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Articolo 21 - Editoriali
Morire per poratre la pace in Palestina
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di Roberto Secci

Vittorio Arrigoni è stato trovato morto stanotte a Gaza. Non si può parlare di tragedia ma di una azione criminale messa in atto per colpire coloro che,  con grande coraggio, ogni giorno sono in prima fila per portare la pace nella striscia di Gaza e nei territori occupati. Vittorio Arrigoni era il più conosciuto e stimato tra i tanti impegnati in questa battaglia, nella difesa dei contadini, dei pescatori e i tanti palestinesi ogni giorno minacciati ( o uccisi) dagli israeliani. Il nostro connazionale, definito stamani da alcune agenzie e giornali un'attivista filopalestinese, era un pacifista. Parola uscita dal nostro vocabolario, considerata ormai obsoleta in un Paese dove anche coloro che hanno una cultura pacifista, quasi con imbarazzo prendono posizione contro i bombardamenti a Tripoli e in tutta la Libia che, ogni giorno, provocano centinaia di vittime tra la popolazione civile. Vittorio è stato rapito ieri mattina nella Striscia di Gaza da un commando ultra-estremista salafita. Il suo corpo senza vita è' stato trovato in un appartamento di Gaza City dai miliziani di Hamas, a conclusione di un blitz condotto nel cuore della notte: diverse ore prima della scadenza dell'ultimatum che i sequestratori avevano fissato in teoria alle 16 di oggi per il rilascio dei loro 'confratelli' detenuti, pena l'uccisione dell'ostaggio. Vittorio era un giornalista che ha deciso di vivere in prima fila la sua scelta contro le ingiustizie e una guerra sporca e senza fine. E' un martire della pace. Non parlate, per rispetto suo e della sua famiglia, di tragedia ma di assassinio.
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