccato a un albero.

Ruggero Porta, 42 anni, Mamone (Nu)

Il 9 aprile 2011 un assistente capo della Polizia penitenziaria, Ruggero Porta, 42enne, in servizio alla Casa Reclusione di Mamone Lodè (Nuoro) si è suicidato con la pistola di ordinanza. Ne dà notizia la segreteria nazionale della Uil-Penitenziari. L'agente penitenziario era effettivo presso la Casa Circondariale di Brescia Canton Mombello ma da circa dieci anni era stato distaccato presso la struttura penitenziaria di Mamone. Il suicidio è avvenuto in un appezzamento agricolo di proprietà sito in Sardala (Ca).
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