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Magistratura: Cascini, "Riduzione indipendenza grave danno per il paese"
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di Marialaura Carcano

Magistratura: Cascini, "Riduzione indipendenza grave danno per il paese"

"C'è un problema istituzionale e uno di cultura politica nel nostro paese. C'è una idea di prevalenza assoluta del potere attribuito agli organi eletti, quasi che l'unica fonte di legittimazione del potere sia ormai quella della elezione diretta. Una idea giacobina e pre moderna dei sistemi di governo che è largamente superata da tutte le costituzioni attuali che individuano l'elemento vitale della democrazia proprio nella esistenza dei poteri di controllo sia di carattere istituzionale, come la magistratura,  sia di carattere politico sociale, come i sindacati e i partiti di opposizione, ma anche e soprattutto dal punto di vista dell'informazione e del controllo dei media." Così Giuseppe Cascini, presidente ANM commenta le ultime vicende che hanno visto nuovamente la magistratura sotto attacco. 

Ci sono state assemblee dei magistrati in tutta Italia. Nel manifesto in cui spiegate le ragioni della protesta dite, tra le altre cose, che un parlamento non fa riforme contro un altro potere dello stato. L'attuale riforma della giustizia è eversiva?
Noi non abbiamo un quadro preciso delle riforme, abbiamo indicazioni date ai media dal capo del governo che sono preoccupanti, che si muovono verso una riduzione dell'indipendenza della magistratura e vanno verso una alterazione dell'equilibrio tra i poteri dello Stato, quindi vanno in una direzione contraria al modello costituzionale disegnato nel 1948.

Il Presidente Napolitano ha detto che la Costituzione non è intoccabile ma che le riforme istituzionali devono essere condivise. Che cosa impedisce ai magistrati di trattare con la maggioranza una riforma che rispetti i principi inviolabili della Costituzione? 
Non tutte le parti della Costituzione possono essere modificate. Per esempio non i principi fondamentali. Le costituzioni si modificano per migliorarle, per aggiornarle. Non pensiamo che ogni modifica si una cosa buona. La riduzione dell' indipendenza e dell'autonomia della magistratura è un danno per il paese. Gli aspetti più preoccupanti della riforma riguardano la separazione del pm dall'ordine giudiziario, la creazione di un organismo di governo del pm separato dalla magistratura e legato direttamente o indirettamente al potere politico. Ma ci preoccupa anche l'idea di  spostare la direzione delle indagini dalla magistratura alla polizia giudiziaria, che dipende dal ministero dell'Interno. Si tratta di riforme che non servono a migliorare il funzionamento della giustizia, servono al governo ad aumentare il controllo sulle procure.

Lei pensa che anche l'informazione sia sottoposta alla stessa "intensità di fuoco" da parte dell'esecutivo?
C'è un problema istituzionale e uno di cultura politica nel nostro paese. C'è una idea di prevalenza assoluta del potere attribuito agli organi eletti, quasi che l'unica fonte di legittimazione del potere sia ormai quella della elezione diretta. Una idea giacobina e pre moderna dei sistemi di governo che è largamente superata da tutte le costituzioni attuali che individuano l'elemento vitale della democrazia proprio nella esistenza dei poteri di controllo sia di carattere istituzionale, come la magistratura,  sia di carattere politico sociale, come i sindacati e i partiti di opposizione, ma anche e soprattutto dal punto di vista dell'informazione e del controllo dei media. Questa attuale insofferenza  del potere politico verso tutti i poteri di controllo crea una situazione di sofferenza in tutti i poteri terzi, siano essi istituzionali o no.

Articolo 21 lancia l'idea di una mobilitazione di giornalisti e magistrati che metta insieme le categorie anche per superare il pregiudizio diffuso che a scendere in piazza siano delle corporazioni. Non pensa che l'opinione pubblica capirebbe meglio che si tratta di un problema di diritti e non della difesa di privilegi di casta?
Noi sentiamo forte la solidarietà nei confronti di tutti coloro che in questo momento soffrono e subiscono aggressioni per la voglia di continuare a esercitare in maniera libera e indipendente la propria funzione, ma per ragioni legate alla particolarità del nostro ruolo come Associazione nazionale magistrati non partecipiamo a manifestazioni di piazza, lo facciamo per mantenere un certo riserbo istituzionale legato proprio alla nostra funzione che ci impone di partecipare e aderire solo come singoli cittadini.

Cascini siete pronti allo sciopero?
La decisione sullo sciopero non è per ora all'ordine del giorno, noi siamo preoccupati per la situazione che si é creata e seguiremo con attenzione le iniziative legislative.

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